gennaio 18, 2007

Stete magnende?

Non ho davvero alcun titolo per parlarne,ma mi viene chiesto, e lo farò cercando di stare in un binario decente.
Se qualcuno ha una vera curiosità nei confronti di Pazienza, si legga le cose scritte da chi lo ha conosciuto davvero: Filippo Scozzari.
Io posso solo raccontare un ricordo minutissimo, anche se fondamentale, per la mia crescita.

Ho incontrato Andrea Pazienza quando avevo diciotto anni, forse diciannove, non lo ricordo con precisione.
Ero un ragazzino allora, passavo le giornate sulla panchina di un giardino pubblico con i miei amici di sempre. Passavamo il tempo sputando, facendoci tagli con le lamette, giocando a suonare e frequentando con passione ogni maledetta sostanza alterante.

Leggevo le storie di Pazienza e avevo l'impressione che parlassero di noi. Di me e dei miei amici intendo. Facevamo le stesse cose che venivano raccontate nelle storie. A volte le anticipavamo pure, altre volte le riproducevamo, e c'era una certa stupida fierezza nel "sentirsi raccontati" nelle storie più truci.

Quando disegnavo, in quegli anni, disegnavo come lui, ma male. E quando provavo a scrivere, scrivevo come lui, ma malissimo.

Un giorno, dopo che la mia prima fidanzata vera mi aveva lasciato, seppi che Pazienza teneva un corso di fumetto, alla "Libera università di Alcatraz", a casa di Jacopo Fo, in umbria.
I miei genitori mi dettero i soldi per il corso. Costava parecchio, probabilmente era una truffa, ma pure dalle truffe si può imparare se si ha una buona predisposizione. Comunque sia, quella truffa contribuì in modo determinante a farmi diventare un disegnatore di storie.

Sopratutto, in quei giorni, al corso, conobbi i miei disegnatori amati. Pazienza, in testa, e poi Scozzari, e Munoz e Vincino e altri.
Incontrare dei disegnatori "veri" per me che venivo dalla mia panchina tra gli sputi fu una rivelazione.
Esistevano persone che erano davvero dei disegnatori. Gente che viveva di storie da disegnare e raccontare. Esisteva quella forma di vita. Era possibile.
Ora sembra una stupidaggine, ma questa specie di verbo in carne fu per me una vera illuminazione.

I ricordi sono confusi poi. Lontanissimi.
Mi resta in mente il fascino di Pazienza quando parlava e la paura che mi faceva Scozzari mentre girava intorno al tavolo.
Ricordo i discorsi sulle droghe e questa cretina vicinanza che alcune sostanze mi parevano darci.

E poi ero piccoletto. Non riuscivo a spiccicare più di due parole in fila. Non avevo uno stile, non avevo tecnica e non avevo talento.
Ero sempre in imbarazzo. Le cose che Pazienza diceva le mettevo nella memoria e le ripetevo dentro di me, per non dimenticarle.
Lo vidi disegnare e rimasi di sasso.
Mi ricordo anche Scozzari che voleva farci scrivere con il pennello e la china. Io non riuscivo neppure a tenerlo in mano, il pennello, figuriamoci a scrivere.
Ricordo anche il giorno (mille anni dopo) in cui mi ritrovai a scrivere correntemente con il mio W&N serie 7 numero 4. E il sorrisino furbino che feci e il ringraziamento interno e privato che telepaticamente inviai a F.S.

Insomma, allora ero piccolino. Mi ricordo che al corso passai tanto tempo in una macchina con una ragazza molto più grande di me, pensando che mi piaceva molto ma che era TROPPO più grande di me e ricordo che ci litigai, le detti una spinta e si ruppe un braccio e mi sovviene che, stupidamente, tutto questo mi appariva perfettamente accordato con l'essere un disegnatore da due lire e un mezzo drogadicto.
Non so se a diciotto anni si è scemi per forza. Forse no. Comunque, io lo ero.

Pazienza lo incontrai una seconda volta a Lucca. Lucca comics.
Ero nel bagno. Ero stato a guardarlo disegnare allo stand, di nascosto, senza trovare il coraggio di farmi avanti e dirgli "ehi, sono quello di Alcatraz, il drogadicto con cui parlasti di droghe pesanti e andasti in giro in macchina". Ma non lo feci.
Andai al bagno e quando stavo per uscire lo incrociai mentre entrava.
Mi riconobbe e mi salutò (ed è buffo che lo ricordi ancora) e mi chiese se ero andato a "farmi" nel bagno. Risposi di no. Che ero diventato buono.
Non era vero. Ma lo sarebbe stato, più avanti.

Il suo modo di scrivere e di disegnare fu una maledizione per me, per tanti anni. Non riuscivo a staccarmi. Poi successe. Non so nemmeno come, probabilmente a un certo punto me ne sono fregato. Dello stile intendo. La voglia di disegnare e raccontare deve avere avuto il sopravvento sui pensieri e sui desideri. Credo che sia andata così.

In una intervista video recente dissi che Pazienza aveva rotto il cazzo.
Usai proprio questa espressione antipatica.
Pensavo che dovevo usarla, che era necessario per trovare altre parole e per guardare avanti, che è una cosa obbligatoria per i bipedi.
Era un momento in cui Andrea Pazienza (il nome, sopratutto, non il lavoro) veniva usato da un sacco di coglioni nostalgici degli anni settanta, e da ex teste di minchia della "lotta armata" che si erano impropriamente sentiti "cantati"da A.P.
E c'era pure tanta gente che seguendo un onda nuova se ne faceva amico e portavoce.
Insomma, c'era da stare da un'altra parte, anche con parole a sproposito, secondo me.

Un anno fa ho visto delle tavole di Pazienza ad una mostra, a Cremona. Accanto a me c'era Paolo Interdonato. Ho visto questi bei disegni a pennarello ed erano bei disegni a pennarello di tanti anni fa e sembravano fatti da un ragazzino.
Era così, infatti. Erano i disegni di un ragazzino. I nasi avevano le forme che si disegnano da ragazzi. E pure le ombre erano quelle.
Io ero un quarantenne che guardava i disegni di un ragazzino che non c'era più.
Mi sono arrabbiato e poi commosso.
E poi (come sempre) ho pensato alle parole di Bill Pilgrim : "così è la vita" mi sono detto. Ho tirato su col naso e sono uscito.
E Bill, come tutti sappiamo, ha sempre ragione.

Ora non so cosa resta del disegno di Pazienza nel mio disegno. Niente, mi viene da dire.
E anche la scrittura, è cambiata così tanto. Ed è cambiato il mondo, e assai.
Spesso mi dico che se lui non avesse fatto quello che ha fatto, nel racconto e nel disegno, io non avrei scritto una sola riga.
Ma come si fa ad esserne sicuri? Ed è importante, alla fine?

A volte, quando incontro il mio amico più caro, e lo vedo mangiare, gli domando:
"stete magnende giovanotte?".

62 commenti:

biorinaldi ha detto...

apro il tuo blog, leggo il nuovo titolo..... capito, non ci vuole molto, si parla di Andrea.
grazie per averci raccontato del paz.
hai ragione, si puo' leggere "prima pagare, poi ricordare" di filippo scozzari, però quello non è il "tuo" andrea pazienza, non ti pare?

Anonimo ha detto...

GRATITUDINE PURA.


(Avevo scritto un post lungo lungo come sempre, ma meglio lasciare solo un grazie, altrimenti mi sembra di rovinare qualcosa.
Se il resto serve verrà poi.)

Gipi ha detto...

biorinaldi:
Non c'è un "mio" Pazienza.
La conoscenza è stata troppo breve e superficiale.
Restiamo a "prima pagare" :)

Anonimo ha detto...

Ho letto il commento di biorinaldi dopo, perchè a scrivere il mio ci ho messo una vita.
Ma ora che 'sta cosa l'ha detta lui e ha rotto il ghiaccio lo appoggio: noi volevamo il TUO punto di vista (oltre a Scozzari c'è un mare di roba, poi, non è un problema di info). E ti ringrazio ancora per averci accontentato.

Anonimo ha detto...

Ancora! Mentre scrivo non mi accorgo che posti tu! :(

Anonimo ha detto...

E tu pensa che adesso potrebbe esserci uno piu' piccolino di te, che ti sta'ammirando, come hai fatto te con Pazienza, ma che come uno stronzo paranoico non ha il coraggio di parlare a 4 occhi, perchè ha dentro di se una cosa profonda viscerale con il disegno, ma che poverino ancora non riesce a fare un cazzo purtroppo, ma vorrebbe anche lui tirare un fuoco per alimentare la sua personalità da disegnatore bloccato.Ma non ce la fà, perchè i tempi sono cambiati...e quando ti incontra a Lucca ci pensa 1000 volte
a parlarti, ma non riesce è bloccato, forse ci aveva già provato .E potrebbe commuoversi anche lui a vedere i tuoi disegni senza averti mai e poi mai parlato

Anonimo ha detto...

Quasi, quasi, la penserei come biorinaldi, perchè quello che è veramente successo e questo :)

http://ziofeininger.blogspot.com/2006_05_01_ziofeininger_archive.html

leggi l'articolo del 22 maggio 2006, Pazienza in gita scolastica

Unknown ha detto...

quello in piedi sopra di te è massimo semeraro coi capelli, vero?

Gipi ha detto...

marcocorona:
Si si Si!!
Non l'avevo scritto per vedere se qualcuno riconosceva i presenti :)

Grazie del cappello Marco. La mia vita è molto più bella con esso in testa.

Anonimo ha detto...

buffo, anch'io conservo una foto di gruppo ad alcatraz, anni 90,corso di fumetti,17 anni.Ricordo quell' esperienza come il primo fatale ingresso nella vita che sarebbe stata.

Gipi ha detto...

marilina:
No comment.

Unknown ha detto...

ringrazia silvietta per il cappello scemo. nonostante me lo avesse portato dalla scozia a lucca, non ha fatto una grinza quando te l'ho subito regalato dopo che me lo aveva appena regalato. donna generosa di petto e di fatto. oltretutto, il copricapo, mi era pure grande...o piccolo? non ricordo più. memoria del casso.

Anonimo ha detto...

Ciao Gianni,
ricordo bene quell'intervista, mi sembra la vidi su un DvD dedicato ad Andrea.

Devo dire che ancora ti conoscevo poco, ma capii bene il senso di quella dichiarazione, ero d'accordo e hai iniziato a starmi simpatico.

Eh si perchè era pieno qua e la di persone "Amiche" di gente che "..era amico mio". Destino purtroppo comune a molte persone che condividono con Andrea un carisma ed un talento incredibili.

La interpretai anche come una tua voglia di distaccarti da una tua grande influenza e un tuo desiderio di contemporaneita' =)

Concludo dicendo che una sensazione simile alla tua di fronte ai pennarelli di Pazienza l'ho avuta poco tempo fa a Perugia in una mostra sul rapporto tra Pazienza e la musica.

Mi son ritrovato davanti alle tavole di Pompeo con un senso di smarrimento e di vuoto. E di rabbia pure.

Ciao e grazie per il post..e per la foto =)
Devo dire che eri quasi piu' bello, cosi' indefinito e poco centrato giovine 18enne o giu di li =)

Ciao,
Marco

Anonimo ha detto...

Foto bellissima.E poi c'è anche Massimo Zanardi: il secondo dopo Tanino.hEEEEEHE!!!!

Anonimo ha detto...

Ho letto con emozione questo post, anche se sono di mezza generazione in ritardo (quasi una) rispetto a Pazienza, anche se non disegno, anche se non l'ho conosciuto. Ho solo rubato numeri e numeri di Corto Maltese a mio fratello, da bambina, divorando le storie di Pazienza e di altri, perché sapevo di non doverlo fare.

Unknown ha detto...

Gipi, ti giuro che ho le lacrime agli occhi.

Mi piacerebbe tanto avere o aver potuto avere un maestro come lo è stato per te Pazienza...cioè, mi piacerebbe incontrarlo, parlarci e confrontarmi direttamente, non indirettamente, i suoi lavori pubblicati con i miei nel cassetto che chissà perchè sono sempre a livello spazzatura :P non ho cpito però se in confronto o in generale li ritengo a livello spazzatura. By the way...

A 18 anni si è stupidi, lo si è di più a 25 (almeno per me) si migliorerà spero.

A presto

J

Anonimo ha detto...

Ironico, commovente, arrabbiato e un po' struggente... ho letto tutto dalla prima lettera all'ultima e condivido tante cose E' per come sai raccontare che mi piace quel che fai...

ciorven ha detto...

Ad Alcatraz quell'anno venni in pellegrinaggio, sicuramente ci siamo intravisti, i ragazzi dei corsi mi sembravano tutti un po' strani, tutti un po' troppo milanesi... mi ricordo qualche lezione che ho orecchiato con Jacopo che diceva che tutti sanno disegnare e Filippo che "nessuno sa disegnare"...
Paz mi doveva fare una cosa, (dall'anno prima che mi avrebbe fatto anni dopo)...
ci tornai l'estate dopo e giocava a fare il Kendo... aveva una spada giapponese con il manico pieno di tacche... "sai roberto cosa sono queste tacche? è il numero di culi di ragazze in cui ho infilato il manico di questa spada..." e io a bocca aperta...
era fatto così, un raccontatore terminale che quando incontrava un beccaccione come me dava il peggio (e il meglio di se...)
In una cosa ti somiglia, anche se diceva di averli avuti non ha mai avuto maestri... Alle solite domande del cazzo gli autori di riferimento ecc. rispondeva distrattamente Moebius, Pratt, Barks.. ma posso assicurare che di Moebius forse ha sfogliato qualche albo, di Pratt non ha mai letto una storia... Era un narratore nato, non aveva bisogno di occhieggiare nulla, e così sei tu, un narratore nato, se Eisner Caniff Pratt e McCay non fossero mai esistiti faresti lo stesso le stesse (ripetizione voluta) cose...

Anonimo ha detto...

Sarei veramente curioso di sapere chi sono tutte quelle belle facce... Aggiungeresti una didascalia per noi profani ?

Anonimo ha detto...

Grazie.

Gipi ha detto...

marcocorona:
ringrazio te e silvietta per il cappello magico.
ora però ha le grinze sulla tesa ed io inquieto mi domando: i cappelli si stirano?

p.s.
Ho incontrato un amico che mi ha comprato dei disegni, mi ha visto e per come ero vestito mi ha chiamato Corona :)

Ciorven:
Sei troppo buonino avec moi. xxx
Comunque è vero che di Eisner, Caniff e Mc Cay non ho mai letto nulla.
Di Pratt si. Mi sa che lessi una storia. Però non mi ricordo il titolo. Ricordo che ero ragazzino e provai (fallendo miseramente) a disegnarne alcune scene.

Presquejamais:
Sarei curioso anche io, perchè non mi ricordo nulla.
Questa foto mi è stata gentilissimamente mandata da Massimo Semerano (grazie grazie!) e io vi riconosco solo me stesso, Massimo, Pazienza, Munoz e Liberatore.
Gli altri non me ne vogliano, ma non li ricordo. Sono passati 400 anni.

Anonimo ha detto...

Bello...

Un piccolo gioiello questo post, dallo scritto alla fotografia.

Non riesco a biascicare che un grazie.

Non sono d' accordo sull' affermazione "domanda del cazzo" sui maestri di riferimento...che invece ritengo molto importante

Porco Rosso/ Marco

Anonimo ha detto...

Ringrazio anche io, anche se non centro un cazzo, Marco e Silvietta per IL CAPPELLO perchè mi diverto un sacco a pensare a Gipi che se lo tiene su per Paris o col microfono e fa il furbo!! :)

Marilina, anche io mi sono chiesta di chi è disegno. Raccogliamo le firme per la risposta? ;)

Anonimo ha detto...

Guardando bene la foto si capisce di chi e' il disegno..

e' del gatto (bruttissimo) con la coda piu' dritta che abbia mai visto...

Puerco

Daniele ha detto...

Beh, credo che la tua faccia nella foto sia assolutamente fantastica!!

Sembri pinocchio che si è mangiato lucignolo.

Quanto dici su pazienza è giusto e onesto, un po' di normalità e concretezza ci vuole, quanto dici è un omaggio alla persona.

Io all'epoca leggevo topolino mi ricordo solo un inserto AVAJ su Linus di cui capivo solo i Peanuts, quando ho avuto l'età per pazienza, lui era già andato, era già un Jim Morrison da citare a memoria in macchina, cazzeggiando con la sbornia in quel misto tra euforia e ansia.

Crescendo mi sono dispiaciuto realizzando come tutti ci inzuppavamo, confondendo l'autore con le opere, che era diventato un icona pop, un oggetto, e che tutto il meglio sarebbe dovuto venire.

Poi sono arrivati i film, i cloni eccetera.

Credo che questi piccoli squarci da parte chi un po' c'era e che non ha bisogno parlarne per campare, siano preziosi.

Daniele

Unknown ha detto...

le grinze sul chapeau sono segno di carattere

Anonimo ha detto...

Minchia! Questo è quello che si dice un post denso!

Anonimo ha detto...

gianni ti voglio bene,
e non per il post su pazienza,
(pazienza chi?)
che a me e' sempre stato un po' sul cazzo proprio per la mitizzazione di cui sopra.
e poi i disegni non mi sono mai garbati (mica come Liberatore...)e adesso la gente mi dice che disegno tipo Pazienza, pazienza..
in fondo ,come disse il mio maestro, non sei tu che cerchi lo stile, ma lui che cerca te..

no , ero contento perche' ho letto di te a parigi.

io sono a new york,
la mattina mi alzo e corro sotto i 3 ponti sull'east river, fino a quello di brùclin.
non passavo dal blog da almeno un paio di mesi e sono
piacevolmente sorpreso di star vivendo le stesse esperienze tue ma dall'altra parte dell'oceano.
Suppongo la voglia di immergersi in una visione nuova,per me di cambiare vita dopo Milano, che è diventata, dopo 6 anni , casa mia.
Anche io vado a giro con un cappello (si ma qui oggi c'erano meno 6 gradi) e davvero qui non ti caca nessuno, new york accetta tutti ,e' la città dove non puoi sentirti turista perchè se entri in un ferramenta per comprare un letto gonfiabile senti che il boss è italiano da anni a n.y. ma parla inglese peggio di te...
e mo mollo senno' sembro filo americano.

bene, ti saluto, spero di vederti presto ma non tipo occasione in passato.
magari ti vengo trovare a parigi, che dici?
io debbo solo sposare un americana e sfondare da queste parti, nel frattempo ho una mostra al p.a.c. a marzo e quindi tra un mese devo rientrare in italia.

cari amici, io ho avuto un maestro come andrea pazienza-gianni pacinotti ed il suo nome è gipi.

un forte abbraccio.
g

Anonimo ha detto...

e così un anno fa hai visto i disegni a pennarello e hai tirato su col naso?
Cosa? Cosa hai tirato su col naso?
Droga?
Non avevi smesso?

(non mi firmo perchè sono in una crisi identitaria e politica)

Gipi ha detto...

Ghiozmo:
Fratello, che cose belle che mi scrivesti. Mi commossi appena svegliato!
Sono contento di saperti cappelluto a Nuova York. Grande.
Non sposare un'americana però. Non sposare nessuno: keep yourself absolutely free! (F.Z. docet).

Cosa è il p.a.c.?


marilina:
Non ti arrabbiare con Anonymous. Non fa male, è uno scherzo.
:)

Anonymous:
Non passa altro che moccio dal mio naso da un sacco di tempo. Ed anche in passato prediligevo altre vie più dirette che mi facevano sentire più figo e maledetto.
Sai com'è: altri tempi et stupidità alle stelle.
Comunque se vogliamo parlare di droghe, ne avrei quasi voglia.

Ti quasiracconto questo:
Una volta, durante una proiezione di miei corti in un centro sociale di roma, dove arrivavano applausi et idolatria a scena aperta, osai fare una battuta sulla mia antipatia per tutte le droghe, leggere comprese.

Andarono via tutti.
Ultimo tabù?

ico gattai ha detto...

hey Gianni.
Qui Ico.
Il colpevole del post sulle droghe.
(il mio anonimato dura sempre troppo poco)
Argomento droghe (copertura sostanziale del 77% sugli argomenti dei giovani alternativi in fase romantico-distruttiva tipo me o te o ozmo però io invidio e voi e senza vicevrsa ahimè): ai tempi dei filmini di santamariavideo, penso stessimo fantasticando sul film nella palude tutta rossa, ecco in uno dei discorsi da facce nell'acqua tu, tu sì tu, dicesti:
se facciamo questo film, quando finisce mi fate fare un chilum d'erba tutto a me. (noi comunque non ti credemmo, pensammo che era un'affettuosità nei nostri confronti che a canne si va ancora diritti come fusi).
Comunque lo dicesti.
A proposito, ieri sera ho fatto un giro in città e ho trovato il mio uomo: strage d'erba tutta la notte.
Vai così Gipi che la droga fa schifo.
Lo ammetto e rimango qui ad aspettare le otto di sera per uscire dalla giacca e dalla bianca camicia e riprendere la strage d'erba.
Un abbraccio.

ico gattai ha detto...

Puoi togliere i miei due post (inutili).
Grazie e scusa.

Anonimo ha detto...

il pac è il padiglione di arte contemporanea a milano.
il massimo (e unico) spazio museale della città riservato al contemporaneo.
dopo che vittorio sgharbi ha consacrato i graffiti a arte contemporanea cool allora adesso tutte le porte istituzionali sono aperte.
lui tra l'altro l'ho conosciuto e dal vivo e' esattamente quello che sembra.

Gipi ha detto...

Ico:
eh eh, maledetto mentat pieno di memoria :)
Meno male non abbiamo fatto il filmino (peccato, in realtà) altrimenti sarei morto da chilum, annegando nella palude :)
In verità i chilum non mi riusciva di fumarli nemmeno quando ero in forma.
Il mio amico Ale me ne faceva mostra orgogliosissima, disponendo un tappetino indiano e facnedo strane mossettine nella deposizione, ma a me hanno sempre fatto un po' paura e un po' cagare, con quel cencino tutto unto in corredo :)
Comunque, cosa è la giacca bianca camicia?
Che lavoro è?

p.s.
grazie per avermi insegnato a scrivere "chilum".
Si scrive così, vero?


J.F.Ozmo:
"dopo che vittorio sgharbi ha consacrato i graffiti a arte contemporanea cool allora adesso tutte le porte istituzionali sono aperte.
lui tra l'altro l'ho conosciuto e dal vivo e' esattamente quello che sembra."

Intendi "Un bell'uomo?"
:)

Gipi ha detto...

Ps. Ozmo:
Belli i nuovi lavori a matita. I Kebabbi e i ritratti di gruppo.
Peccato che sei stronzino e le immagini non si ingrandiscono una segha :)

ico gattai ha detto...

portiere di notte e qualche volta di giorno (rigorosamente festivo).
alla normale dove cresce la crema.
mi pagano per non fare un'emertita sega e questo è bello. il cervello ne risente e questo è meno bello.
ma chi si lamenta si tormenta e in tempi d'uragani a colazione meglio atterrare su una chiatta di calma piatta.
oppure no.

Anonimo ha detto...

ma la tipa che sta tra Tanino Liberatore e Zanardi è x caso Laura Scarpa?
bella 'sta foto!

Anonimo ha detto...

son contento ti piacciano, però via giannino, i siti son fatti per dare un idea, quelli dei gieipegghi sono mondi finti , una volta andata via la luce non esistono piu'..
il sito e' documentativo un po' come i cataloghi, i dipinti vanno visti dal vivo e i disegni dalla cartelletta, come diceva picasso, e poi, te scambieresti mai un disegno vero per diecimila scannerizzati a alta risoluzione ?

già lo so che no.

Anonimo ha detto...

http://www.flickr.com/photos/ozmone/361107132/

tho ti metto anche questo che ho fatto prima di partire.

p.s.
ma quello a destra della foto dietro tutti è il donchi?

Anonimo ha detto...

Ho letto solo adesso.
Grazie.
r--

Anonimo ha detto...

ma la tipa che sta tra Tanino Liberatore e Zanardi è forse Laura Scarpa?
bella fotografia ..

Caligola ha detto...

11 Anni fa in una pausa durante un corso di pittura in accademia un ragazzo più grande di me....si fermo' a guardare i disegni che facevo sui tavoli rivestiti di cartone e mi disse " Cazzo,sembrano i disegni di Pazienza".....esattamente 1 anno dopo ad una riunione di "sconvolti"...un tizio mi fa "...ho visto i tuoi disegni e secondo me tu sei l'erede di Pazienza".
Il dettaglio e che io...all'epoca sconoscevo del tutto chi fosse il Grande Andrea Pazienza...e credo,oggi, che in qualche modo stava cercando di comunicare con me...Non sarò mai come Andrea....ma lo ringrazio e ringrazio tutti quelli che riescono a carpire l'essensa intima del suo lavoro....che è poi credo sia l'essenza stessa dell'arte.

Caligola ha detto...

11 Anni fa in una pausa durante un corso di pittura in accademia un ragazzo più grande di me....si fermo' a guardare i disegni che facevo sui tavoli rivestiti di cartone e mi disse " Cazzo,sembrano i disegni di Pazienza".....esattamente 1 anno dopo ad una riunione di "sconvolti"...un tizio mi fa "...ho visto i tuoi disegni e secondo me tu sei l'erede di Pazienza".
Il dettaglio e che io...all'epoca sconoscevo del tutto chi fosse il Grande Andrea Pazienza...e credo,oggi, che in qualche modo stava cercando di comunicare con me...Non sarò mai come Andrea....ma lo ringrazio e ringrazio tutti quelli che riescono a carpire l'essensa intima del suo lavoro....che è poi credo sia l'essenza stessa dell'arte.

Caligola ha detto...

11 Anni fa in una pausa durante un corso di pittura in accademia un ragazzo più grande di me....si fermo' a guardare i disegni che facevo sui tavoli rivestiti di cartone e mi disse " Cazzo,sembrano i disegni di Pazienza".....esattamente 1 anno dopo ad una riunione di "sconvolti"...un tizio mi fa "...ho visto i tuoi disegni e secondo me tu sei l'erede di Pazienza".
Il dettaglio e che io...all'epoca sconoscevo del tutto chi fosse il Grande Andrea Pazienza...e credo,oggi, che in qualche modo stava cercando di comunicare con me...Non sarò mai come Andrea....ma lo ringrazio e ringrazio tutti quelli che riescono a carpire l'essensa intima del suo lavoro....che è poi credo sia l'essenza stessa dell'arte.

Niccolò Storai ha detto...

Ciao Gianni,
questa foto è davvero bella, non sò perchè ma mi piace un casino.
Semerano sembra un ragazzino tanto per bene in questa foto, ha un aria leggermente tagliente ma si vede che è un tipo apposto.
C'è anche Scozzari con i capelli lunghi, ed un Liberatore con un sorriso contagioso.
Quanta bella gente.
Bei tempi!

Junkie ha detto...

Ciao Gipi. Di' un po', ti sei ispirato a "No Man's Land" di Danis Tanovic per la striscia di Internazionale di questa settimana?

Gipi ha detto...

Junkie:
No, non so neppure cosa è. E' un film?

Niccolò:
Non c'è Scozzari nella foto.

Ozmo:
E non c'è neppure Donchi :)

C'è Maradona però, ma è nascosto benissimo.

Unknown ha detto...

Splendido post, gipi, e mi sembra decisamente appropriato che sia un post sul Paz ad essere il mio primo intervento su questo blog.
Io Pazienza non l'ho mai conosciuto di persona, l'ho sempre conosciuto "di rimbalzo": uno zio a Bologna, un amico a Montepulciano, un ragazzo che mi tirò su in autostop e che era alla festa in cui morì.
Per me però è sempre stato come un fratello maggiore un po' cazzone e scapestrato, ma che parlava la mia lingua, sentiva le cose come le sentivo io, aveva quello stesso gusto per il gioco di parole involuto e sagace che ho sempre avuto.
Quando è morto avevo diciannove anni e mi stavo preparando alla maturità. Quel giorno non trovai "Tango" all'interno dell'Unità, e me ne meravigliai. Mio padre mi disse che non era uscito. Strano. Poi qualche ora dopo, leggendo il giornale, scoprii lì trafiletto che parlava della morte di Andrea e piansi come se mi fosse morto un fratello. Mio padre mi aveva nascosto Tango perché temeva che la notizia avrebbe potuto buttarmi giù proprio nel momento più impegnativo. Una idea del cazzo, chiaramente, quella di mio padre, ma giusto per farti capire cos'era Andrea per me. Adoravo i suoi disegni (anche se poi fui perfettamente d'accordo con te quando dicesti che "avevano rotto il cazzo"), ma soprattutto adoravo quello sbruffone maldestro, egocentrico eppure così terribilmente geniale che era.
Perché probabilmente un po' lo ero anch'io.

Anonimo ha detto...

Sono fiero di aver scatenato tutto sto' baradan con Andrea Pazienza in questo blog.
Sarei curiosissimo di sapere se Andrea fosse stato ancora vivo che cosa avrebbe fatto oggi?
Forse avrebbe smesso di disegnare , si sarebbe dato al cinema? ...ma.. chi lo sa? chi puo' saperlo?

biorinaldi ha detto...

Bene, io sono contento di leggere questo blog, purtroppo solo da pochi giorni.
E invidio tutti quelli che hanno conosciuto andrea pazienza: io l’ho scoperto tardi, come ho scoperto tardi il fumetto d’autore.
Ho conosciuto marina, che m’ha messo in mano le cartelle con molti suoi originali tra cui zanardi medioevale, un colpo forte che ancora ricordo (quanto hai ragione, gionzmo, a citare picasso…..) e il mio cuore di piccolo collezionista di tavole s’è quasi fermato.
Che dire?
Tutto il pubblicato, l’avevamo già letto….. e ci eravamo pure rotti i cosiddetti di sentire straparlare di lui, ci basta una sensazione, un ricordo “dal vivo”, una visione inedita da chi, come te, gli è passato accanto. Grazie gipi, per la foto e per il “tuo pazienza”, insisto.

Andrea Mazzotta - ILGLIFO ha detto...

Ciao Gipi.
Belle le cose che dici.
Ti capisco soprattutto quando parli dei disegni di Pazienza, visti a Cremona.
Dal vivo i disegni di Paz
(soprattutto quelli realizzati a pennarello e le tavole di Pompeo)hanno una forza che ho visto raramente altrove.
La mostra di Perugia, sul rapporto tra Paz e la Musica ho contribuito ad organizzarla anche io.
E avere ta le mani una tavola di Andrea Pazienza, poterla osservare con attenzione nei dettagli, nelle sfumatore dei neri....è spettacolare.
Ne cogli lo forza...la stessa che si percepisce nel tuo post...
In bocca al lupo per qualsiasi cosa tu stia facendo ora...
Ps: Avevi ragione...in S. hai ritrovato la tua "cattiveria"...se ne parlò a Lucca durante quell' ultimo cafè allo Stand Coconino...ciao ciao

Caligola ha detto...

Ciao Gipi

Ti ho lasciato una mail qualche tempo fa,ma forse non l'hai mai letta.

Vorrei soltanto complimentarmi con te per il tuo lavoro.

Grazie al portale www.flashfumetto.it ti ho "scoperto" e sono arrivato su bacidallaprovincia.

Ho aquistato "Appunti per una storia di Guerra"....molto bello.

Apprezzo molto il tuo stile grafico e narrativo.

Volevo complimentarmi con te e ringraziarti per aver contribuito indirettamente ad una sorta di mia rinascita....lavorativa.

In bocca al lupo per tutto.

In Italia o in Francia...continua a stupirci.

C.

Junkie ha detto...

Gipi: sì, è un film. Anche bello, secondo me. http://www.imdb.com/title/tt0283509/

Vinse l'oscar come miglior film straniero qualche anno fa, tra l'altro battendo un film italiano in concorso, di cui non ricordo il titolo. Guardalo, e vedi se ci "ritrovi" la striscia di Internazionale dell'Iracheno: secondo me l'idea comica è la stessa..

Anonimo ha detto...

E' la prima volta che vengo da queste parti. Per esattezza dovrei dire la prima di una lunga serie...

Leggo un articolo sul Paz, quasi mi commuovo. Anzi mi commuovo e basta.
Io il paz lo "vedo" quasi ogni settimana, nel senso che passando vicino al luogo dove riposano le sue spoglie (sotto un masso calcareo del Gargano) non posso non pensare a lui. E' una doppia tragedia, Andrea "abita" vicino la tomba di mio padre (artista anche lui ma dell'argilla), a San Severo. Accanto a lui il silenzio del padre, un prato e una siepe che paiono sgattaiolati dalla sua penna più ispirata. Quando arrivo, ogni persona che si allontani, mi sembra Zanardi che è venuto a conversare con il suo creatore.

Perdonate la malinconia di questo ricordo, a prestissimo.
Ciao
PG

Sergio Ponchione ha detto...

Bel pezzo caro Gipi, anke se Semerano per cusiosità aveva mandato la foto anke a me e mi ero già commosso a dovere in privè.

Da lettore, ho amato alla follia Paz come tanti, come tutti. Ma poi con gli anni gli ho preferito Scòz e Mattioli. Da autore, li sento più vicini.

E visto ke gnittanto anke il nostro amato FZ risalta fuori, l'hai sentito Trance-Fusion? Gli ho dedicato un post sul mio blog.

Un abbraccio.

Anonimo ha detto...

Non sapevo che fossi stato allievo di Pazienza, se così si può dire. In effetti il tuo disegno è diversissimo dal suo, e anche le storie che racconti, e il modo in cui le racconti. Eppure siete così simili... L'ho pensato dalla prima volta che ho visto i tuoi fumetti. Credo che tu sia l'unico che veramente ne abbia raccolto l'eredità, proprio perché hai smesso di cercarla. Condivido tutto quello che hai scritto, compreso la frase su Pazienza che ha rotto il cazzo. Ho capito cosa volevi dire. Bisognava dirlo, ed è stato molto punk, lui avrebbe apprezzato, forse.
Per chi disegna fumetti, per chi li legge, e per chi ama un certo modo di raccontare, Pazienza è un riferimento da cui non si può prescindere, a questo bisogna rassegnarsi. In particolare per chi disegna, come dici tu, può diventare una maledizione. Io anni fa mi sono ritrovato a piangere, pensando che non avrei mai avuto la possibilità di conoscerlo, e che non avrebbe più disegnato niente, però ho odiato certe edizioni recenti dei suoi libri, commentate, ricolorate, con copertine rigide, plastificate, celebrative, seriose, pompose... molto false. Pensare a Paz, ai suoi disegni, alle storie, alla sua vita, mi dà sensazioni strane: un misto di piacere quasi fisico e un peso doloroso al centro del petto. Questo mi capita sempre, e credo che non cambierà mai.

Anonimo ha detto...

ciao Gipi,io sono una piccola sciocca che tra 5 giorni entra nei 32anni.Sono nicolina,e questa è la mia storia:un qualche Dio mi ha creato delle grandi e lunghe mani,che ho sempre odiato,rosse di vergogna ma baciate dagli angeli;per istinto possono cimentarsi in tutto e in tutto riescono,ma la mia stupida incostanza e la mia "ottusa" voglia di cambiare,nulla mi ha fatto coltivare con devozione,se non trastullarmi con anima e corpo in assurde attività creative dalla vaga esistenza!Per ultimo mi sono ritrovata a fare Carri Allegorici a livello professionale,se non chè la piccola mafia locale mi ha fatto fuggire dalla pena,e per questo non specificherò il comune per cui lavoravo.E lì ho incontrato l'ennesimo uomo-grillo dai capelli rossi,armato di pura allegria ed entusiasmo,sempre pronto a disarmarti con la sua ironia e la sua capacità di saltare...il mio personaggio preferito senz'altro!A TE,invece,ti ho incontrato in questo giorno di 2anni fà,come regalo di compleanno in"una storia di guerra".E mi sono detta:ma come fanno questi personaggi qua ad essere qui dove stanno ed assomigliare così tanto a quelli che escono dal mio immaginario di un'epoca appena passata e in cui non ho vissuto per sbaglio.Parlo di quella lealtà di sentimenti,del desiderio di concretizzare tecnologie ancora solo sognate,ingranaggi di vita e sopravvivenza che profumano di ferro nella campagna.Niente più.Per quanto mi è concesso questo è il mio ideale di vita.Inventrice d'animo.Ed allo stesso modo cresce il mio sguardo mentre và a spasso con la mia sensibilità,perchè lunghi periodi di inattività pittoresca,mi hanno invece condotto ad una maturazione pittorica inspiegabile,solo alimentata da esperienze di vita sonnambula.Non sò immaginare quale meravigliosa chimera o tortura o non sò che cosa,ti abbia condotto dove sei,ma è nel tuo percorso che ti voglio cercare,nella buferà che sempre ti prende e ti lascia,per portarti non sai neanche tu dove.Se potessi trovare una sola parola per me,sarebbe un pò come varcare un confine,ed essere vista da quei ragazzi che corrono nella mia mente senza potermi raggiungere,senza potermi toccare,solo perchè nati in un tempo diverso,ma che a volte,forse per gioco,escono fuori da mani come le tue,e mi confermano la loro esistenza!(Rileggendolo mi rendo conto che non ci si capisce un gran chè,ma capisca chi deve capire).E basta

Anonimo ha detto...

Ciao Gipi.
Ti vedo su quella panchina, mi vedo su quella panchina, vedo tutti noi su quella panchina a 17anni e vedo anche lo specchio che Pazienza ci mise davanti e in cui credemmo di specchiarci per sempre.
E invece non è stato per sempre e scopriamo con rabbia e gli occhi umidi che anche un padre è stato uno stupido adolescente presuntuoso e maldestro nel disegnare. Di te amammo il riflesso...
Ma se non ci fosse stato sarebbe più difficile stare qui a commuoverci per una foto, sarebbe stato più difficile scoprire che si può raccontare di una panchina su cui tre amici drogaticci si sfottono colpendo con inaudita precisione il cuore del tutto.

carlo barba

Carlo (sudboy) ha detto...

Bellissimo racconto, grazie Gipi. Pazienza è un classico, secondo me la tua esperienza è come aver avuto una lezione da Michelangelo. Nessuno vuole mitizzare Pazienza..alcune cose di Pazienza andrebbero insegnate a scuola secondo me. Pazienza è il santo della mia terra, la Provincia di Foggia...fosse per noi (ironici e fancazzisti pugliesi) andrebbe fatto una cattedrale in suo onore al posto di quella di renzo Piano per Padre Pio. Lui è tutti i ragazzi che come lui sono morti lottando contro il qualunquismo, il perbenismo e che quando li ricordiamo ci fanno piangere lacrime amare o ridere di gioia, o tuttèdduè le cose insieme.

oakleyses ha detto...

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