dicembre 08, 2006
In edicola e a Parigi
Il volume contiene "Appunti per una storia di guerra", "Gli innocenti", "Hanno ritrovato la macchina", "I due funghi", una lunga intervista con Matteo Stefanelli, testi di Luca Raffaelli e Paolo Interdonato, disegni, illustrazioni.
Non ho ancora visto il volume ma da Repubblica mi dicono essere venuto molto bene.
Io, intanto, mi preparo all'espatrio.
Ho preso una "casa" di sedici metri quadri a Port De Glignancourt, a Parigi.
Nello stesso palazzo di Igort ( a testimoniare in imperitura forma architettonica il magna magna Coconino :)
Poi ne cercherò un'altra, forse.
Perchè sedici metri quadri non sono mica pochi, se dormi in diagonale.
dicembre 02, 2006
novembre 28, 2006
Teaser
Ricevo e pubblico dal mio amico-collaboratore Massimo Colella:
"Mi sono divertito come un cretino a fare un teaser delle interviste a venire.
Se vi piacesse e non vi sembrasse troppo scemo ed irriverente, potreste cominciare a postarlo sui vostri blogghi."
Scemo lo sono et irriverente non so nemmeno cosa voglia dire.
Quindi ecco il teaser delle riprese fatte a Parigi.
Siamo nel salotto di Igort, io sono fissato con un gioco di prestigio da fare con due tappi di sughero.
Poi inizieremo anche a parlare di fumetti, quasi seriamente, ma qui ci stiamo ancora scaldando e io non resisto alla demenza che sempre m'ispira un obiettivo contropuntato.
Nei prossimi giorni arriverà la parte seria, immagino.
Nota:
Per quanto dal filmato possa apparire il contrario, Igort NON riesce nel gioco di togliere i tappi di sughero SENZA staccare le dita :)
"Mi sono divertito come un cretino a fare un teaser delle interviste a venire.
Se vi piacesse e non vi sembrasse troppo scemo ed irriverente, potreste cominciare a postarlo sui vostri blogghi."
Scemo lo sono et irriverente non so nemmeno cosa voglia dire.
Quindi ecco il teaser delle riprese fatte a Parigi.
Siamo nel salotto di Igort, io sono fissato con un gioco di prestigio da fare con due tappi di sughero.
Poi inizieremo anche a parlare di fumetti, quasi seriamente, ma qui ci stiamo ancora scaldando e io non resisto alla demenza che sempre m'ispira un obiettivo contropuntato.
Nei prossimi giorni arriverà la parte seria, immagino.
Nota:
Per quanto dal filmato possa apparire il contrario, Igort NON riesce nel gioco di togliere i tappi di sughero SENZA staccare le dita :)
novembre 26, 2006
Pisa-Parigi-Pisa
Sono appena rientrato dopo una bellissima settimana a Parigi. E' per questo che non ho risposto a nessun messaggio, email o commento. Cercherò di rimediare prima possibile.
Sono stato a seguire i primi passi di S. sul suolo francese. Non ho fatto incontri con il pubblico o sezioni di dediche, ma mi piaceva l'idea di stare là, mentre il librino andava nelle librerie.
Ho avuto incontri di lavoro segreti dei quali non posso dare dettagli (ma posso dire di averli avuti per fare il furbo).
E poi mi piaceva l'idea di passare delle serate fantastiche con i miei amici italo francesi, ai quali mando un grande abbraccio.
Per l'italia, invece, voglio segnalare una bella recensione che ho scoperto visitando le pagine de Lo Spazio Bianco. E' a firma di Guglielmo Nigro (che non credo di conoscere, e se mi sbaglio chiedo perdono) ed è una delle letture più attente che mio librino abbia mai ricevuto.
Sempre a Parigi, abbiamo girato delle videointerviste.
Massimo Colella, il prezioso ideatore e realizzatore dell'impresa, sta montando il materiale.
I filmati saranno presto disponibili in streaming.
Per i curiosi: ci sto io sul lungo Senna, brutto come la fame, io e Igort insieme, nel tipico salotto magna magna Coconino e sempre io che faccio i giochi di prestigio con i tappi di sughero.
Una roba che nessun amante del racconto può pensare di perdersi :)
A presto.
p.s.
Se vi doveste trovare su un aereo della EasyJet e scorgete un orecchiuto sottopeso che piagnucola con il naso appiccicato al finestrino per la bellezza delle nuvole viste dall'alto, quello sono io. Fatemi ciao.
Sono stato a seguire i primi passi di S. sul suolo francese. Non ho fatto incontri con il pubblico o sezioni di dediche, ma mi piaceva l'idea di stare là, mentre il librino andava nelle librerie.
Ho avuto incontri di lavoro segreti dei quali non posso dare dettagli (ma posso dire di averli avuti per fare il furbo).
E poi mi piaceva l'idea di passare delle serate fantastiche con i miei amici italo francesi, ai quali mando un grande abbraccio.
Per l'italia, invece, voglio segnalare una bella recensione che ho scoperto visitando le pagine de Lo Spazio Bianco. E' a firma di Guglielmo Nigro (che non credo di conoscere, e se mi sbaglio chiedo perdono) ed è una delle letture più attente che mio librino abbia mai ricevuto.
Sempre a Parigi, abbiamo girato delle videointerviste.
Massimo Colella, il prezioso ideatore e realizzatore dell'impresa, sta montando il materiale.
I filmati saranno presto disponibili in streaming.
Per i curiosi: ci sto io sul lungo Senna, brutto come la fame, io e Igort insieme, nel tipico salotto magna magna Coconino e sempre io che faccio i giochi di prestigio con i tappi di sughero.
Una roba che nessun amante del racconto può pensare di perdersi :)
A presto.
p.s.
Se vi doveste trovare su un aereo della EasyJet e scorgete un orecchiuto sottopeso che piagnucola con il naso appiccicato al finestrino per la bellezza delle nuvole viste dall'alto, quello sono io. Fatemi ciao.
novembre 10, 2006
Una minaccia ed un ringraziamento
Questa edizione di Lucca è stata fantastica. Un altro mondo rispetto alle precedenti.
Ho sentito voci di un possibile ritorno all'esterno delle mura per le prossime edizioni.
Scrivo questo post solo per avvisare che avrò premura di spezzare personalmente i braccini a qualsiasi sindaco/assessore/direttore/organizzatore che dovesse essere partecipe di una tale scelleratezza.
Minacce a parte.
Ho incontrato un affetto incredibile, inaspettato, da parte dei lettori.
S. terminato già al sabato pomeriggio. Il record di vendite della Coconino raddoppiato.
Tutti gli autori della squadra Coconino che hanno venduto tanto, tutti al di sopra delle aspettative.
L' anno passato, quando auspicavo una separazione di comics da una parte e games dall'altra, tra le altre stupidaggini che mi venivano dette, c'era un sinistro pronostico secondo il quale noi autori di fumetti non avremmo venduto una mazza, senza il traino ed il connubio con i games. Bella cazzata. Lasciatemelo dire.
Bene.
Niente post romantico quest'anno. Sono troppo contento e rischierei di diventare mieloso.
Solo un sincero ringraziamento a tutti, dai lettori agli organizzatori di Lucca Comics ai miei fratelli Coconino.
Grazie a tutti, di cuore, per questi 5 giorni bellissimi.
Ho sentito voci di un possibile ritorno all'esterno delle mura per le prossime edizioni.
Scrivo questo post solo per avvisare che avrò premura di spezzare personalmente i braccini a qualsiasi sindaco/assessore/direttore/organizzatore che dovesse essere partecipe di una tale scelleratezza.
Minacce a parte.
Ho incontrato un affetto incredibile, inaspettato, da parte dei lettori.
S. terminato già al sabato pomeriggio. Il record di vendite della Coconino raddoppiato.
Tutti gli autori della squadra Coconino che hanno venduto tanto, tutti al di sopra delle aspettative.
L' anno passato, quando auspicavo una separazione di comics da una parte e games dall'altra, tra le altre stupidaggini che mi venivano dette, c'era un sinistro pronostico secondo il quale noi autori di fumetti non avremmo venduto una mazza, senza il traino ed il connubio con i games. Bella cazzata. Lasciatemelo dire.
Bene.
Niente post romantico quest'anno. Sono troppo contento e rischierei di diventare mieloso.
Solo un sincero ringraziamento a tutti, dai lettori agli organizzatori di Lucca Comics ai miei fratelli Coconino.
Grazie a tutti, di cuore, per questi 5 giorni bellissimi.
ottobre 31, 2006
Essendo
Essendo che sono inguaiato con il cervello, mi sono perso l'inaugurazione della mia mostra a Lucca Comics. Non mi ero accorto di essere in ottobre.
Mi dicono essere buona (la mostra).
Uscirà una raccolta di mie storie con "La Repubblica".
Non è più un segreto.
Per i dettagli però dobbiamo aspettare. Per sapere con precisione cosa ci sarà dentro, in via definitiva intendo.
Questa dovrebbe essere la copertina, più o meno finale. L'ho disegnata ieri, anche se , ora come ora, disegnare mi sembra attività impossibile. E non parliamo dello scrivere storie.
Vogliamo parlare dell'abitare il pianeta Terra?
Meglio di no.
Ho fatto l'incontro con il pubblico alla Feltrinelli di Firenze.
Grande imbarazzo, non riuscivo a mettere due parole in fila. Avevo due topini di pelo in mano e antidolorifici in corpo. Roba da Dottor House.
Igort ha salvato al serata, sacrificando il fatto che pure del suo libro avremmo dovuto parlare.
Problemi con il cervello.
Mi dicono che è l'effetto dell'uscita di S. Dicono che è normale.
Speriamo passi, anche se è normale.
Intanto domani inizia Lucca. Disegnare disegnare disegnare.
Se qualcuno di voi, gentili frequentatori di queste pagine, dovesse passare dallo stand Coconino (lo trovate qui) si manifesti, con nome e cognome. Mi farà piacere.
Mi dicono essere buona (la mostra).
Uscirà una raccolta di mie storie con "La Repubblica".
Non è più un segreto.
Per i dettagli però dobbiamo aspettare. Per sapere con precisione cosa ci sarà dentro, in via definitiva intendo.
Questa dovrebbe essere la copertina, più o meno finale. L'ho disegnata ieri, anche se , ora come ora, disegnare mi sembra attività impossibile. E non parliamo dello scrivere storie.
Vogliamo parlare dell'abitare il pianeta Terra?
Meglio di no.
Ho fatto l'incontro con il pubblico alla Feltrinelli di Firenze.
Grande imbarazzo, non riuscivo a mettere due parole in fila. Avevo due topini di pelo in mano e antidolorifici in corpo. Roba da Dottor House.
Igort ha salvato al serata, sacrificando il fatto che pure del suo libro avremmo dovuto parlare.
Problemi con il cervello.
Mi dicono che è l'effetto dell'uscita di S. Dicono che è normale.
Speriamo passi, anche se è normale.
Intanto domani inizia Lucca. Disegnare disegnare disegnare.
Se qualcuno di voi, gentili frequentatori di queste pagine, dovesse passare dallo stand Coconino (lo trovate qui) si manifesti, con nome e cognome. Mi farà piacere.
ottobre 24, 2006
Il rito
Il rito comprende il sonno. Lo prevede.
La notte precedente al rito (anche se possiamo dire che questa notte precedente, già appartenga al rito) si deve dormire poco.
Si può realizzare, questa condizione di sonnolenza, in modi diversi.
Il rito però, preferisce i modi peggiori.
Giocare fino alle 4 di mattina ad un gioco al computer è un buon modo. Adatto al rito. Apprezzato.
La mattina del rito il sonno deve essere quasi intollerabile. Così è scritto.
Nel rito, durante il rito, si devono avere comprensibili dubbi sul mezzo di trasporto da utilizzare per recarsi sul luogo del rito.
Per quanto la logica possa suggerire l'utilizzo di mezzi più comodi, per il rito si sceglierà sempre il peggiore. Il più pericoloso, il più faticoso.
Questo mezzo, per il rito in questione, è l'automobile.
Il tratto da percorrere per raggiungere il luogo preposto al rito, porta a Bologna e comprende il passaggio dell'appennino sulla famigerata A1, nello specifico del tratto che separa Barberino del Mugello da Roncobilaccio. Così richiede il rito.
Il rito prevede un primo intoppo sull'autostrada. Mentre ancora si è soltanto in viaggio, ancora intenti a raggiungere, nel modo più faticoso possibile, il luogo del rito.
Il primo intoppo, solitamente è costituito da un ingorgo. Una fila per incidente sul tratto appenninico dell'autostrada, per esempio.
Ma altri intoppi sono ben accetti.
Un ritardo nell'avvio della stampa. Dalle 11 della mattina alle quattro del pomeriggio, è un intoppo ben accolto dagli officianti al rito.
Questo ritardo, come risulterà comprensibile anche ai meno attenti tra noi, vanifica il risveglio in prima mattinata e conferisce al sonno insopportabile presente (precedentemente citato) un tono di beffa.
Per raggiungere il luogo preposto al rito, il rito stesso comporta che non si domandi informazioni sulla strada da percorrere.
Nel rito si entrerà più volte sulla tangenziale in direzione errata.
Se ne uscirà e si rientrerà nuovamente più volte, per poi saltare colpevolmente la giusta uscita. Il rito prevede che si percorra più volte il tratto tra l'uscita 7 e l'uscita 10 della tangenziale che circonda Bologna.
L'uscita corretta, per raggiungere il luogo del rito, è la numero nove. Quella che ha un palo ben piazzato proprio davanti al cartello con su scritto NOVE.
Quel palo, certamente, è stato posizionato in quella precisa et obscurante maniera dagli addetti al rito.
Fa parte del rito.
Il rito è la stampa del libro.
Il libro in questione è "S."
E' la quarta volta che partecipiamo, io e la mia fidanzata. Sono quattro volte dal 2002. Pur con scarsissime basi matematiche, posso dedurre che il rito si svolga, di media, una volta all'anno. Una ulteriore osservazione ne colloca il periodo preferito al principio della brutta stagione.
Per il rito è necessario vestirsi male. Non lavare i capelli.
Questo stato di trascuratezza dovrà essere documentato poi, in fotografia , come attestato di ottemperanza alle regole del rito riguardanti la cura della persona.
Quando il rito avrà inizio, quando la stampa inizierà, si evocheranno i demoni dell'errore.
Gli officianti al rito si consumeranno gli occhi per controllare le prime stampe. Ciò nonostante, dovranno accorgersi di eventuali errori (anche gravissimi) soltanto dopo l'avvio delle macchine da stampa.
In questo caso, oggetto del disastro sarà un singolo accento.
Un accento su una "e". Un accento mancante su una "e" particolare.
Una "e" posta nel punto più importante del racconto contenuto nel libro oggetto del rito.
Questo fa parte del rito.
L'errore più grave dovrà avere la singolare caratteristica di apparire "tanto grave" solo agli occhi dell'autore del libro oggetto del rito.
Agli occhi degli altri officianti al rito, questo errore dovrà risultare insignificante e trascurabile. Si dovrà, quindi, generare una condizione in cui l'autore del libro oggetto del rito dovrà apparire, agli occhi degli altri presenti, come posseduto dai demoni evocati dal rito stesso.
L'autore coinvolto nel rito, se il rito funzionerà come si deve, dovrà trovarsi in conflitto aperto con il resto del mondo per un motivo che soltanto lui comprende.
Dovrà lasciare il luogo preposto al rito. Recitare una litania improvvisata che abbia per contenuto un pianto di cosmica solitudine esistenziale.
In seguito, dovrà rivolgersi al proprio assistente spirituale, riversargli addosso angosce e lamenti. Dovrà maledire se stesso (e il mondo che mai lo assiste e lo abbandona in solitudine) fino a riconoscere nell'errore rivelato dal rito (l'accento sulla "e", in questo caso) l'orrore stesso della condizione umana.
Dovrà tornare al rito, infine. Sacrificato ormai, nel profondo. Siederà al tavolo dove si svolge il rito e mentendo pronuncerà la frase "Non importa. Andiamo avanti. Non fa niente". Per poi avere immediatamente un'altra crisi di nervi.
Allora entrerà il sacerdote.
Il sacerdote del rito, finora , nella mia esperienza, è sempre stato lo stesso.
Il sacerdote è diventato tale per manifesta competenza negli affari legati al rito.
Il sacerdote (che non avrà mai atteggiamenti sacerdatoli, risultando addirittura, agli occhi dei più, come defilato e silente) riuscirà a soddisfare le esigenze di tutti gli officianti al rito.
Nel caso specifico, risolverà la questione dell'accento e calmerà i partecipanti con la sua sola presenza.
Il sacerdote ha un nome segreto.
E' nonno da poco.
Sarà grazie a lui, ed all'appoggio (seppur controvoglia) dell' oligarchia degli officanti alle sue spalle, che il rito potrà avviarsi verso la sua fase finale.
In questa fase, quando le macchine da stampa saranno in pieno regime e gli uomini in blu soltanto parteciperanno al rito, l'autore potrà tornare a casa.
La fidanzata dell'autore del libro oggetto del rito bacerà il gran sacerdote. Lo ringrazierà così, per aver salvato lo spirito del proprio compagno e la lettura del libro oggetto del rito.
Il rito prevede infine che la strada del ritorno sia la medesima dell'andata ma con traffico augmentato.
Durante il ritorno, nella fase conclusiva del rito (almeno per qunto riguarda la figura dell'autore del libro oggetto del rito) ci saranno pensieri ossessivi e si reciterà una litania composta da poche ossessive parole.
Queste parole, in forme di domanda, saranno poste alla fidanzata dell'autore del libro oggetto del rito.
Le frasi saranno ripetute in modo ipnotico per tutta la durata del ritorno a casa, durante le frenate ed il sorpasso dei camion con rimorchio.
Le frasi dovranno essere queste:
"E' buono no? Mi sembra buono. Il libro. Mi sembra buono. Tu che dici? E' buono. Sarà buono? Non è che farà schifo e nessuno ci capirà nulla? Farà schifo? Mi sa che fa schifo. Tu che dici? Fa schifo? O è buono? E' buono no?"
Questo è il rito.
E' sempre stato così.
E, temo, sempre sarà.
La notte precedente al rito (anche se possiamo dire che questa notte precedente, già appartenga al rito) si deve dormire poco.
Si può realizzare, questa condizione di sonnolenza, in modi diversi.
Il rito però, preferisce i modi peggiori.
Giocare fino alle 4 di mattina ad un gioco al computer è un buon modo. Adatto al rito. Apprezzato.
La mattina del rito il sonno deve essere quasi intollerabile. Così è scritto.
Nel rito, durante il rito, si devono avere comprensibili dubbi sul mezzo di trasporto da utilizzare per recarsi sul luogo del rito.
Per quanto la logica possa suggerire l'utilizzo di mezzi più comodi, per il rito si sceglierà sempre il peggiore. Il più pericoloso, il più faticoso.
Questo mezzo, per il rito in questione, è l'automobile.
Il tratto da percorrere per raggiungere il luogo preposto al rito, porta a Bologna e comprende il passaggio dell'appennino sulla famigerata A1, nello specifico del tratto che separa Barberino del Mugello da Roncobilaccio. Così richiede il rito.
Il rito prevede un primo intoppo sull'autostrada. Mentre ancora si è soltanto in viaggio, ancora intenti a raggiungere, nel modo più faticoso possibile, il luogo del rito.
Il primo intoppo, solitamente è costituito da un ingorgo. Una fila per incidente sul tratto appenninico dell'autostrada, per esempio.
Ma altri intoppi sono ben accetti.
Un ritardo nell'avvio della stampa. Dalle 11 della mattina alle quattro del pomeriggio, è un intoppo ben accolto dagli officianti al rito.
Questo ritardo, come risulterà comprensibile anche ai meno attenti tra noi, vanifica il risveglio in prima mattinata e conferisce al sonno insopportabile presente (precedentemente citato) un tono di beffa.
Per raggiungere il luogo preposto al rito, il rito stesso comporta che non si domandi informazioni sulla strada da percorrere.
Nel rito si entrerà più volte sulla tangenziale in direzione errata.
Se ne uscirà e si rientrerà nuovamente più volte, per poi saltare colpevolmente la giusta uscita. Il rito prevede che si percorra più volte il tratto tra l'uscita 7 e l'uscita 10 della tangenziale che circonda Bologna.
L'uscita corretta, per raggiungere il luogo del rito, è la numero nove. Quella che ha un palo ben piazzato proprio davanti al cartello con su scritto NOVE.
Quel palo, certamente, è stato posizionato in quella precisa et obscurante maniera dagli addetti al rito.
Fa parte del rito.
Il rito è la stampa del libro.
Il libro in questione è "S."
E' la quarta volta che partecipiamo, io e la mia fidanzata. Sono quattro volte dal 2002. Pur con scarsissime basi matematiche, posso dedurre che il rito si svolga, di media, una volta all'anno. Una ulteriore osservazione ne colloca il periodo preferito al principio della brutta stagione.
Per il rito è necessario vestirsi male. Non lavare i capelli.
Questo stato di trascuratezza dovrà essere documentato poi, in fotografia , come attestato di ottemperanza alle regole del rito riguardanti la cura della persona.
Quando il rito avrà inizio, quando la stampa inizierà, si evocheranno i demoni dell'errore.
Gli officianti al rito si consumeranno gli occhi per controllare le prime stampe. Ciò nonostante, dovranno accorgersi di eventuali errori (anche gravissimi) soltanto dopo l'avvio delle macchine da stampa.
In questo caso, oggetto del disastro sarà un singolo accento.
Un accento su una "e". Un accento mancante su una "e" particolare.
Una "e" posta nel punto più importante del racconto contenuto nel libro oggetto del rito.
Questo fa parte del rito.
L'errore più grave dovrà avere la singolare caratteristica di apparire "tanto grave" solo agli occhi dell'autore del libro oggetto del rito.
Agli occhi degli altri officianti al rito, questo errore dovrà risultare insignificante e trascurabile. Si dovrà, quindi, generare una condizione in cui l'autore del libro oggetto del rito dovrà apparire, agli occhi degli altri presenti, come posseduto dai demoni evocati dal rito stesso.
L'autore coinvolto nel rito, se il rito funzionerà come si deve, dovrà trovarsi in conflitto aperto con il resto del mondo per un motivo che soltanto lui comprende.
Dovrà lasciare il luogo preposto al rito. Recitare una litania improvvisata che abbia per contenuto un pianto di cosmica solitudine esistenziale.
In seguito, dovrà rivolgersi al proprio assistente spirituale, riversargli addosso angosce e lamenti. Dovrà maledire se stesso (e il mondo che mai lo assiste e lo abbandona in solitudine) fino a riconoscere nell'errore rivelato dal rito (l'accento sulla "e", in questo caso) l'orrore stesso della condizione umana.
Dovrà tornare al rito, infine. Sacrificato ormai, nel profondo. Siederà al tavolo dove si svolge il rito e mentendo pronuncerà la frase "Non importa. Andiamo avanti. Non fa niente". Per poi avere immediatamente un'altra crisi di nervi.
Allora entrerà il sacerdote.
Il sacerdote del rito, finora , nella mia esperienza, è sempre stato lo stesso.
Il sacerdote è diventato tale per manifesta competenza negli affari legati al rito.
Il sacerdote (che non avrà mai atteggiamenti sacerdatoli, risultando addirittura, agli occhi dei più, come defilato e silente) riuscirà a soddisfare le esigenze di tutti gli officianti al rito.
Nel caso specifico, risolverà la questione dell'accento e calmerà i partecipanti con la sua sola presenza.
Il sacerdote ha un nome segreto.
E' nonno da poco.
Sarà grazie a lui, ed all'appoggio (seppur controvoglia) dell' oligarchia degli officanti alle sue spalle, che il rito potrà avviarsi verso la sua fase finale.
In questa fase, quando le macchine da stampa saranno in pieno regime e gli uomini in blu soltanto parteciperanno al rito, l'autore potrà tornare a casa.
La fidanzata dell'autore del libro oggetto del rito bacerà il gran sacerdote. Lo ringrazierà così, per aver salvato lo spirito del proprio compagno e la lettura del libro oggetto del rito.
Il rito prevede infine che la strada del ritorno sia la medesima dell'andata ma con traffico augmentato.
Durante il ritorno, nella fase conclusiva del rito (almeno per qunto riguarda la figura dell'autore del libro oggetto del rito) ci saranno pensieri ossessivi e si reciterà una litania composta da poche ossessive parole.
Queste parole, in forme di domanda, saranno poste alla fidanzata dell'autore del libro oggetto del rito.
Le frasi saranno ripetute in modo ipnotico per tutta la durata del ritorno a casa, durante le frenate ed il sorpasso dei camion con rimorchio.
Le frasi dovranno essere queste:
"E' buono no? Mi sembra buono. Il libro. Mi sembra buono. Tu che dici? E' buono. Sarà buono? Non è che farà schifo e nessuno ci capirà nulla? Farà schifo? Mi sa che fa schifo. Tu che dici? Fa schifo? O è buono? E' buono no?"
Questo è il rito.
E' sempre stato così.
E, temo, sempre sarà.
ottobre 19, 2006
New York et Florence
Da New York, Luca Sofri, nel suo programma radiofonico "Condor" , in onda su Radio 2, ha parlato di "Appunti per un storia di guerra".
Una bella sorpresa.
Lo potete ascoltare facendo un salto sul sito web di Condor, passando dall'archivio ed aprendo la puntata del 18 ottobre. ( E potete approfittarne per ascoltare anche le altre puntate.)
Il 26 ottobre, invece, (questo è l'annuncio ufficiale) sarò a Firenze, alla libreria Feltrinelli, con il mio amigo Igort, a presentare le nuove edizioni di "5 è il numero perfetto" e "Appunti per una storia di guerra".
Dettagli:
26 ottobre ore 18.00
Firenze
Sede: la Feltrinelli Libreria - via de' Cerretani 30r tel.055.2382652
Una bella sorpresa.
Lo potete ascoltare facendo un salto sul sito web di Condor, passando dall'archivio ed aprendo la puntata del 18 ottobre. ( E potete approfittarne per ascoltare anche le altre puntate.)
Il 26 ottobre, invece, (questo è l'annuncio ufficiale) sarò a Firenze, alla libreria Feltrinelli, con il mio amigo Igort, a presentare le nuove edizioni di "5 è il numero perfetto" e "Appunti per una storia di guerra".
Dettagli:
26 ottobre ore 18.00
Firenze
Sede: la Feltrinelli Libreria - via de' Cerretani 30r tel.055.2382652
ottobre 09, 2006
Cose che non farò
Tra le cose che NON farò (meglio chiarire subito, perchè da più parti mi viene domandato) c'è una storia di pirati.
Sto leggendo tanti libri sulla pirateria, alcuni molto belli.
Il tema mi affascina, ma non abbastanza da farci su una storia. Non ora almeno.
Inoltre, mi viene detto, e lo scoprò così perchè abito un tantino isolato, che il mondo del fuckin' intrattenimento è PIENO di pirati. Dai film, ai fumetti, ai giochi elettronici. Bene, è una canzone che mi pare già a posto. Non serve che ci aggiunga altre note, per quanto storte le mie potrebbero essere.
Niente storia di pirati dunque. Non ora, almeno.
Per il futuro, se dovessi rimangiarmi la parola, potremo (mi ci metto anch'io) usare questa intercettazione audio di una conversazione avuta con Matteo Stefanelli e Paolo Interdonato (che non si sentono) per ricattarmi o darmi del cialtrone (non mi dite che parlo come un Bonobo. Lo so già.).
E' vero, però, che di pirati ne ho disegnati. Anche ultimamente. Sono quelli che vedete a corredo di questo testo. Forse sono gli ultimi.
C'erano, invero, delle cose interessanti, nel tema piratesco. Interessanti per me, intendo.
La prima, quella che più mi ha attratto, fin da subito, è la questione dell'aspettativa di vita.
Al momento della scelta (quando di scelta si trattava, almeno) di intraprendere la vita del pirata, questi uomini sapevano che non avrebbero potuto aspettarsi un attesa più lunga di tre anni, prima di finire ammazzati, in combattimento, di malattia, o sulla forca.
Tre anni di libertà, che dovevano sembrare, comunque, un buon argomento da contrapporre all'incubo dell'imbarco su una nave della marina mlitare, in forma di schiavi, in sostanza.
L'altro aspetto è la distruzione dei corpi. La maggioranza dei pirati erano privi di un occhio, di un orecchio, di buona parte delle dita delle mani. I denti erano un bene sconosciuto.
Questa devastazione, comparata al desiderio di perfezione standard odierno, mi piace tanto.
Vaffanculo orecchie. Un occhio mi basta. Sfregiatemi pure.
Questo mi piace. Sono malato, probabilmente.
Diciamo che se un giorno dovessi rimangiarmi il proposito di NON fare una storia di pirati, mi dedicherei ad approfondire questi tre aspetti: La morte come opzione possibile. La libertà anche a costo di disumanizzarsi. La devastazione delle carni.
Credo che, se per caso non mantenessi l'impegno preso, mi troverei a raccontare e disegnare una storia estremamente dura.
Ma non lo farò.
Pare.
L'altra cosa che non farò è unirmi al pianto per l'uccisione della giornalista russa Anna Politkovskaya. Non perchè non pianga anch'io, come tutte le persone di coscienza che conosco. Ma perchè altri hanno scritto dell'argomento in modo intelligente, utile ed esaustivo.
Seguite questi collegamenti alle pagine di Perec, di Babsi Jones e Mirumir per saperne di più.
Sto leggendo tanti libri sulla pirateria, alcuni molto belli.
Il tema mi affascina, ma non abbastanza da farci su una storia. Non ora almeno.
Inoltre, mi viene detto, e lo scoprò così perchè abito un tantino isolato, che il mondo del fuckin' intrattenimento è PIENO di pirati. Dai film, ai fumetti, ai giochi elettronici. Bene, è una canzone che mi pare già a posto. Non serve che ci aggiunga altre note, per quanto storte le mie potrebbero essere.
Niente storia di pirati dunque. Non ora, almeno.
Per il futuro, se dovessi rimangiarmi la parola, potremo (mi ci metto anch'io) usare questa intercettazione audio di una conversazione avuta con Matteo Stefanelli e Paolo Interdonato (che non si sentono) per ricattarmi o darmi del cialtrone (non mi dite che parlo come un Bonobo. Lo so già.).
E' vero, però, che di pirati ne ho disegnati. Anche ultimamente. Sono quelli che vedete a corredo di questo testo. Forse sono gli ultimi.
C'erano, invero, delle cose interessanti, nel tema piratesco. Interessanti per me, intendo.
La prima, quella che più mi ha attratto, fin da subito, è la questione dell'aspettativa di vita.
Al momento della scelta (quando di scelta si trattava, almeno) di intraprendere la vita del pirata, questi uomini sapevano che non avrebbero potuto aspettarsi un attesa più lunga di tre anni, prima di finire ammazzati, in combattimento, di malattia, o sulla forca.
Tre anni di libertà, che dovevano sembrare, comunque, un buon argomento da contrapporre all'incubo dell'imbarco su una nave della marina mlitare, in forma di schiavi, in sostanza.
L'altro aspetto è la distruzione dei corpi. La maggioranza dei pirati erano privi di un occhio, di un orecchio, di buona parte delle dita delle mani. I denti erano un bene sconosciuto.
Questa devastazione, comparata al desiderio di perfezione standard odierno, mi piace tanto.
Vaffanculo orecchie. Un occhio mi basta. Sfregiatemi pure.
Questo mi piace. Sono malato, probabilmente.
Diciamo che se un giorno dovessi rimangiarmi il proposito di NON fare una storia di pirati, mi dedicherei ad approfondire questi tre aspetti: La morte come opzione possibile. La libertà anche a costo di disumanizzarsi. La devastazione delle carni.
Credo che, se per caso non mantenessi l'impegno preso, mi troverei a raccontare e disegnare una storia estremamente dura.
Ma non lo farò.
Pare.
L'altra cosa che non farò è unirmi al pianto per l'uccisione della giornalista russa Anna Politkovskaya. Non perchè non pianga anch'io, come tutte le persone di coscienza che conosco. Ma perchè altri hanno scritto dell'argomento in modo intelligente, utile ed esaustivo.
Seguite questi collegamenti alle pagine di Perec, di Babsi Jones e Mirumir per saperne di più.
ottobre 02, 2006
settembre 29, 2006
Via dalla scatola
E' andata. Si torna a casa.
S., il libro, è finito.
Mancano cose tecniche, rivedere la pulizia delle prime pagine, studiare una copertina. Controllare eventuali refusi.
Ma è finito.
Le ultime due pagine sono state disegnate in uno stato che forsei avrei dovuto filmare, per motivi scientifici, per mostrare come può ridursi un disegnatore a lavorare su temi delicati.
Ora quasi ci rido, a ripensarci, ma questa mattina non la scorderò mai.
Dopo però, alla Superal, a fare la spesa, mi sono ritrovato a fischiettare e star meno gobbo.
Non dico altro del volume o della storia.
Il mio lavoro è finito nell'ultima pagina.
Poi, credo, ci saranno interviste ed occasioni per parlarne.
Ora ci sono i lettori.
Intanto:
Appunti per una storia di guerra, nella nuova versione, sarà in libreria a partire dal 18 di ottobre.
Il volume esce nella collana 24/7 di Rizzoli.
Oltre alla storia, ospita un testo che ho scritto, riguardo alla genesi del libro, che è diventato un racconto a se ed un intervento molto interessante di Goffredo Fofi.
E' una bella edizione, della quale sono contento, ed è un altro passo in questo percorso che con Igort e soci, stiamo cercando di far fare ai romanzi grafici.
settembre 25, 2006
GIN (Generose incoscienti novità)
Piccole novità per queste pagine.
Dopo l'apertura di Gipifrance, l'eroico Massimo "Presquejamais" Colella ha realizzato delle nuove pagine per questo sito.
Una biografia aggiornata, per cominciare, redatta dalla gentilissima Valeria Lattanzi, che ha studiato e conosce il mio lavoro molto meglio di me e (finalmente) una pagina con i libri pubblicati.
Ora, dato che Massimo è un generoso e io un incosciente, nella sezione di anticipazione dei libri ci sono un sacco di pagine da leggere e pure qualche storia completa a risoluzione scandalosamente alta.
Buona visione
Dopo l'apertura di Gipifrance, l'eroico Massimo "Presquejamais" Colella ha realizzato delle nuove pagine per questo sito.
Una biografia aggiornata, per cominciare, redatta dalla gentilissima Valeria Lattanzi, che ha studiato e conosce il mio lavoro molto meglio di me e (finalmente) una pagina con i libri pubblicati.
Ora, dato che Massimo è un generoso e io un incosciente, nella sezione di anticipazione dei libri ci sono un sacco di pagine da leggere e pure qualche storia completa a risoluzione scandalosamente alta.
Buona visione
Gipifrance
Un petit message pour tous les visiteurs français de bacidallaprovincia.com.
J'ai décidé d'ouvrir un deuxième blog sur lequel vous pourrez dorénavant trouver toutes mes notes et mes planches traduites en français.
Ici:
http://gipifrance.blogspot.com/
Bonne visite à vous tous !"
Gipi
Je voudrai remercier mes amis Hélène Remaud et Massimo Colella pour le travaille dans Gipifrance.
Grazie di cuore amici. (Helene, perdona il mio francese :)
J'ai décidé d'ouvrir un deuxième blog sur lequel vous pourrez dorénavant trouver toutes mes notes et mes planches traduites en français.
Ici:
http://gipifrance.blogspot.com/
Bonne visite à vous tous !"
Gipi
Je voudrai remercier mes amis Hélène Remaud et Massimo Colella pour le travaille dans Gipifrance.
Grazie di cuore amici. (Helene, perdona il mio francese :)
settembre 13, 2006
Ho disegnato
Mancano solo 18 pagine alla fine di S.
Ieri ho fatto leggere la storia a mia sorella. Doveo vedere cosa succedeva ad altri membri della mia famiglia. Dovevo vedere quanto questo libro fosse doloroso e se avevo mentito troppo, se m'ero fatto protagonista oltre il consentito.
Oggi il buon direttore di Internazionale mi ha scritto una bella lettera. Buffa e affettuosa, in risposta alla striscia che avevo scritto/disegnato per il giornale. Era una striscia delicata, mi ha fatto molto piacere che abbia apprezzato. Mi ha offerto di sposarlo, ma abbiamo problemi perchè siamo entrambi già sposati. Vedremo.
Questo per dire: comprate Internazionale, se volete leggerla.
Ho bucato dei lavori. Delle consegne. Ho fatto un casino con un corriere. Cerco di spiegare a chi mi chiama quanto sono stanco, ma pare che risulti difficile capirlo: "Sono 5 anni che non vado in vacanza", dico. E gli altri, al telefono, mi rispondono:"si, va bene. Abbiamo capito". Ma in realtà sono appena tornati dalla vacanza e non hanno capito affatto.
In questi giorni ho scritto dei testi per la nuova versione di "Appunti per una storia di guerra" che arriverà in libreria tra poco (presto avrete i dettagli).
Avevo scritto tre racconti da aggiungere a corredo del libro.
Li avevo inviati alla casa editrice ed eano piaciuti.
Oggi li ho buttati: Mi sono accorto che avevo "scritto dei racconti". E questa cosa mi aveva tolto la tranquillità.
Oggi ho terminato un nuovo testo, che li sostituirà, e del quale non avrò a vergognarmi in futuro.
Grazie a questo testo ho ricevuto la seconda bella comunicazione di oggi. Dall'editor che cura la riedizione, che ha voluto dirmi quanto fosse contento del nuovo testo.
Lo ero anch'io.
E poi, sempre "Appunti" è il lizza per il premio del miglior libro straniero al festival del fumetto olandese. "Questa è la stanza" se nè andato pure in Corea, il New Yorker mi ha dato una voce e tante altre cose buone, sul lavoro.
Quando ieri sono venute a trovarmi mia sorella, sua figlia e una mia amica, alla domanda "raccontaci qualcosa, cosa hai fatto questa estate" io non avevo risposte.
Ho disegnato, ho detto. E poi sono rimasto un po' zitto e quasi triste.
Ho disegnato. Ed ho girato due corti più scemi del solito.
agosto 22, 2006
Ottanta
Oggi ho disegnato pagina ottanta.
Insomma, sono verso la fine.
Grande stanchezza.
La mia traduttrice francese, Hélène Remaud ha letto le prime 76 pagine e mi ha scritto una lettera bellissima, che mi ha dato tanta forza.
Andando avanti, in questa storia , mi sono saltate un bel po' delle convinzioni e delle regole che mi ero dato, riguardo alla narrazione.
Ma ne scriverò più avanti. A storia finita. Libro stampato.
F. S. mi fa notare che scrivo troppo. Forse ha ragione. Seguo il consiglio. Vado avanti.
agosto 05, 2006
Thompson
Una scena di "S."
Sono fuso con il tavolo da disegno. Ho attacchi di mal di schiena come un vecchietto eppure sono contento assai.
Disegno sempre e tengo il ritmo e mi diverto pure. Come in questo caso, dove la passione del ragazzino che fui ritorna fuori nel disegnare una scena di fuoco con un mitra.
Questa immagine viene dalla tavola 63. Insomma: sono in discesa, quasi vedo la fine.
Sono fuso con il tavolo da disegno. Ho attacchi di mal di schiena come un vecchietto eppure sono contento assai.
Disegno sempre e tengo il ritmo e mi diverto pure. Come in questo caso, dove la passione del ragazzino che fui ritorna fuori nel disegnare una scena di fuoco con un mitra.
Questa immagine viene dalla tavola 63. Insomma: sono in discesa, quasi vedo la fine.
luglio 24, 2006
Imboscata
Questo è il disegno pubblicato domenica su Repubblica.
Sono contento per come è venuto. La stampa era buona, i colori fedeli et a registro.
Domenica prossima ce ne sarà un altro.
Intanto "S." arriva a pagina 52.
Ieri mia madre è stata con me, qui a casa. Mi ha chiesto di vedere quel libro nuovo che sto facendo. Mia madre è raccontata nel libro. C'è il giorno in cui rimase sotto le bombe dei b17 e si parla dell'effetto che queste bombe hanno avuto su di lei e, nel tempo, sulla sua famiglia.
Alla sua richiesta ho detto di no. Le ho risposto che se avesse letto la storia avrebbe iniziato a piangere ora e avrebbe smesso a febbraio.
Lei ha capito e mi ha detto:"posso vedere almeno le pagine del bombardamento ?"
Ho accettato.
Poi ce ne siamo dimenticati e l'ho riportata a casa.
luglio 20, 2006
Neurocomix
Giorni fa ho trascorso una bella giornata con Francesco (Nomad) e Maurizio (Bombo).
Abbiamo parlato del disegno, del fumetto della scrittura. Francesco registrava, per farne un intervista per il sito Neurocomix.
Io, purtroppo, mi sono trovato molto bene con loro, e ho parlato a ruota libera e con intimità oltre il livello di guardia.
Ora Francesco è molto contento dell'intervista e io sono molto imbarazzato.
Ma tant'è.
L'intervistona gigante con tanto di inquietanti fotografie, la trovate qui
Abbiamo parlato del disegno, del fumetto della scrittura. Francesco registrava, per farne un intervista per il sito Neurocomix.
Io, purtroppo, mi sono trovato molto bene con loro, e ho parlato a ruota libera e con intimità oltre il livello di guardia.
Ora Francesco è molto contento dell'intervista e io sono molto imbarazzato.
Ma tant'è.
L'intervistona gigante con tanto di inquietanti fotografie, la trovate qui
Avventurieri della domenica
Domenica, e da domenica per 4 settimane, ogni domenica, Repubblica si occuperà di 4 avventurieri famosi: Capitani di ventura poco conosciuti. Eroi di campagne poco raccontate.
Per ognuo di questi farò un disegnone.
Il primo, che uscirà domenica, racconta di un comandante tedesco: Von Lettow Vorbeck.
Durante la prima guerra mondiale, in Africa, contro gli inlgesi, addestrò e comandò gruppi di ascari che divennero leggendari per la loro capacità di combattere e compiere azioni di guerriglia.
Quello nel disegno è uno di loro.
luglio 14, 2006
Incipits
luglio 11, 2006
luglio 10, 2006
36-39
Parlo (scrivo) di "S." di cambi di tempo, di differenti disegni.
Meglio metter fuori qualche paginetta per chiarire.
In queste quattro pagine, per esempio c'è un esempio di salto nidificato. Un modello sul quale, in sostanza si basa tutta la struttura della storia.
Si tratta di fare un salto indietro nel tempo, poi super avanti e poi tornare al presente.
Meglio metter fuori qualche paginetta per chiarire.
In queste quattro pagine, per esempio c'è un esempio di salto nidificato. Un modello sul quale, in sostanza si basa tutta la struttura della storia.
Si tratta di fare un salto indietro nel tempo, poi super avanti e poi tornare al presente.
luglio 03, 2006
Domenica
Sul quotidiano "La Repubblica", domenica 9 luglio, ci sarà una mia storia ambientata in un campo di calcio dove piove sempre.
E' una storia autoconclusiva di una paginona. Penna et acquarello.
Intanto.
Vado avanti con "S.", una pagina al giorno. Una pagina al giorno. Una pagina al giorno.
E dopo questa storia mi darò ai pirati o farò una cosa di batman (minuscolo), qualcosa di leggero, spensierato etcetera etcetera perchè lavorare a questa storia è più doloroso ad ogni paginetta e certo, mi appassiono e invento bene, ma mi procuro pure tante di quelle pugnalate. San giuseppe!
Accidenti a me.
E' una storia autoconclusiva di una paginona. Penna et acquarello.
Intanto.
Vado avanti con "S.", una pagina al giorno. Una pagina al giorno. Una pagina al giorno.
E dopo questa storia mi darò ai pirati o farò una cosa di batman (minuscolo), qualcosa di leggero, spensierato etcetera etcetera perchè lavorare a questa storia è più doloroso ad ogni paginetta e certo, mi appassiono e invento bene, ma mi procuro pure tante di quelle pugnalate. San giuseppe!
Accidenti a me.
giugno 23, 2006
Internazionale e mondiale
La mia collaborazione con la rivista Internazionale è cosa ufficiale.
Al momento sto tenendo una striscia sul campionato mondiale di calcio.
E' divertente perchè io di pallone non so quasi niente e quindi finisco fuori tema a ripetizione.
Questa è la prima striscia che ho disegnato, per aprire la serie.
La seconda e quelle che seguiranno le trovate sul giornale. In edicola.
giugno 19, 2006
E' andata bene
Da milano con la macchina. Tante ore, credo sette, otto, e quasi tutte pilotate da Simone, che è un vero uomo e non si stanca mai.
Io ho guidato un po', in Germania.
Il trucco consisteva nel fatto che le ragazze a bordo dell'auto avrebbero dovuto fidarsi maggiormente di me, piuttosto che di Simone. perchè io sono meno maschio e si immagina che vada pure meno forte. Così, io avrei guidato a 180 senza che le bimbe se ne accorgessero e si mettessero a urlare:" andiamo piano! Ci ammazziamo!".
Ma poi, le gomme nuove, appena passati i 150 si mettevano a fare un urlo di allarme e l'auto tirava da una parte e siccome a parole sì, ma in realtà non vogliamo morire davvero, rallentavo.
La svizzera mi levò il fiato con le valle e i monti e i ruscelli a cascata. Mi venne voglia di fermarmi e farci vacanza. Simone disse che mi sarebbero scoppiati i maroni a starci più di un qualche giorno.
Io pensai che avrei potuto disegnare sassi e boschi e cascatelle. Pensai pure che mi sarei ritrovato a far un disegno romantico che mi avrebbe uggiato, di lì a poco.
La germania ci ha fatto parlare con gli accenti teteschi.
Io mi sono ritrovato a pensare alla storia, come sempre, alla seconda guerra mondiale. Riconoscevo i posti e sapevo dove avevano combattuto gli americani, nelle pianure.
Mi è dispiaciuto per i giovani, per i giovani tedeschi. Mi è dispiaciuto ritrovarmi a pensare ancora alla guerra e a quello che settant'anni prima era successo.
Comunque, è ad Erlangen che siamo andati. Nord di Norimberga. il festival di fumetto più importante della germania.
"Gli innocenti" era nominato come miglior libro straniero, insieme a "Baobab" di Igort e "Isaac il pirata" di Blain.
Io ero sicuro che avrebbe vinto Baobab. O forse Isaac.
Invece ha vinto il mio librino e mi sono ritrovato di nuovo su un palcoscenico a festeggiare.
In quei minuti c'era la partita dell'Italia, che io dovevo vedere per contratto.
Abbiamo scherzato sul palco con il presentatore, ed io ho recitato la parte di un tipico italiano con la passione per il calcio.
Tutti ci hanno creduto e alla fine della premiazione in molti mi hanno avvicinato per parlare del pallone.
Uno a uno. Ahiaiai.
Il premio era triplice: un attestato, una bella medaglia con il nome ed il titolo del libro e un paniere gigante con due personaggi giganti (Max und Moritz) fatti di pane.
Alla sera, qualcuno ci ha mangiato uno dei tre premi. Indovinate quale.
Sul palco, c'erano degli altissimi disegnatori tedeschi e c'era Ralph Koenig e c'era jacques Tardì.
Koenig ha fatto una lettura illuminante di una sua storia comica, in tedesco, della quale capivo poco ma che mi pareva comunque fantastica.
C'erano le scene proiettate e lui che faceva rumori e lettura.
Funzionava! Tutti seguivano con facilità. L'effetto comico c'era, al cento per cento.
Lo farò anch'io, con le storie verticali. A Lucca, Spero.
Tardì è una divinità per chi fa i fumetti.
Io l'ho conosciuto da poco, perchè sono ignorante.
Nel pomeriggio, prima della cerimonia dei premi, con i fratelli Coconino stavamo a mangiare una focaccia teutonica in un giardinetto. C'era l'ultimo libro di Tardì, available per la lettura. Era attaccato con un filo di lenza ad altri libri.
L'ho sfogliato e sono quasi svenuto per la bellezza dei disegni. Il libo era in tedesco e non ho potuto leggerlo, ma i disegni erano perfetti.
Alla sera, quando Igort me lo ha presentato, ho potuto dirglielo.
Igort era contento perchè Tardì mi aveva fatto i complimenti per il mio lavoro. Io non me ne sono accorto, perchè ero emozionato.
Igort ha detto che era accaduta una cosa rarissima. Mi ha chiesto se mi rendevo conto di quanto fosse importante questa cosa, che Tardì mi avesse fatto i complimenti.
Io ho detto:"ostia. Si si."
Davanti al maestro, purtroppo, non avevo capito niente, perchè quando accade una cosa importante, difficilmente ci sono.
Però mi ha fatto piacere dopo. Ripensandoci.
Lucia ha girato un video della premiazione. Mi sono rivisto e ho rabbrividito. Sembro un pazzo nevrotico.
Ma questa è un'altra questione. La prossima volta dovrò stare fermo e calmo. Respirare.
Alla sera c'è stata una festa. C'erano delle ragazze tedesche che ballavano ed una mi ha invitato a ballare, da lontano, facendo grandi gesti con le braccia. Io mi sono messo le mani davanti al viso ed ho scosso la testa come un cocker con l'otite.
Un' ottima figura per la rappresentanza italiana.
Una seconda germana è passata accanto a Lucia che teneva il cesto con il premio di pane. Ha allungato la mano e ne ha staccato un pezzo, forse una gamba, divorandola.
Una terza mi si è avvicinata con passo leggero, mi ha guardato dolcemente e ha sussurrato un "buonanotte" da brividi. Ma io, che sono furbo, sono scappato anche stavolta.
Per la cronaca editoriale da Erlangen: Manuele Fior (mio nuovo amico) e Gabriella Giandelli (mia sempre più amica) hanno dedicato tonnellate di libri. Così abbiamo fatto io e Igort.
Lorenzo Mattotti aveva una mostra in corso che tutti mi dissero essere bellissima. Non sono riuscito a vederla e me ne rammarico. Ello è un grande e tutte le volte che lo incontro mi si accresce la simpatia. Ma questo è un fatto personale. Immagino.
Io ho guidato un po', in Germania.
Il trucco consisteva nel fatto che le ragazze a bordo dell'auto avrebbero dovuto fidarsi maggiormente di me, piuttosto che di Simone. perchè io sono meno maschio e si immagina che vada pure meno forte. Così, io avrei guidato a 180 senza che le bimbe se ne accorgessero e si mettessero a urlare:" andiamo piano! Ci ammazziamo!".
Ma poi, le gomme nuove, appena passati i 150 si mettevano a fare un urlo di allarme e l'auto tirava da una parte e siccome a parole sì, ma in realtà non vogliamo morire davvero, rallentavo.
La svizzera mi levò il fiato con le valle e i monti e i ruscelli a cascata. Mi venne voglia di fermarmi e farci vacanza. Simone disse che mi sarebbero scoppiati i maroni a starci più di un qualche giorno.
Io pensai che avrei potuto disegnare sassi e boschi e cascatelle. Pensai pure che mi sarei ritrovato a far un disegno romantico che mi avrebbe uggiato, di lì a poco.
La germania ci ha fatto parlare con gli accenti teteschi.
Io mi sono ritrovato a pensare alla storia, come sempre, alla seconda guerra mondiale. Riconoscevo i posti e sapevo dove avevano combattuto gli americani, nelle pianure.
Mi è dispiaciuto per i giovani, per i giovani tedeschi. Mi è dispiaciuto ritrovarmi a pensare ancora alla guerra e a quello che settant'anni prima era successo.
Comunque, è ad Erlangen che siamo andati. Nord di Norimberga. il festival di fumetto più importante della germania.
"Gli innocenti" era nominato come miglior libro straniero, insieme a "Baobab" di Igort e "Isaac il pirata" di Blain.
Io ero sicuro che avrebbe vinto Baobab. O forse Isaac.
Invece ha vinto il mio librino e mi sono ritrovato di nuovo su un palcoscenico a festeggiare.
In quei minuti c'era la partita dell'Italia, che io dovevo vedere per contratto.
Abbiamo scherzato sul palco con il presentatore, ed io ho recitato la parte di un tipico italiano con la passione per il calcio.
Tutti ci hanno creduto e alla fine della premiazione in molti mi hanno avvicinato per parlare del pallone.
Uno a uno. Ahiaiai.
Il premio era triplice: un attestato, una bella medaglia con il nome ed il titolo del libro e un paniere gigante con due personaggi giganti (Max und Moritz) fatti di pane.
Alla sera, qualcuno ci ha mangiato uno dei tre premi. Indovinate quale.
Sul palco, c'erano degli altissimi disegnatori tedeschi e c'era Ralph Koenig e c'era jacques Tardì.
Koenig ha fatto una lettura illuminante di una sua storia comica, in tedesco, della quale capivo poco ma che mi pareva comunque fantastica.
C'erano le scene proiettate e lui che faceva rumori e lettura.
Funzionava! Tutti seguivano con facilità. L'effetto comico c'era, al cento per cento.
Lo farò anch'io, con le storie verticali. A Lucca, Spero.
Tardì è una divinità per chi fa i fumetti.
Io l'ho conosciuto da poco, perchè sono ignorante.
Nel pomeriggio, prima della cerimonia dei premi, con i fratelli Coconino stavamo a mangiare una focaccia teutonica in un giardinetto. C'era l'ultimo libro di Tardì, available per la lettura. Era attaccato con un filo di lenza ad altri libri.
L'ho sfogliato e sono quasi svenuto per la bellezza dei disegni. Il libo era in tedesco e non ho potuto leggerlo, ma i disegni erano perfetti.
Alla sera, quando Igort me lo ha presentato, ho potuto dirglielo.
Igort era contento perchè Tardì mi aveva fatto i complimenti per il mio lavoro. Io non me ne sono accorto, perchè ero emozionato.
Igort ha detto che era accaduta una cosa rarissima. Mi ha chiesto se mi rendevo conto di quanto fosse importante questa cosa, che Tardì mi avesse fatto i complimenti.
Io ho detto:"ostia. Si si."
Davanti al maestro, purtroppo, non avevo capito niente, perchè quando accade una cosa importante, difficilmente ci sono.
Però mi ha fatto piacere dopo. Ripensandoci.
Lucia ha girato un video della premiazione. Mi sono rivisto e ho rabbrividito. Sembro un pazzo nevrotico.
Ma questa è un'altra questione. La prossima volta dovrò stare fermo e calmo. Respirare.
Alla sera c'è stata una festa. C'erano delle ragazze tedesche che ballavano ed una mi ha invitato a ballare, da lontano, facendo grandi gesti con le braccia. Io mi sono messo le mani davanti al viso ed ho scosso la testa come un cocker con l'otite.
Un' ottima figura per la rappresentanza italiana.
Una seconda germana è passata accanto a Lucia che teneva il cesto con il premio di pane. Ha allungato la mano e ne ha staccato un pezzo, forse una gamba, divorandola.
Una terza mi si è avvicinata con passo leggero, mi ha guardato dolcemente e ha sussurrato un "buonanotte" da brividi. Ma io, che sono furbo, sono scappato anche stavolta.
Per la cronaca editoriale da Erlangen: Manuele Fior (mio nuovo amico) e Gabriella Giandelli (mia sempre più amica) hanno dedicato tonnellate di libri. Così abbiamo fatto io e Igort.
Lorenzo Mattotti aveva una mostra in corso che tutti mi dissero essere bellissima. Non sono riuscito a vederla e me ne rammarico. Ello è un grande e tutte le volte che lo incontro mi si accresce la simpatia. Ma questo è un fatto personale. Immagino.
giugno 07, 2006
Dettaglio
"S." prosegue.
Questo è un dettaglio di pagina 24.
Ne sono contento. E' la storia più difficile che abbia mai fatto.
La febbre dei pirati intanto è passata.
In questi giorni disegnerò una storia di una pagina per La Repubblica.
Non so ancora quando la finirò ne' quando uscirà. Ma i tempi sono strettissimi.
Annuncerò.
giugno 05, 2006
Altri pirati e dati tecnici
Questi pirati sono stati fatti come studio per un lavoro che vedrete più avanti.
Sono le versioni scartate, insomma.
Sono anche le prime tavole fatte, quelle che hanno acceso la febbre tropicale.
Due paroline riguardo alla tecnica.
Il mezzo principale utilizzato è l'acquarello ma in alcuni disegni ho giocato con le matite colorate, per aggiungere dettagli o trame sui vestiti. Poche cose, ma per me che non ho usato altro che l'acquarello puro da circa 3 anni, è stata una festa anarchica.
In altri disegni, come questo del pirata in piedi, ho addirittura (Anatema!!) usato il bianco.
Com'è riposante il bianco! Me ne ero scordato, con questa mania dell'acquarello, dove tutto deve esser lasciato alla prima e si devono pensare le luci in levare.
A proposito di personali divieti et absurde regole: ho pitturato una prima stesura di colore con i proibiti (per me, naturalmente, ANATEMA!) acrilici liquidi della Magic Color, per avere una base colorata sulla quale passare l'acquarello.
Questo permette di avere una coerenza di luci e toni che può essere efficace.
Gli acrilici liquidi, a differenza dell'acquarello che è sempre pronto ad autodistruggersi, una volta asciugati diventano impermeabili.
Questo significa che ci si può tornare sopra, con altre stesure di colore, senza danneggiare la pittura. Cosa (quasi) impossibile da fare (per me) con l'acquarello.
Con una matita per il vetro Glasochrom (una matita bianca) ho aggiunto spume di mare. Ma pochine, perchè mi fa paura usare la matita.
Oltre ai disegni che vedete ho fatto la tavola ufficiale, che non posso mostrare ancora.
Una tavola "colossal" :)
Questi sono stati studi o tappe di percorso.
Non per fare il furbo, ma per dar l'idea di cosa intendo quando parlo di "febbre tropicale", tutti questi disegni (compresi quelli del post precedente) sono stati fatti tra le 10 di sabato e le 17 di domenica.
giugno 04, 2006
Pirati?!!
Pirati.
Sono arrivati sotto forma di febbre tropicale.
Forse perchè disegnavo sotto il sole e mi stavo cuocendo la cervice.
Ne ho fatti una ciurma. Eccone una decina.
Sono arrivati sotto forma di febbre tropicale.
Forse perchè disegnavo sotto il sole e mi stavo cuocendo la cervice.
Ne ho fatti una ciurma. Eccone una decina.
maggio 28, 2006
Ultima chiamata
Ultima chiamata per Sarzana.
Stasera alle 21, "I libri per strada", incontro con umani interessati, dipintura dal vivo (credo a olio, un mare in tempesta ed una nave, forse, insomma una cosa che stupisca i presenti, credo) e proiezione dei peggiori cortometraggi di SantaMariaVideo (e qui, sarà come al solito: profonda vergogna e poi, forse risatine).
E si discuterà del racconto a fumetti e ci sarà da litigare, fare a cazzotti, voleranno le seggiole e infin si farà pace e saremo di nuovo tutti amici.
Cosa volete di più?
Stasera alle 21, "I libri per strada", incontro con umani interessati, dipintura dal vivo (credo a olio, un mare in tempesta ed una nave, forse, insomma una cosa che stupisca i presenti, credo) e proiezione dei peggiori cortometraggi di SantaMariaVideo (e qui, sarà come al solito: profonda vergogna e poi, forse risatine).
E si discuterà del racconto a fumetti e ci sarà da litigare, fare a cazzotti, voleranno le seggiole e infin si farà pace e saremo di nuovo tutti amici.
Cosa volete di più?
maggio 27, 2006
"S." 18 e 19
maggio 24, 2006
maggio 22, 2006
S. (ancora)
A Milano parlo molto con Igort.
Parliamo di S. il libro nuovo su cui sto lavorando. Gli spiego i motivi della lentezza, della difficoltà nel portare avanti una storia che mi risulta spesso dolorosissima e mi riempe di dubbi morali.
Esco rincuorato e rafforzato dalla discussione. Durante il viaggio di ritorno prendo nuovi appunti che spero mi permettano di ripartire con il racconto.
Igort lo voglio ringraziare qui, per l'attenzione e l'affetto che sempre dimostra. Lo scrivo per sottolineare l'importanza d avere un editore con il cervello e una cosa che pompa il sangue dentro il torace. A dispetto delle teorie dei tonti che vedono nella Coconino chissà quale struttura potente e segreta.
Nella storia c'è una pagina che forse salterà. La metto qui. L'ho disegnata durante uno dei giorni K che ogni tanto mi fanno ballare il cervello. Avevo scocciato due pennarelli insieme e per poco non mi si buca il foglio. Mentre disegnavo mi accorgevo di essere un pochino fulminato nel cervello, sembravo proprio lo stereotipo dell'artistoide sfasato che buca i fogli con i pennarelli scocciati e mi facevo ridere e mi facevo pure pena.
Comunque, se tante volte dovessi buttarla, almeno un giro tra i lettori se lo è fatto. Eccola qua.
Nei prossimi giorni: "S." ancora.
maggio 20, 2006
Ordine!
Per cercare di strutturare al minimo queste pagine, ho aggiunto una sezione che ospita tutte le storie verticali disegnate nel mese di maggio 2006.
Lo trovate nella sezione "materiale", oppure seguendo questo collegamento.
Lo trovate nella sezione "materiale", oppure seguendo questo collegamento.
I libri per strada
Il 28 Maggio, alle ore 21, sarò a Sarzana per l'iniziativa "I libri per strada".
In programma: Incontro con i lettori/pubblico, pittura live di un qualcosa di f.to 50x70 che (credo) realizzerò a olio, con magnificenza di effetti speciali, proiezione dei lavori, discussioni e cazzottate.
Intervenite numerosi.
Stavolta ho ricordato di mettere l'annuncio per tempo.
In programma: Incontro con i lettori/pubblico, pittura live di un qualcosa di f.to 50x70 che (credo) realizzerò a olio, con magnificenza di effetti speciali, proiezione dei lavori, discussioni e cazzottate.
Intervenite numerosi.
Stavolta ho ricordato di mettere l'annuncio per tempo.
maggio 17, 2006
Triennale di Milano.
Giovedì 18 maggio. Ore 18,30.
Nuove storie, forme antiche: il ruolo del Graphic Novel.
Tavola rotonda con Igort, Davide Toffolo, Goffredo Fofi, Alfredo Castelli e me (gipi).
Scusate l'avviso in ritardo.
Pensavo di non poter andare per problemi vari. Ma ho trovato il modo.
Intervenite numerosi.
Nuove storie, forme antiche: il ruolo del Graphic Novel.
Tavola rotonda con Igort, Davide Toffolo, Goffredo Fofi, Alfredo Castelli e me (gipi).
Scusate l'avviso in ritardo.
Pensavo di non poter andare per problemi vari. Ma ho trovato il modo.
Intervenite numerosi.
maggio 16, 2006
Figlio di povero illuso
Il mio fratello di inchiostro, Giacomo Nanni ha campionato la mia canzoncina verticale "Povero illuso" e ne ha tratto un nuovo brano: "Figlio di povero illuso".
Onorato, non posso esimermi dal pubblicarla qui.
maggio 15, 2006
maggio 13, 2006
maggio 12, 2006
I barbari su repubblica
Ho iniziato un lavoro interessante per La Repubblica.
Illustrerò un testo di Baricco, che sta scrivendo in questo momento, e che uscirà, in diretta, a puntate, sul giornale. E' una cosa che durerà alcuni mesi (non so ancora quanti, di preciso) ed è divertente, perchè il testo è una sorpresa ogni volta.
Questo è il primo disegno, uscito oggi, e quello che segue è un collegamento ad una pagina del giornale che ospita il primo capitolo.
Illustrerò un testo di Baricco, che sta scrivendo in questo momento, e che uscirà, in diretta, a puntate, sul giornale. E' una cosa che durerà alcuni mesi (non so ancora quanti, di preciso) ed è divertente, perchè il testo è una sorpresa ogni volta.
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