settembre 30, 2005
4
Questa è la pittura n. 4 (35*50).
Anche questa è dipinta su cartone telato con preparazione ad olio.
Colori a olio, lametta da barba, spatole di dimensioni diverse.
Ora sto aspettando che asciughi una tavola di formato più grande.
Tutti questi dipinti sono fotografati con una macchinina digitale, la resa è quella che è.
Anche questa è dipinta su cartone telato con preparazione ad olio.
Colori a olio, lametta da barba, spatole di dimensioni diverse.
Ora sto aspettando che asciughi una tavola di formato più grande.
Tutti questi dipinti sono fotografati con una macchinina digitale, la resa è quella che è.
settembre 28, 2005
Tre dipinti
Ho iniziato a lavorare ad una serie di vedute di luoghi che non esistono.
Io le chiamo "vedute" perchè quando inzizio a dipingere (partendo dal cielo) mi sembra di ricordare questi posti, di esserci stato e ho l'impressione di non inventare niente.
E' una sensazione fasulla, particolare e stranamente piacevole.
Le pitture sono fatte utilizzando una lametta da barba ed altre spatoline di metallo. Ci sono anche tocchi di pennello, qua e là, per i dettagli minuti.
Sto usando dei supporti con una preparazione mai usata prima, che li rende plastici e scivolosi.
Il colore non si attacca mai e ho sempre la possibilità di riportare fuori luci dimenticate.
Questa è una buona cosa.
Mentre dipingo, ad un certo punto, mi saltano in mente i titoli dei lavori. Non li decido. Me li ritrovo in mente.
La mia fidanzata storge sempre la bocca, sentendoli, ma quelli sono i titoli: vengono da soli e (per quanto possano piacere poco anche a me) non me la sento di cambiarli.
Ora, l'intenzione è di fare una sessantina di vedute.
Farne un libro.
Forse con due parole scritte ogni tanto.
Io le chiamo "vedute" perchè quando inzizio a dipingere (partendo dal cielo) mi sembra di ricordare questi posti, di esserci stato e ho l'impressione di non inventare niente.
E' una sensazione fasulla, particolare e stranamente piacevole.
Le pitture sono fatte utilizzando una lametta da barba ed altre spatoline di metallo. Ci sono anche tocchi di pennello, qua e là, per i dettagli minuti.
Sto usando dei supporti con una preparazione mai usata prima, che li rende plastici e scivolosi.
Il colore non si attacca mai e ho sempre la possibilità di riportare fuori luci dimenticate.
Questa è una buona cosa.
Mentre dipingo, ad un certo punto, mi saltano in mente i titoli dei lavori. Non li decido. Me li ritrovo in mente.
La mia fidanzata storge sempre la bocca, sentendoli, ma quelli sono i titoli: vengono da soli e (per quanto possano piacere poco anche a me) non me la sento di cambiarli.
Ora, l'intenzione è di fare una sessantina di vedute.
Farne un libro.
Forse con due parole scritte ogni tanto.
settembre 08, 2005
20 minuti di sgomento
Venerdì alle ore 21,30, al festival Videominuto Pop Tv 2005 di Prato saranno proiettati venti minuti di cortometraggi di SantaMariaVideo, la mia casa di produzione video.
I video in programma sono:
>Camaleontismo.
>Fare schifo.
>Grazie ragazzi.
>Adidas.
>The question is.
>Di cosa sono fatte le persone.
>La fabbrica dell'amianto.
>Vaffanculo del terzo tipo.
>Il capo del gruppo.
>Due torture.
>Uscire dall'anonimato.
Il festival Videominuto è un appuntamento divertente e interessante.
Ci sono anche tantissimi altri film e filmini da vedere. E poi è all'aperto e si può urlare contro lo schermo, durante le proiezioni.
A me piace.
Scuola di fumetto
Segnalazione di servizio:
Se siete interessati, sul mensile "scuola di fumetto" di questo mese ci sono quattro pagine sul mio lavoro, con tante immagini e disegni e descrizioni dei materiali e delle tecniche.
E' un bell'articolo.
Questo è il sito web della rivista.
Buona visione.
Se siete interessati, sul mensile "scuola di fumetto" di questo mese ci sono quattro pagine sul mio lavoro, con tante immagini e disegni e descrizioni dei materiali e delle tecniche.
E' un bell'articolo.
Questo è il sito web della rivista.
Buona visione.
settembre 04, 2005
Superbianco
Scrivere è cosa difficilissima.
Disegnare è difficile pure, ma un po' lo so fare, in modo naturale.
Scrivere è davvero difficile.
O meglio, potrebbe apparire meno difficile se uno dimenticasse l'esistenza della letteratura.
Se non fosse esistito niente prima.
Ecco: se non fosse esistito niente di scritto prima, avere una buona idea della propria scrittura sarebbe abbasanza facilino.
Questo ragionamento, in effetti, si può applicare anche al disegno. Se uno riesce a dimenticare l'intera storia della pittura, può sentirsi un genio del pennello. E' facile. Ed è attività piuttosto diffusa.
Ho voglia di fare una polemica su una cosa. Ma ne parliamo un'altra volta.
Torniamo alla scrittura.
Ho messo giù un racconto.
Si intitola "Superbianco".
Potete leggerlo qui.
Io consiglio di stamparlo e leggerlo tenendo il foglio in mano, che a leggere sui monitor poi vi fate male agli occhi.
Questo racconto è la cronaca piuttosto fedele di una faccenda che mi è capitata ieri.
Accidenti, se la letteratura non fosse esistita, se non esistesse termine alcuno di paragone, potrei considerarmi uno scrittore decente.
Ora mi è presa la fissa di fare gli audiolibri per i ciechi.
Voglio tradurre in una sorta di radiodramma alcuni miei lavori. Inizierò con "Gli innocenti", e poi vedremo cosa succederà.
Anche questo racconto è scritto come se dovesse essere letto ad alta voce.
Disegnare è difficile pure, ma un po' lo so fare, in modo naturale.
Scrivere è davvero difficile.
O meglio, potrebbe apparire meno difficile se uno dimenticasse l'esistenza della letteratura.
Se non fosse esistito niente prima.
Ecco: se non fosse esistito niente di scritto prima, avere una buona idea della propria scrittura sarebbe abbasanza facilino.
Questo ragionamento, in effetti, si può applicare anche al disegno. Se uno riesce a dimenticare l'intera storia della pittura, può sentirsi un genio del pennello. E' facile. Ed è attività piuttosto diffusa.
Ho voglia di fare una polemica su una cosa. Ma ne parliamo un'altra volta.
Torniamo alla scrittura.
Ho messo giù un racconto.
Si intitola "Superbianco".
Potete leggerlo qui.
Io consiglio di stamparlo e leggerlo tenendo il foglio in mano, che a leggere sui monitor poi vi fate male agli occhi.
Questo racconto è la cronaca piuttosto fedele di una faccenda che mi è capitata ieri.
Accidenti, se la letteratura non fosse esistita, se non esistesse termine alcuno di paragone, potrei considerarmi uno scrittore decente.
Ora mi è presa la fissa di fare gli audiolibri per i ciechi.
Voglio tradurre in una sorta di radiodramma alcuni miei lavori. Inizierò con "Gli innocenti", e poi vedremo cosa succederà.
Anche questo racconto è scritto come se dovesse essere letto ad alta voce.
settembre 03, 2005
Il libro nuovo
Il libro nuovo è terminato.
Nella versione italiana si intitolerà "Questa è la stanza".
"Le local" nella versione francese.
In Francia sarà pubblicato da Galllimard, in una nuova collezione di BD diretta da Joann Sfar.
In Italia uscirà per Coconino Press e non potrebbe essere altrimenti.
Sei mesi prima.
Sono a letto e dormicchio. Alle otto di mattina vengo svegliato dal telefono. Mi spavento. Mio padre è morto da pochissimo. Ho paura che sia capitato qualcosa a mia madre.
Rispondo.
E' Joann Sfar.
Mi esprime il suo entusiasmo per la lettura di "Appunti per una storia di guerra". Io sono felice, anche perchè Joann è un genio riconosciuto del fumetto internazionale.
Mi propone di scrivere e disegnare un libro per una nuova colllana da lui diretta. Una collezione che sarà prodotta e stampata da Gallimard. Mi dice che abbiamo pochissimo tempo: 2 mesi. Accetto. Ho una storia iniziata, le idee sono ancora confuse. Racconta delle vicende in un gruppo di ragazzi che hanno una band. Un gruppo, come quello in cui ho suonato (male) per tanti anni, da ragazzo.
La notte in cui è morto mio padre io ero naturalmente sveglio. Ero a casa dei miei genitori.
Esco fuori, sul terrazzino, sono le sei e mezza, credo. C'è il sole che nasce. Le case cominciano a schiarirsi. il cielo è giallo. E' l'alba del giorno dopo la morte di mio padre.
Io resto lì. Guardo la luce che arriva e sobbalzo.
Sono stupito. Sono sinceramente stupito che torni a fare giorno. Ero sicuro (senza pensarci, ma ero sicuro, vi giuro) che sarebbe rimasta notte per sempre. Invece torna il giorno: nel giardino dei miei genitori ci sono i soliti merli, maschi e femmine, che scendono a farsi la corte.
Banalità: è la vita che continua. E continua subito , inarrestabile, incurante di tutti i dolori, non fa un attimo di pausa. Torna la fame, torna la sete, la voglia di riposarsi, di lavorare, di perdere tempo, di disegnare, di baciarsi.
E' di questo continuare a vivere che parlerà il libro. Del modo in cui le cose vanno avanti e della contrapposizione, che io avverto ora continua, dentro e fuori di me, tra la tensione allla vita e la tendenza alla morte.
Il libro è iniziato così. Con questi pensieri.
Poi, come faccio sempre, su questi temi seri seri ho fatto muovere dei personaggi che sono abbastanza scemi (come me e i miei amici, senza offese) e sono stato a vedere come reagivano alle prese con questioni più grandi di loro (più grandi di me).
Spero che sia un buon lavoro. E' stato disegnato in un periodo molto triste, ma ho fatto di tutto perchè questo non trasparisse troppo.
Non voglio mica rompervi le scatole.
Qui ci sono quattro tavole di anteprima.
Spero che vi piacciano.
Nella versione italiana si intitolerà "Questa è la stanza".
"Le local" nella versione francese.
In Francia sarà pubblicato da Galllimard, in una nuova collezione di BD diretta da Joann Sfar.
In Italia uscirà per Coconino Press e non potrebbe essere altrimenti.
Sei mesi prima.
Sono a letto e dormicchio. Alle otto di mattina vengo svegliato dal telefono. Mi spavento. Mio padre è morto da pochissimo. Ho paura che sia capitato qualcosa a mia madre.
Rispondo.
E' Joann Sfar.
Mi esprime il suo entusiasmo per la lettura di "Appunti per una storia di guerra". Io sono felice, anche perchè Joann è un genio riconosciuto del fumetto internazionale.
Mi propone di scrivere e disegnare un libro per una nuova colllana da lui diretta. Una collezione che sarà prodotta e stampata da Gallimard. Mi dice che abbiamo pochissimo tempo: 2 mesi. Accetto. Ho una storia iniziata, le idee sono ancora confuse. Racconta delle vicende in un gruppo di ragazzi che hanno una band. Un gruppo, come quello in cui ho suonato (male) per tanti anni, da ragazzo.
La notte in cui è morto mio padre io ero naturalmente sveglio. Ero a casa dei miei genitori.
Esco fuori, sul terrazzino, sono le sei e mezza, credo. C'è il sole che nasce. Le case cominciano a schiarirsi. il cielo è giallo. E' l'alba del giorno dopo la morte di mio padre.
Io resto lì. Guardo la luce che arriva e sobbalzo.
Sono stupito. Sono sinceramente stupito che torni a fare giorno. Ero sicuro (senza pensarci, ma ero sicuro, vi giuro) che sarebbe rimasta notte per sempre. Invece torna il giorno: nel giardino dei miei genitori ci sono i soliti merli, maschi e femmine, che scendono a farsi la corte.
Banalità: è la vita che continua. E continua subito , inarrestabile, incurante di tutti i dolori, non fa un attimo di pausa. Torna la fame, torna la sete, la voglia di riposarsi, di lavorare, di perdere tempo, di disegnare, di baciarsi.
E' di questo continuare a vivere che parlerà il libro. Del modo in cui le cose vanno avanti e della contrapposizione, che io avverto ora continua, dentro e fuori di me, tra la tensione allla vita e la tendenza alla morte.
Il libro è iniziato così. Con questi pensieri.
Poi, come faccio sempre, su questi temi seri seri ho fatto muovere dei personaggi che sono abbastanza scemi (come me e i miei amici, senza offese) e sono stato a vedere come reagivano alle prese con questioni più grandi di loro (più grandi di me).
Spero che sia un buon lavoro. E' stato disegnato in un periodo molto triste, ma ho fatto di tutto perchè questo non trasparisse troppo.
Non voglio mica rompervi le scatole.
Qui ci sono quattro tavole di anteprima.
Spero che vi piacciano.
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