febbraio 20, 2012

Filmini

Sabato cominciamo a girare. 
Che cosa? Forse non importa neppure.
C'è stato un tempo in cui mi bastava mettere le mani su una videocamerina x per non sentire più il mal di schiena. Una volta mi è stato fatto presente che era agosto, c'erano 40 gradi e io stavo sotto il sole da sei ore, sul cemento di una stazione. Non me n'ero accorto: avevo una videocamerina x in mano (una Canon xl1 per gli appassionati) e mi sembrava la cosa più bella da tenere in mano, se si escludono parti anatomiche umane. 
E' successo lo stesso (il contrario), un'altra volta.  Su un tetto, a gennaio, e c'era un microfono che congelava appena lo lasciavo sulle tegole, da solo.
C'erano anche due amici avvolti in delle coperte e nel girato si vede e si sente tutto il freddo che avevano.

Insomma c'è stato un tempo in cui mi divertivo, e tanto, a filmare le cose. Era un gioco, fatto con mezzi zero e tutta la serietà possibile, come si deve fare, secondo me, quando si gioca.
Con una mia cara amica che non c'è più, a volte parlavamo di questo, di come fosse bello fare "i filmini". 

Poi queste cose le ho dimenticate, perché uno invecchia a tradimento, proprio quando è convinto che non stia accadendo. Ti dici solo che "le cose sono cambiate" ma in realtà quello cambiato sei tu. E pensi di essere diventato più serio e invece hai solo fatto un passetto verso il posto dove non ci si diverte più.

Sabato arriverà una troupe di coraggiosi volontari da Milano. Avremo una bella attrezzatura: una Canon C300 appena sfornata e tutte le ottiche Zeiss necessarie, ed i rig per maneggiarla. Pure un fonico volontario. Un miracolo.

Ci saranno due attori molto bravi, che hanno ricevuto solo una mezza pagina di sceneggiatura senza dialoghi  dove gli viene raccontato, più o meno, chi saranno per tre giorni. Improvviseranno. Nella scena hanno i loro nomi, Gabriele e Lino. i personaggi, intendo, hanno i loro nomi. Ci saranno gli amici che da sempre mi affiancano in ogni pazzia economicamente fallimentare.

Gireremo scene slegate tra loro, alcune su un lago, altre in un edificio abbandonato, in una stazione,  e non abbiamo permessi e temiamo che ci venga a prendere la polizia. A loro dovremo spiegare (e bene) che stiamo solo giocando.

Scopo del gioco è girare una seria a puntate. Una roba vicina ai marciapiedi, come direbbe quella che fu Loredana Bertè. 
Questa prima parte è una specie di trailer, un test tecnico delle attrezzature ed anche un check di compatibilità umana tra me e gli altri commandos che si sono voluti affiancare a questa operazione.
Perché a dirigere saremo in due: io e Roan Johnson
Roan è un pisano anche lui, anche se non sembra. Ha fatto un film uscito da poco: I primi della lista

Naturalmente ci sarà da spendere soldi, perché le persone che lavorano devono mangiare e dormire e mettere benzina, quindi alla fine del gioco non avrò più un euro in banca, ma questo è già successo altre volte.

Però abbiamo una storia da raccontare, degli attori bravi e dei commandos. In teoria dovremmo essere a posto.
Però se ci fate gli auguri siamo contenti.

Altro:
Visto che qui c'erano delle righe vuote ne approfitto per fare i complimenti ai Taviani's Brothers. Che vinsero a Berlino un premio prestigioso. Ed anche a Vicari e Fandango che con Diaz si sono portati a casa il premio del pubblico. 

febbraio 16, 2012

Ioedio

Era da tanto che non leggevo i dieci comandamenti. Se non fossi finito in una trasmissione radio, come ospite, per errore, con la trasmissione di Sanremo in diretta davanti a me, solo due giorni fa, non credo che lo avrei fatto, neppure oggi.
Ma a Sanremo quest'anno Dio si porta moltissimo. Non solo a Sanremo, naturalmente. E' mia personale opinione  che presto ci troveremo a trasportare grosse pietre da piantare in cerchio, in qualche prato, per erigere dolmen e propiziar gli dei del gratta e vinci però insomma, ero là, seduto vicino alla Cuccarini e c'era Dio un po' dappertutto.
Ed oggi, a distanza di due giorni, è  con i dieci comandamenti in testa che mi sono svegliato. Si. i dieci comandamenti della bibbia. Quelli. Ecco un breve riassunto per i nati dopo lo zero:

Un giorno un tipo va su una montagna e un essere invisibile ma grossissimo e con il vocione gli incide con una specie di dito laser invisibile (ma grossissimo) un ipad di pietra che quest'uomo portava sempre con se. Ecco dieci regole che se sgarri muori.

Così, più o meno, sono nati i dieci comandamenti.
Ad un bambino ics che si avvicini al catechismo verrà spiegato che questi comandamenti recitano così:
(prima che me lo facciate notare: si, tutti questi testi sono copiati da wikipedia.)
Dicevo: dicono così:

1. Non avrai altro Dio all'infuori di me.
2. Non nominare il nome di Dio invano.
3. Ricordati di santificare le feste.
4. Onora il padre e la madre.
5. Non uccidere.
6. Non commettere atti impuri.
7. Non rubare.
8. Non dire falsa testimonianza.
9. Non desiderare la donna d'altri.
10. Non desiderare la roba d'altri.

Questa mattina non mi sono svegliato pensando di uccidere qualcuno e quindi infastidito dalla presenza, del comandamento "non uccidere", altre volte è capitato, ma oggi no. Mi sono svegliato pensando a quanto Dio avevo sentito nell'aria nella trasmissione di Sanremo prima serata, mentre ero finito, per sbaglio, in una trasmissione radio dove ero convinto avremmo parlato di cinema.

Oddio: quanto dio avevo sentito nell'aria
E' un modo brutto di dirlo, sembra un profumo, un odor di santità, non era così. 
Dio era nell'aria come una canzonetta, un motivetto, un "trend" (e non userò mai più questa parola per tutta la vita, Dio, te lo giuro, fulminami col tuo ditone laser se dovessi ricaderci!).

Dio era presente in testi di canzoni, nelle parole del cantante conduttore, sottolineato dalle partecipi ovazioni del pubblico pagante, quando veniva citato. 
"Dio c'è" recitavano scritte storiche su centinaia di cartelli stradali, quando ero ragazzo, seconde, come diffusione solo ad un enigmatico "Pietro ti amo Mauro" che inquietava le mie notti di ragazzino, lasciandomi per sempre senza risposta: Pietro, a sua volta, amava Mauro? Lo amò mai? O morì Pietro, di dolore per amor mancato dopo aver vergato sui cartelli della penisola intera il nome dell'amato?

E Dio c'era. A Sanremo, questo è sicuro. Lui (Dio, non San Remo) vi direbbe che certo che c'è, è ovunque e io non avrei certo le palle di rispondergli a tono, ma vorrei sottolineare che a Sanremo, l'altra sera, c'era di più. E' per questo che mi sono trovato a pensare ai dieci comandamenti.

Se c'è una cosa che mi piace della religione cattolica moderna è la sua possibilità di customizzazione. Nessuno, io per primo, vorrebbe una religione antiquata come quella professata in molti paesi del medio oriente, o qualche altra roba che implichi dedizione e sacrifici e rigidità. Insomma, siamo nel 2012, l'anno del contatto, non è che possiamo continuare a interpretare le parole di Dio come nel medioevo.
La religione cattolica è fatta per essere customizzata. Nasce così, in quella forma adatta, modulare. Uno dei comandamenti più interessanti, per esempio, è quello che dice "Non nominare il nome di Dio invano".
Questo è uno dei primi esempi di customizzazione religiosa di alto livello, in altre parole una trasformazione del senso di un dettato religioso ai fini di una sua migliore e più efficace utilizzazione in ambito moderno messa in atto non dalla base ma dall'elite religiosa stessa. (Potete respirare).

Insomma, i capi della religione cambiano di loro volontà un comandamento arrivato direttamente dal cielo. Spiegano anche bene perché lo fanno: perché così si capisce meglio.  Come dargli torto? Questa è modernità.

Il comandamento originale infatti recitava "Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra."

Questo è stato trasformato in "Non nominare il nome di Dio invano".
Meglio.  Più semplice, conciso, facile da portare. Inoltre, se scelleratamente si fosse scelto di aderire al messaggio originale vergato in laser su retina dispietra non avremmo avuto opere d'arte meravigliose ad arricchire il nostro cuore. Quindi io sto con i pretoni che secoli addietro, decisero di modificare quel comandamento e di permettere ai vari Michelangelo e Bernini di farmi drizzar il pisello ancora oggi, dopo secoli, con i loro lavori. Tank you pretoni, god bless you all.

Insomma, capite? Noi non siamo degli arabi retrogradi! La nostra religione è migliore delle altre. La religione cattolica spacca proprio perché adattabile alla modernità. 
Customizzabile è la parola. 

Un esempio di questo: io. 
"Io " è l'esempio che ho a portata di mano adesso, quindi lo uso. "Io" spesso parlo di Gesù Cristo, figlio dell'omone con vocione etc. 
Parlo di Gesù, rifletto sulle sue parole ed a volte, e pure in pubblico, me le rivendo come esempio da seguire.
Naturalmente mi rivendo quelle che mi piacciono di più, che non generano in me soltanto modiche contraddizioni. Insomma, mi customizzo i contenuti del vangelo a mio piacimento e questo, secondo me, è fico.
Ad esempio, io non riconosco l'esistenza di Dio in cielo, insomma, sono uno di quelli che "non ci credono". Però mi piace Gesù. Naturalmente quando Gesù stesso parla di vita eterna e di essere il figlio di Dio io mi volto dall'altra parte e fischietto, perché a me quella parte lì, uffa, non interessa proprio. Ma mi piace Gesù. E' fico.

Molti ricchi vanno in chiesa, si professano credenti, ma accumulano ricchezze, in culo all'ago e al cammello. Cosa fanno? Sono cattivi? 
No. Semplicemente customizzano la religione. Usano, giustamente solo le parti che gli vanno a genio, che gli stanno giuste. Indossereste voi un abito sette taglie più  stretto o che vi imponesse, per entrarci, di fare settimane di esercizio fisico e rinunzia a cibi succulenti?
Non scherziamo.
Perché dimagrire noi quando possiamo far ingrassare l'abito?
La nostra religione è così. Tessuta nel materiale più elastico che c'è. 
Impermeabile agli scrosci di pioggia del progresso ed al contempo perfettamente mutabile e adattabile. Un materiale tanto simile a quello utilizzato realizzare le tute de Gli Incredibili. Si allunga si accorcia si restringe e può pure diventare invisibile, quando serve.

Così, l'altra sera, vicino alla Cuccarini, in radio, io pensavo a Dio. A quell'essere invisibile e grosso grosso col vocione. Ci pensavo perché dal palco del teatro Ariston me lo tiravano nel muso, non perché c'avessi qualche predisposizione naturale. E' solo che ne parlavano un po' tutti. E tutti ne parlavano bene. 
Il conduttore cantante parlava anche del paradiso. la cosa bella di questo approccio "fai da te " alla religione è che , come in questo esempio, si può parlare di Paradiso (maiuscolo) come di qualcosa che esiste davvero: il "Paradiso". Proprio quello. Con le nuvole e tutte le persone buone che hanno vissuto dall'homo sapiens in poi. 
Ehi. Brutto pensiero.
Non facciamo scherzi. Non ditemi che c'è il rischio di trovarsi in paradiso accanto a degli homo sapiens che non sanno neppure cosa è una saponetta. Non scherziamo. Ritrovarsi in mezzo a degli scimmioni puzzolenti che ti danno una clava in testa e poi ti ingroppano non è proprio la mia idea di paradiso.
Ho divagato.
Si, però la domanda rimane. Gli homo sapiens buoni li ritroveremo in cielo? Ah no, che idiota, tutto quello prima dello zero lo ha preso nel culo. Insomma prima della parola di Gesù, venuto a salvarci, tutto al macero, a parte qualche profeta con le visioni rinchiuso in qualche grotta, tutta sudicia.
Quindi niente fenici o antichi egizi tra i coglioni? 
Meglio.
Barbari. Barbari però si? Ah no, neppure quello perché credevano in qualche dio sasso neanche parlante. Barbari.
Solo persone fighe dunque, in paradiso. io, Frank Zappa, Truffaut, tutti seduti insieme a un tavolino bianco e soffice come quello degli spot del caffè. Figo.
Ho divagato di nuovo.

Si può parlare di Paradiso, dicevo, ma, lo si può  tranquillamente fare negando l'inferno. L'altra sera, a Sanremo era evidente che il conduttore cantante stesse parlando di paradiso e della bellezza di quei paesaggi senza prendere in considerazione l'orrore del suo contrario infernale e la presenza delle leggi ferree che a quel posto "infernale" appunto, possono condannarci, al minimo sgarro.
Perché dico questo?
Il conduttore cantante, ad esempio, è miliardario.  E stando alle parole del figlio dell'ormone con il ditone di laser, un ricco col cazzo che ci mette piede in paradiso. Ma allora, in caso di morte, il conduttore cantante dove andrebbe? A meno di non credere anche agli zombies, (che come religione non sono male neanche loro ma pochissimo customizzabili, insomma, quelli ti mangiano il cervello e stop, non ci sono margini) a meno di non credere anche agli zombies vien da pensare che se credi al paradiso, dopo morto dovresti temere pure  il suo contrario  avendo infranto palesemente alcune leggi fondamentali. Ma questa cosa, semplicemente non succede. Non succede nella mente del conduttore cantante, non nel suo cuore e non nel mio.

E qui sta la grandezza della religione cattolica, non mi stancherò mai di ripeterlo. Prendo il paradiso, perché mi serve per un mio pensiero o un'operazione retorica, e scarto l'inferno. no, grazie, non mi serve, sono a posto così. Nemmeno un girone, tagliato fino? No, grazie davvero.
Scelgo alcune frasi di Gesù, come quelle sulla fratellanza perché mi ispirano e scaldano il cuore e mi fanno sentire buono ma ignoro, senza problemi, decine di altri concetti, la cui applicazione mi metterebbe in seria difficoltà.
Ecco, pensavo a questo oggi. A come sia figa la religione cattolica, a come sia troppo giusto il modo in cui la viviamo, a come ce ne siamo impossessati e fatto guardaroba. A quanto sia ganzo aver tradotto la "spiritualità" in misticismo agile e portabile e a quante cose buone e divertenti potranno venire da questa gioiosa operazione. Anche se ora, al di là della visione di questo prato verde sferzato dal vento, di questi uomini con tuniche druidiche che trasportano pietroni e li piazzano in cerchio e  si mettono a cantare "io sono un italiano, un italiano vero" per ingraziarsi gli dei del gratta e vinci, ecco, a parte questa visione, ad oggi, a questo istante, altre cose buone non ne vedo. Ma arriveranno, vero?






febbraio 14, 2012

Feltrinelli/Roma

Oggi, nel giorno degli innamorati, martedì 14 Febbraio, alle ore 18.00, sarò alla Feltrinelli di Piazza Colonna, a Roma.
Con me ci sarà Francesco Alò, critico e direttore artistico della NUCT Scuola Internazionale Cinema e Televisione.
Ci sarà anche il dv/blu ray de "L'ultimo terrestre".
Nella notte, poi, Radio Due, a Effetto Notte, appunto.

febbraio 11, 2012

L'ultimo terrestre/Critiche.

Aridatece Boldi, aridatece Er Caccola, La Coscialona, Pippone er Madonnaro, Salvatore Segacchione. Aridatece il cinema sincero, il cinema sano e vitale di Sgarzoglini e Bafforosso, le sonore scoregge di Umbertino Tuttobugo, i rutti liberatori di Aldo Mazzatosta, le chiappone di Alba Bellatopa. 
Ve lo chiediamo per favore: Aridateceli.  
"L'ultimo terrestre"?
 Aridatece piuttosto i sonori sciaquoni di "Sciolta a Roma est", le porte e gli spioncini di "La bella maialona si rifà le serrature". 
Aridatece quel cinema sanguigno e vero. 
Cos'altro aggiungere, se non che  quando quel cinema sanguigno e vero era davvero nelle sale, noi scrivevamo l'esatto contrario.
"Cinemapuro.it"

Dopo tanti buonismi, finalmente un film senza negri.
"Il giornale"

Gipi delude perchè questo era il suo momento di deludere, perchè dopo tanti successi noi ritenevamo obbligatorio che ci deludesse e Gipi non ci delude, deludendoci.
Solo una nota positiva per il bravissimo Emanuele Spinello nella parte dell' astronave.
"Tiratura zero".


update:
Una bufala di film. Pretenzioso e gratuitamente violento.
"Cristina Marras"