aprile 25, 2011

La parola è grazie















Come chiunque che non avesse mai messo piede su un set cinematografico, pure io mi ero fatto un'idea di fantasia.
Nella mia idea di fantasia c'era un aiuto regista urlante che faceva muovere comparse a schiocco di frusta e grida.
C'era anche un sacco di noia, nella mia fantasia, tra una ripresa e l'altra.
E poi c'erano dinamiche di potere e scontri e esseri burberi che spostavano macchinari, grugnendo.

Niente di tutto questo.
Ogni richiesta viene espressa con la massima gentilezza. Ciack in campo per favore. Eccolo. Grazie. Grazie a voi.
Per favore, l'attore, un piccolo movimento sulla destra. Ecco. Grazie, perfetto. Grazie. Grazie a te.
Potrei avere un 5000 su quel palazzo per favore, grazie. Arriva subito. Perfetto. grazie. Grazie a voi.
E' una danza di cortesia.
E' una cortesia formale ma che, nella fatica e nelle corse contro il tempo, diviene condizione sostanziale per lavorare bene.
Questi grazie vengono pronunciati da ogni membro di tutti i reparti verso ogni altro. Dall'incarico più complicato al più semplice, tutto viene iniziato da un per favore e si conclude con un paio di "grazie" reciproci.
Non so se sia sempre così. posso parlare di quest'unica condizione, essendo l'unica che conosco, ma per me è stata una piacevole sorpresa.
Si lavora molto bene così.
Grazie.

aprile 23, 2011

Prima settimana

E' andata.
La prima settimana di riprese è finita. Ci sono stati giorni nei quali abbiamo risolto alcune scene negli ultimi minuti, con una corsa contro il tempo che ha testato in profondità il mio sistema cardiocircolatorio.
Altri giorni che somigliavano ad una festa.
La squadra è sempre più in forma. L'affetto, da parte mia, nei loro confronti, cresce ogni giorno.
In questi sei giorni di lavoro oltre ad avere accumulato 32 ore di sonno arretrato,  ho provato una quantità di emozioni che non credevo potessero scaturire in corpo umano (non nel mio, almeno).

E ora basta sdolcinamenti. Andiamo con un piccolo quiz:
Qual'è, secondo voi, la parola più usata su un set cinematografico (almeno su quello dove sto lavorando io)?

Vediamo chi vince.
Intanto, senza misteri, posso svelare che quello felice, nella foto qui sotto, sono io.
La fotografia è di Massimo Colella.

aprile 21, 2011

Poi

Poi racconterò di come abbia trovato una casa. Di come il set sia il posto migliore del mondo e della squadra di persone incredibili che lavorano con me.
Intanto il blog del nostro fotografo di scena, Chico De Luigi.

aprile 10, 2011

Sei settimane

Oggi è domenica. Dopo settimane di tre o quattro ore di sonno per notte finalmente ho dormito. Ieri pomeriggio alle diciotto sono tornato a casa, ho preso un quarto di pizza, un bicchiere di spuma. Dopo aver mangiato, come Forrest Gump, ho detto: "sono un po' stanchino. Mi stendo un minuto".
Mi sono svegliato sedici ore dopo, ancora vestito, con gli occhiali al collo.

In queste ultime settimane di preparazione del film ho dovuto prendere decine di decisioni. Tutte difficili. Alcune irrevocabili. Altre dolorose.
Ho trascurato la salute, la mia famiglia e gli amici. Avevo una questione importante da aggiustare e non ho trovato un minuto di lucidità per farlo.

Ma qui finisce il lamento.
Una mattina ho fatto un provino ad un cane. Una bellissima bestia ammaestrata che sapeva eseguire più di 160 comandi. Molti di questi erano impartiti dal suo addestratore solo con lo sguardo.
Ho accarezzato un lupo. Un lupo dell' appennino, non un cane lupo. Una femmina, bellissima e dolce, che scodinzolava quando le grattavo il collo.
Accanto a me c'erano due trans che avevano fatto dei provini.
Ho incontrato attori e registi che sognavo di conoscere. Con alcuni sono anche andato d'accordo. Ho sviluppato una affezione quasi commovente per tutti gli attori che ho provinato. Li ho visti arrivare facendosi ore di viaggio, dare il meglio di se e ripartire. E' stata una gioia trovare gli interpreti adatti. Una cosa triste ogni diniego.
Mi sono preso pure del disumano e ho capito che queste cose succedono.

Mi sono trovato a fine giornata al tavolo con tutti i capo squadra. Tutti stanchi morti. Loro tutti lontani dalle famiglie, dai bambini che portano in foto sul cellulare, solo per lavorare al film. Ho sviluppato un rispetto assoluto per tutti quelli che stanno lavorando con me e grazie a loro ho quasi sconfitto la paura di non fare un buon lavoro.

La preparazione di un film è qualcosa che meriterebbe un libro a se, tante sono le cose che accadono. Penso che nei backstage dei film si dovrebbe raccontare questo.

E adesso inizia l'ultima settimana prima delle riprese. Alcune cose non sono ancora andate a posto e mi chiedo come potranno aggiustarsi prima dell'inizio della lavorazione. Mi tranquillizzo vedendo, nelle espressioni delle persone che lavorano con me, che questo, comunque, accadrà.

Da lunedì prossimo ci saranno sei settimane di riprese. Aspetto con terrore e desiderio quel primo momento in cui si sentirà la pellicola che inizia a scorrere. Spero di rimanere calmo. Condurre la barca (mentre affonda) senza perdere la testa. Fare del mio meglio.
Ci risentiamo tra sei settimane.