giugno 13, 2012
Smettere di fumare fumando
Le cose sono andate così: mi ritrovavo verso le due del pomeriggio con il primo pacchetto di Camel Blu, comprato la mattina alle sette, raggomitolato nel posacenere.
Quindi uscivo, andavo a pranzo stando attento a portarmi cinque euro di carta per la macchinetta.
Dopo mangiato compravo il secondo. Tutti i giorni, al distributore automatico, un rito. La tessera sanitaria, i cinque euro nella fessura pigra e poi inginocchiati! In ginocchio a sentire il rumore del pacchetto che finiva nel cassetto del distributore. La mano quasi morsa nella bocca della verità.
Poi rialzarsi con le ginocchia a sussurrarmi storie di vecchiaia incombente, strappare il filo sottile trasparente oro e sigaretta. Fiamma.
La prima cicca del secondo pacchetto.
Quel secondo pacchetto, alla mezzanotte, si raggomitolava pure lui, nel cestino della carta.
Quaranta sigarette al giorno.
Questo fumavo. Sulla pelle e nei nervi e nei testicoli ne portavo tutto il peso.
Volevo forse smettere io?
No.
Le cose sono andate così: volevo raccontare una storia. Mi sembrava di non avere più idee, nessuna, da tempo immemorabile. Mi sarei fermato, acchetato in poltrona, cul sul cuscino ad accarezzare il capo dolce dai capelli fini nuovi di mio figlio, se ne avessi avuto uno. Sarei stato là, a guardarlo crescere e imparare andar per la strada sua, stando in disparte, che il tempo mio era fatto. Questo, se avessi avuto un figlio avrei potuto fare. Ma non ne avevo. Avevo solo le storie e la gioia che quel vento, quando tira, mi da.
Volevo una storia ma mi trovavo con il cervello impigrito, digiuno di sacrifici necessari per l'ispirazione. Allora ne ho inventato uno. Ho detto: ideona! Smetto di fumare e filmo tutto quello che succede nel farlo!
Immaginavo che sarei impazzito, avrei dato in escandescenze, perduto il controllo e, con una microcamera, avrei filmato questo disastro, che immaginavo buffo, e ne avrei fatto una storia per immagini.
Questo ho fatto. Per dieci giorni ho filmato tutto quello che mi succedeva, da quaranta sigarette a zero, di colpo.
Mi ero dato una regola: il giorno uno avrei montato tutte le cose girate nel giorno uno. Avrei suonato le musiche, fatto la voce narrante e gli effetti speciali relativi al giorno uno. E il giorno due avrei fatto lo stesso con il materiale girato il giorno due, e avanti così.
Non sapevo dove sarei arrivato o cosa sarebbe successo. Sopratutto non sapevo se sarei riuscito a non fumare.
Sapevo però che in base alla regola data non sarei tornato a modificare il lavoro fatto. Il giorno cinque, per dire, non avrei potuto modificare la voce off del giorno uno, neppure se, una volta riacquistata un minimo di lucidità, mi fossi accorto che faceva cacare.
Nelle storie a fumetti avevo usato spesso stupide regole del genere. Era la prima volta che provavo ad applicarle ad un sistema più complesso come la realizzazione di una storia filmata.
Quello che ne è venuto fuori è una roba molto strana, che a me fa ridere e che mi ricorda pure "la mia vita disegnata male" ma in cinema. Che mi è costato 350 euro e dieci giorni di lavoro più tre di tentativi di migliorare l'audio alla fine. Perché l'audio è veramente una bestiaccia.
Questa cosa, alla fine, mi ha fatto smettere di fumare. Ora sono passati tanti giorni: non ci penso quasi più. Alle sigarette, dico. Non ci penso quasi più.
E' rimasto questo filmino. Dura un'ora e un quarto. Si intitola "Smettere di fumare fumando".