Ho cominciato disegnando un albero.
Erano mesi che non disegnavo così, tanto per farlo. Il vecchio piacere di star gobbo al tavolino. Carta. Penna. Erano mesi che non c'era.
Ne ho disegnato un altro.
Un cipresso. Spero che si capisca.
Un cipresso mentale, comunque.
Poi un altro.
E una quercia.
Così sono passate le ore.
C'era una farfallina notturna che si era bruciata un braccio (si, un braccio) alla lampada del disegno e cercava di riprendersi sul foglio.
Aveva colori tenui e perfetti. Srotolava una proboscide niente male.
Se non fosse che sono mezzo cecato avrei continuato a fare alberi e foglioline tutta la notte, con la farfallina accanto alla mano (sopra, spesso)..
Poi è arrivato lui.
Lui taglia gli alberi.
L'ho capito subito. Dalla faccia.
Queste sono le sue motoseghe mentali.
La piccola. Qui sopra.
E la grande. Qui sotto.
Mentre disegnavo ho visto l'uomo con la motosega andare in cerca di ogni possibile albero.
L'ho immaginato ottuso. Inarrestabile.
L'ho immaginato in cammino, a grandi falcate ciondoloni, alla ricerca degli alberi più antichi, più floridi, per abbatterli.
Ma anche dei secchi.
Non credo che per lui faccia differenza.
L'ho visto muto in un campo.
Mi sono chiesto se fosse pagato da qualcuno.
Se avesse un rimborso spese per la benzina della motosega.
L'ho immaginato contrariato, forse proprio per la questione del rimborso spese. Burocraticamente contrariato.
E poi ho cominciato a immaginare i dialoghi degli alberi spaventati.
Le loro richieste di pietà.
A quel punto le cose erano due (anzi tre). O ero pazzo o avevo una storia per le mani.
Naturalmente la verità stava nella terza opzione:
Ero pazzo ed avevo una storia per le mani.
Aggiornamento 18 Luglio.
Non ci tengo a ospitare le battaglie tra proMe e antiMe quindi ho chiuso i commenti a questo post.
Un ebete anonimo ha immediatamente lasciato un messaggio in un altro articolo di queste pagine: "Censura anche qui", ha scritto.
Ad esso vorrei dire quello che diceva mio padre al suo figlio lavativo: "Ti ci vorrebbe un po' di guerra, ti ci vorrebbe."
giugno 27, 2009
giugno 11, 2009
Il genio
Sul prossimo numero di Animals, in edicola, troverete una nuova storia: "Il genio".
E' una specie di appendice a LMVDM, una di quelle cose che, una volta finito il libro mi sono pentito di non aver messo dentro.
Una specie di LMVDM 2 a fascicoli, insomma.
Ecco una pagina.
E un'altra storia nuova, intitolata "Io, te, il demonio e la magia nera" uscirà sul numero seguente. Sempre della seria "LMVDM 2", sempre a fascicoli, in edicola.
Questa è la prima pagina.
Sta succedendo una cosa. Ci vedo sempre meno e questo cambia il mio modo di disegnare. Non riesco quasi più a fare tratti decisi e allora il disegno in b/n si trasforma. Devo fare tanti trattini, trovare le forme lavorando sulle ombre, per approssimazione.
Nell'eventualità di diventare cieco come una talpa coltivo la mia passione di riserva.
Ella mi procura molto piacere e molti debiti, pure.
In questa foto se ne intravede l'habitat naturale.
E' una specie di appendice a LMVDM, una di quelle cose che, una volta finito il libro mi sono pentito di non aver messo dentro.
Una specie di LMVDM 2 a fascicoli, insomma.
Ecco una pagina.
E un'altra storia nuova, intitolata "Io, te, il demonio e la magia nera" uscirà sul numero seguente. Sempre della seria "LMVDM 2", sempre a fascicoli, in edicola.
Questa è la prima pagina.
Sta succedendo una cosa. Ci vedo sempre meno e questo cambia il mio modo di disegnare. Non riesco quasi più a fare tratti decisi e allora il disegno in b/n si trasforma. Devo fare tanti trattini, trovare le forme lavorando sulle ombre, per approssimazione.
Nell'eventualità di diventare cieco come una talpa coltivo la mia passione di riserva.
Ella mi procura molto piacere e molti debiti, pure.
In questa foto se ne intravede l'habitat naturale.
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