novembre 23, 2010

Stan Lee, Steve Ditko, Michelangelo. Tutti incazzati con me.

E' successa una cosa che voglio raccontare.
Mi arriva da fare un disegno per Repubblica.
Funziona così: mi arriva una email con un articolo. mi chiama il mio capo a Repubblica e mi dice una scadenza.
Non mi dice ingombri, spazi, non da indicazioni di sorta. Sono tanti anni che lavoriamo insieme. Non c'è bisogno.
Leggo l'articolo e so di doverlo illustrare.
E' l'intervista all'autore del volume "Mainstream", Frédéric Martel.
Il volume parla di tante cose, immagino. Nell'estratto che arriva a me per il lavoro, si parla di cultura alta e bassa, di mainstream e popolare. Facciamola breve. Si tratta, per quel che ho capito io, di rappresentare una sorta di equivalenza tra cultura di massa e cultura d'elite. 
Non so cosa voglia dire ma so che mi viene questa idea qui.

Il disegno esce sul giornale. 
Due giorni dopo mi arriva una segnalazione. 
"Gipi!" mi dice la segnalazione "Sei una merda, hai copiato questo artista che ora sarà incazzato nero!"
Questo artista si chiama Giuseppe Veneziano
Ha dipinto questo.
Wow! Penso, quando vedo il dipinto. Un altro uomo ragno in braccio a una femmina!
Non so perchè ma al principio l'idea che due persone che non si conoscono abbiano disegnato una cosa simile, mi fa piacere. Mi fa piacere pensare che anche altri hanno immaginato un uomo ragno inerme e sdraiato in braccio a una donna.

Poi rispondo alla segnalazione spiegando che mi occupo solo di artisti morti e quindi non conoscevo l'esistenza e l'opera di Giuseppe Veneziano e che casomai avrebbero dovuto incazzarsi, nell'ordine, Michelangelo, Stan Lee e Steve Ditko.
Naturalmente vado a vedere i suoi dipinti (di Veneziano) e scopro che di Uomini Ragni ne ha fatti moltissimi. Io ne ho fatto uno solo, e qui la mia ingenua contentezza per la condivisione delle idee scema un pochino.

Rispondo pure che in effetti io questa cosa l'ho copiata, naturalmente, ma non dal pittore vivente: dal maestro morto. Insomma, se qualcuno deve prendersela a male, dovrebbe essere Michelangelo, anche conosciuto, in casa mia, come "The God".
Nella versione originale, è opportuno sottolinearlo, in braccio alla Madonna c'è Gesù Cristo".

Mi si risponde invece che il pittore vivente è molto conosciuto (se andate sul suo sito trovate anche un testo dell'onorevole Sgarbi che ne parla) e che quindi io sia un ignorante nel campo dell'arte contemporanea, che avrei dovuto conoscerlo.
Ora, il problema è che io, come detto, mi interesso solo ai pittori morti o a quelli che per scelta o talento sembrano già morti, insomma fuori dal tempo o che fanno opere "monumentali" come direbbe il mio amico David Tindle.
Dove "monumentali" non indica una dimensione ma una collocazione fuori dal tempo, dal momento, dall'attualità maledetta.
Quindi, mi dispiace un casino ma io questo pittore non lo conoscevo. Di giovani pittori moderni conosco solo Ozmo, perchè giocavamo al computer insieme, da giovanotti.

Poi succede un altra cosa buffa. Guardando i dipinti di Veneziano trovo anche una Madonna con bambino Hitler.
Ora non la trovo più ma c'è. Andate sul suo sito web e cercatela.
Ecco. Qualche giorno fa, mentre ero al telefono e giochicchiavo con la tavoletta grafica, avevo fatto questo:
Ho salvato l'immagine con il titolo "Madonna con bambino Adolfo".

Ora la domanda è: Cosa mi sta succedendo?
Perchè in una settimana mi sono ritrovato a fare due disegni già esistenti, più o meno, come soggetto?
La risposta che mi sono dato, alla fine, è che le idee, le intuizioni, le furbate, l'essere acuti, nell'arte non contano un cazzo.
Non sono nulla.
Chissà quanti altri hanno fatto Madonne con bambino Adolfo. E' normale, è una cazzata. Un'idea furbina, un po' figa. Ma se anche fosse geniale (e non lo è, e sia maledetto questo termine abusato, da me pure) non varrebbe una minchia. 
Perchè è solo una cazzo di idea. Una "trovata". 
(Parlo della mia idea, sicuramente Veneziano può spiegare le sue motivazioni in modo assolutamente ineccepibile).

Ora fate questo. 
Prendete questa immagine (o andate sul luogo, se potete) e guardate (ma guardate davvero) il viso di Maria. 
Guardate la tenerezza del guancino e l'inclinazione infinitesimale dell'asse degli occhi.
Il cencio in capo. Guardate quello. Finitevici gli occhi su.
E piangete, cani, se siete ancora in vita, dopo.

Poi fermatevi e ripetetevi: E' di marmo. E' di marmo. E' di marmo.
E riflettete sulla miseria di noi moderni.

novembre 18, 2010

Dodici coniglioni neri

In pratica il dottore chiede se fumo. Rispondo si. Cioè, dico, ho smesso. Da quanto, mi chiede. Un mese. Quindi "fuma", scrive.
E questi episodi, quando si sono verificati, quante volte? Chiede.
Lo dico.












La conclusione è che vista l'età, il mio esser fumatore, i sintomi descritti, la ricorrenza di questi, le probabilità che io abbia la malattia brutta sono molto alti.
Quanto alti?
Alti.
Quindi? Chiedo.
Quindi deve fare questo esame.
Questo esame faccio e per avere il risultato devo aspettare due settimane. Poi le settimane diventano tre ed io ogni sera, andando a letto, penso che stavolta ci siamo. Che questa volta il male mi ha beccato e immagino dodici coniglioni neri che mi portano via e rimpiango ogni secondo di questa vita e chiedo scusa al passato tutto.
Invece no (lo dico subito poi continuo a raccontare, che non voglio mica fare la suspence su questa cosa) i risultati sono arrivati ieri e la risposta è negativa. Quella malattia lì, non ce l'ho.
Sono sempre fortunato.

Però ho avuto proprio paura. Anche per questo non ho risposto alle lettere di chi mi scriveva per progetti futuri. M'ero convinto che non avrei visto i cani in giardino a settembre. Chiedo scusa a tutti per avere avuto tanta paura. Scusa sopratutto a chi (nella storia dell'uomo) ha fatto gli stessi esami ed è stato meno fortunato di me.
E scusa a chi mi è stato vicino in queste settimane e s'è ritrovato ad avere a che fare con una specie di cadavere prematuro.
Grazie a chi ha pregato Joe Pesci per me.

Ma veniamo alle cose dei vivi.
La paura fa fare autoritratti, perchè si ragiona su quel che si è, su cosa si è fatto e su cosa si doveva fare. La paura genera anche un sacco di buoni propositi, che svaniscono all'istante appena la paura s'è sconfitta. Se si è un disegnatore (o lo si era) questi processi si esplicano in disegni.


Questo è bene. Non disegnavo per disegnare da un sacco di tempo. Ci sono voluti i coniglioni neri per ridarmi la voglia. Il risultato è nullo, ma poco importa. l'importante è aver rimesso la mano sul foglio.
Di autoritratti me ne sono fatti un po', non voglio metterli tutti perchè sono brutti. Voglio mostrarvi invece  la conclusione del percorso.
Quando si comincia a farsi autoritratti si finisce con l'avvicinarsi alla verità. Quindi quello che trovate qui, è l'ultimo disegno. Quello definitivo. Quello dove indosso la cravatta.





















Infine, archiviate le lagne penose, ecco un paio di aggiornamenti:
L'ultimo terrestre, il film, si avvia verso l'inizio della lavorazione. Il terrore sale. La voglia pure.

Ci sono trattative per portare sullo schermone anche "Appunti per una storia di guerra", ma siamo agli inizi, è un segreto e ci sono di mezzo i francesi.

Da più di un mese non fumo più e quindi prima o poi potrò mettermi al lavoro sul mio romanzo "Smettere di fumare fumando". Intanto scrivo racconti brevi.
Ho smesso anche Facebook. Quasi in contemporanea. Poi ho visto il film e sono stato molto fiero di aver chiuso l'account. Ora si tratta di non riaprirlo proprio mai mai mai più.
Come con le sigarette. Ora si tratta di.

Per finire:
Ho seguito la vicenda della giornalista del corriere che ha fatto lo sciopero della fame. Ho sopratutto seguito l'onda di solidarietà digitale sul web.
Ci sarebbe da farne una bella discussione ad averne voglia. Ma credo che la cosa più importante sia stato l'aver imparato che gli squali sono mammiferi.
Ringrazio per questo.

novembre 11, 2010

Internazionale

Sul prossimo numero di Internazionale un mio racconto, illustrato da Giacomo Nanni.
Per il resto, fiato sospeso, ancora per un po'. Poi spiego.