Vado a visitare il blog di un amico, Daniele Marotta. Trovo un articolo che mi incuriosisce. Una polemica a proposito del ritorno del giornale satirico "Il Male".
La discussione nasce da un confronto tra Massimo Caviglia e Flaviano Armentaro. Per il proseguo della lettura devo specificare che Massimo Caviglia è Vecchio, mentre Flaviano Armentaro è Giovane. Insomma, una discussione tra un autore Vecchio e un autore Giovane.
La questione mi si rivela con la lettura dello scmabio di email tra l'autore Giovane e l'autore Vecchio, a proposito della pubblicazione sul nuovo Male.
Le riporto qua, visto che l'autore Giovane l'ha resa pubblica.
Il testo inizia con la voce dell'autore Giovane. La versione originale è consultabile qui:
la riporto qui sotto, per comodità:
update!
la risposta di Massimo e la mia controrisposta. poi basta tediarvi con queste cose.
Quanta ipocrisia, retorica e malafede in quello che scrivi, a cominciare dal "lusingato e onorato", dagli abbracci e gli "in bocca al lupo", solo per arrivare agli sputi in pubblico.
Io non ho mai approfittato di avere alle spalle qualche bulletto virtuale che fa la claque e commenta sul blog senza ascoltare l'altra campana.
Se il tuo metodo per emergere e' quello del giovane cowboy che spara alla schiena del vecchio, hai sbagliato bersaglio: Vauro e gli autori di satira con cui stiamo preparando il Male non sono Berlusconi e i suoi ministri. Semplicemente, ognuno di noi ha un modo diverso di fare satira e - nonostante il piacere di promuovere le iniziative gia' esistenti (chiedi a Mamma e Scaricabile, prima di sputare veleno) - non puoi chiederci di non fare il giornale che vorremmo. E non si tratta di poltrone o di soldi ma di un progetto, qualcosa che vogliamo creare e condividere tra noi e con gli altri.
Ho sempre appoggiato le nuove iniziative e i nuovi autori, ma ognuno di noi vede la satira a modo suo, altrimenti Mamma, Scaricabile e Metro si sarebbero gia' intrecciati da tempo. Invece c'e' chi preferisce leggere piu' testi, chi piu' illustrazioni, chi piu' giornalismo, chi piu' vignette, chi piu' storie, e ognuno aderisce a questo o quel progetto secondo i propri gusti. Anche i lettori.
Hai accusato la vecchia guardia della satira di avere piu' colpe di Berlusconi, ma e' una tesi ridicola e falsa: innanzitutto perche' nei salotti non ci siamo mai andati (leggi bene i nomi dei partecipanti al progetto), e poi perche' abbiamo sempre rischiato con i nostri editori cause milionarie e conti in rosso.
Sarebbe facile dare la colpa ai lettori che non comprano le centomila copie di un giornale di satira come all'estero, ma abbiamo sempre continuato a farla onestamente, senza livellare al basso. Non e' facile, né è cosa da grandi numeri, quindi e' assurdo che tu pretenda garanzie da ministero con ferie e contributi pagati. Sappi che non abbiamo mai chiesto per prima cosa a un editore "quanto ci paghi" ma "quanta liberta' abbiamo di scrivere e disegnare quello che ci pare contro ogni potere". Se al Male ci saranno degli utili li divideremo, ma se e' la prima cosa a cui pensi hai sbagliato lavoro.
E nessuno voleva farti ombra, anzi il contrario.
Per me la polemica e' chiusa, ma immagino che a te serva tenerla aperta per avere ancora un po' di visibilita'.
ciao Massimo
non si tratta di lusinghe e poi insulti e sputi. io sarei veramente onorato di disegnare accanto a voi, ma su una rivista nuova, con un nome nuovo e con contenuti nuovi, con un modo di fare satira più fresco (e su Scaricabile qualche prova l'abbiamo data)
non su un cadavere riesumato.
il pubblico, soprattutto quello pagante, si merita di più che roba trita e ritrita
quello che vi si chiede è di supportare queste iniziative non di pescarci dentro e prendere come riempitivo.
questo no, questo fa male. impoverisce.
se il progetto del nuovo Male è così sentito allora andrebbe trattato diversamente, non mandando mail sbrigative a contatti pescati da scaricabile, svilendo il lavoro di redazione di quei quattro o cinque autori che hanno messo in piedi la rivista di cui anche tu hai goduto per 33 numeri.
ne tantomeno offrendo forfait vaghi. non credo che abbiate difficoltà a reperire i fondi, anche mettendoceli di tasca propria, per anticipare i pagamenti agli autori.
questo mi fa incazzare!
scegliete una squadra di autori e trattateli con rispetto! con la stessa riverenza che riservate a Bucchi, Vauro o Luttazzi.
la scusa del "vi diamo la possibilità di farvi vedere al grande pubblico" ormai non regge più. ne avete abusato. cosa è rimasto degli autori che hanno pubblicato su Emme? qualcuno gli ha dato altre possibilità?
se non ci rimane neanche il rispetto tra di noi e il rispetto per l'intelligenza dei lettori allora è finita, è proprio finita.
Premessa
questa mattina mi è arrivata una mail di Massimo Caviglia che mi chiede di collaborare al numero 0 del Male assieme a Vauro, Vincino, Scozzari, Liberatore, Mannelli, Perini, Bucchi, Riondino, Willem, Luttazzi (senza però parlare di contratti o prezzi, tu invia e basta!). L’ipotesi di pubblicarci sopra mi si era già palesata nei giorni precedenti per via di un’altra iniziativa di satira nella quale sono coinvolto e che non vi sto a spiegare ora. Quindi i pensieri che mi girano in testa lo fanno da parecchi giorni e il livore che mi contraddistingue in quanto persona repressa esplode con l’arrivo della suddetta mail.
Ho deciso di rispondere pubblicamente, non me ne voglia Massimo, ma ho bisogno queste cose di esternarle e so bene che facendolo mi farò terreno bruciato per eventuali collaborazioni e commissioni future nel settore. Ma va bene così, se devo fare questo mestiere voglio farlo in un ambiente che mi piace. Di fare la comparsata accanto a dei grandi artisti e poi ogni giorno continuare a rodermi il fegato per portare il pane a casa, non me ne viene niente.
Caro Massimo
ti ringrazio, sono lusingato ed onorato di avere la possibilità di pubblicare accanto a cotanti e cotali maestri. Io con i fumetti tuoi e di Disegni su Comix e Totem ci sono cresciuto ed anche con i favolosi ritratti sgradevoli di Mannelli e le genialate di Scozzari e Liberatore. È da li che viene la mia passione per il fumetto, è li che si è costruito il mio senso dell’umorismo ed anche il mio pensiero critico. Sono stati anni fantastici, voi, Bergonzoni, Luttazzi, Fazio, Guccini, Totaro e tutti gli altri.
Ma sono passati anni, tanti, ed oggi la satira versa in uno stato pietoso. Nenache il Fatto è riuscito a risollevarne le sorti, pur avendone la possibilità, con il suo inserto satirico ha ripiegato su una comicità sciacquata. Di chi è la colpa di tutto questo? Di Berlusconi? Del PD? Della censura? No, la colpa per me è vostra! Avete avuto 30 anni a disposizione per fare in modo che la voce satirica del nostro paese diventasse forte ed indipendente ed invece vi siete accontentati di collaborazioni laterali e dipendenti dai direttori di giornali. Emme è stata l’ultima vittima illustre, eppure Vincino, Staino, Vauro e tutti i soliti noti continuano a saturare qualsiasi media, giornali, televisione, addirittura diari e quaderni per la scuola.
Non schioda nessuno! E a quanto vedo non c’è neanche la voglia di farlo in futuro. Ecco e allora non siete poi così diversi dai nostri governanti che tanto critichiamo e che sono li mandato dopo mandato sempre gli stessi, a fare e dire sempre le stesse cose.
Le iniziative di satira ad oggi ci sono, Mamma e Scaricabile per fare due nomi tra i migliori, ci collabora un parco autori numeroso e pieno di spirito d’iniziativa, c’è voglia di fare e di innovarsi. E voi che avete la possibilità in quanto personalità del settore cosa fate? Invece di promuovere ed aiutare queste iniziative mi andate a riesumare una rivista morta e sepolta da anni? Ma che bisogno ce n’è? Per puntare sui nomi conosciuti e vendere copie in più? È questo lo scopo della satira?
Vi dico una cosa, per un Bucchi (non me ne voglia, prendo a caso) che viene strapagato dai giornali ci sono 50 altri vignettisti che non vengono pagati, a cui si chiede collaborazioni “a buon rendere”, che sono costretti a lavorare nei call center o come commessi ma che nel tempo libero si dedicano con passione alla satira, perché è qualcosa più forte di loro e non gliene frega un cazzo di non essere pagati.
Quello che ci vuole oggi non è il Male, quello che ci vuole oggi è innovazione, freschezza, cattiveria tanta, quella di chi la crisi se la vive sulla gobba non di certo di chi presenzia ai salotti di viale Mazzini o di chi si è comprato case su case con i cachè dell’Unità, di Repubblica, del Foglio. E c’è bisogno che voi alziate la voce per sostenerci e promuoverci, non di certo per faci ombra, fin quando sarà così non ci sarà possibilità di crescita per la satira.
Un abbraccio ed un in bocca al lupo per la vostra nuova avventura.
Ecco. Questo è quello che ho letto questa mattina e che mi ha portato a scrivere quanto segue.
E ora è il momento delle premesse.
Premetto che dal nuovo Male non ho avuto alcun invito a collaborare e che questo mi ha fatto quasi piacere, visto che conosco personalmente alcuni degli autori coinvolti e immagino che abbiano ricordato la mia posizione riguardo al mio rapporto con la satira
Insomma, preferisco raccontare storie.
Seconda premessa: Molti degli autori che pubblicheranno su Il male, di solito, non mi fanno ridere. Per niente. Non mi fanno neppure riflettere.
Terza premessa: Credo che riesumare il Male sia una scosa che non andrà da nessuna parte, ma credo pure che le cose non si fanno per andare da qualche parte o perchè abbiano successo, si fanno perchè si ha voglia di farle, perchè ci piace. E questo dovrebbe bastare.
Quarta premessa: sono molto legato ad alcuni degli autori del male, a Mannelli in particolare, che è un mio maestro di visione del mondo. A Vincino, che imitai, senza volerlo, ai tempi di Cuore e dal quale appresi come si possa amare il disegno, anche da grandi, come lo ama un bambino. A Scozzari, che porto nel cuore e nel cervello, anche se lo prenderei a puntate nel viso molto spesso e che ho pure sgamato a prendermi per il culo in pubblico. (Ho un passo leggero, quando voglio. E orecchie enormi.)
Ce ne sono altri, ma non importa.
Dopo le premesse torno alla questione. Ho deciso di scriverne perchè ho letto posizioni concordanti con quella di Armentaro anche da parte di miei amici e questo mi ha rattristato. Ne scrivo anche perchè le argomentazioni dell'autore Giovane mi fanno rabbrividire. Mi fanno rabbrividire anche molti dei commenti a supporto della sua tesi che ho potuto leggere su Facebook.
A proposito di FB. Avrei voluto rispondere là, sulla discussione aperta da Armentaro (l'autore Giovane) ma non ho potuto farlo, perchè non ci siamo mai inviati la richiesta di amicizia.
Tra l'altro, da un mese e più, il mio account di Fb stava chiuso. L'ho riaperto solo per leggere la discussione. Speravo di poter intervenire.
Comunque, detta discussione la trovate qui.
Per quanto mi riguarda, ho iniziato a lavorare con una tale smania di comunicare che ai soldi proprio non ci pensavo mai. Ho lavorato per Cuore, Boxer, Il Clandestino, Blue, altri.. sempre con lo stesso entusiasmo e sempre scoprendo "dopo" quanti soldi mi avrebbero pagato (quando mi hanno pagato).
Per dire, la prima volta che mandai le mie vignette a Cuore ne spedii una ventina, via fax e manco ci avevo messo un recapito per rintracciarmi, fu una mia collega (grazie Simona) del lavoro dove stavo allora a farmi scrivere almeno un numero di telefono, nell'ultima pagina inviata.
Mi ricordo che le chiesi "e perchè?" quando mi disse di farlo.
Ero giovane. Ero, al tempo, anch'io, un autore Giovane. Facevo altri lavori per campare.
Nella lettera di Armentaro a Caviglia riconosco quelle cose che tanta angoscia mi danno in questi tempi moderni. Parto dalla forma, che tanto è importante, secondo me, e tanto rivela. I termini usati.
Li cito, scusate se il testo risulterà prolisso:
"questa mattina mi è arrivata una mail di Massimo Caviglia che mi chiede di collaborare al numero 0 del Male assieme a Vauro, Vincino, Scozzari, Liberatore, Mannelli, Perini, Bucchi, Riondino, Willem, Luttazzi (senza però parlare di contratti o prezzi, tu invia e basta!). "
Ecco, il metodo "tu invia e basta" è sempre esistito. Per quanto mi riguarda, spesso, lavoro ancora così.
Iniziai a lavorare per Repubblica senza sapere quanto avrei preso, idem per Internazionale, idem per tutti i libri che ho fatto con Coconino. Ho sempre scoperto "Dopo" questa cosa.
A volte sono stato più contento, a volte meno. Ma ho sempre fatto così. Lo so: io sono scemo e voi siete furbi. Ma io sono fatto così e sono convinto che (per me) essere fatto così sia propedutico alla creazione artistica.
Questo è un discorso complesso, potremo affrontarlo in futuro, volendo, ma adesso c'è già abbastanza carne al fuoco.
Naturalmente, visto che misuriamo il mondo con i nostri occhi soltanto, quando vedo applicare "l'altro" metodo, storco la bocca. E parecchio.
"..ho bisogno queste cose di esternarle e so bene che facendolo mi farò terreno bruciato per eventuali collaborazioni e commissioni future nel settore."
Brividi. Sentire parlare di commissioni e di settore per questo lavoro mi fa una paura bestia.
Mai, neppure per un secondo, ho mai considerato il disegnare, il raccontare storie, il fare strisce di satira un appartenere a un settore, o di dovervi rientrare.
Mai ho pensato in termini di "commissioni", sempre e solo in termini di opportunità di espressione. Spazi di libertà.
E mai ho pensato ai buoni rapporti. Con nessuno. Ci sono le storie. La voglia di raccontare. La cosa, per me, finisce qui.
Possa perdonarmi l'auotre Giovane se faccio questo odioso lavoro di analisi delle singole frasi. Immagino che possa risultare fastidioso.
Ma credo che sia importante riflettere su questo.
Armentaro si lamenta che non ci siano state negli ultimi trent'anni, delle riviste di satira come si deve. Rimprovera gli autori Vecchi di stare al loro posto, pagati fior di quattrini e impedendo ai Giovani di farsi strada.
Mae i Vecchi fanno bene a non togliersi di torno. Sono i Giovani che dovrebbero essere più forti e spaccargli la faccia. A suon di innovazione e disegni con i controcoglioni e visioni della vita trasversali e innovative.
Ma se i Giovani vedono questo mestiere come qualsiasi altro mestiere. Se richiedono di avere il culo parato, di dar da mangiare alle famiglie (fanculo alle famiglie. Non fate i figli se questi vi tolgono i coglioni per fare a schiaffi con il mondo) come possono sperare di trovare un altro passo?
Quando i cromosomi sono modificati sono cazzi. Quando non si riesce (e non si riesce, leggetevi i commenti di approvazione all'esposizione di Armentaro, per vederlo da soli) a ragionare in termini extra-economici allora quale spirito rivoluzionario e trasversale si può sperare di avere?
Sei un autore Giovane, ti chiama il Male a disegnare? Bene.
Pensi che ti offriranno un paginone intero da riempire ogni settimana? Male. Questo non accadrà.
Devi spaccare il culo agli altri. E potrai stare certo che gli autori Vecchi non molleranno il loro spazio, magari pure riempendolo con delle stronzate e facendoti girare i coglioni, perchè così è. E allora?
Sono Vecchi. Devi sopprimerli.
Non ci sono garanzie. No ferie pagate. Nessun indennizzo per malattia o invalidità in questo mestiere. Non si sapeva? io lo sapevo da quando ero un ragazzino.
Non ci ho mai pensato. ora ho 46 anni, senza alcuna prospettiva di pensione e finirò barbone, se il cervellino smetterà di raccontarmi storie.
E va bene così. Vaffanculo.
Questo lavoro, se lo si fa con lo spirito giusto, può darti quella cosa impagabile che si chiama libertà. E' l'unica cosa che conta. L'unica.
L'aspetto terribile è che questa vicenda mi ha ancor più fatto rendere conto di quanto lo spirito di tanti Giovani sia mutato. Di come abbia vinto la religione dell'economia. Di quanto profondamente sia ormai radicata.
Anche in chi la nega, nelle parole, ma la osserva nei comportamenti, nelle argomentazioni.
Ditemi che ho torto. Che non è così, e riempite queste pagine di post di ragazzi giovani che mi dimostrino di non essersi persi lo spirito tra gli scaffali di qualche cazzo di Mediaworld.
Fatelo, per favore, sputtanatemi.
Altrimenti continuerò a pensare quello che ho scritto come titolo dell'articolo: che del Male non c'è alcun bisogno, ne abbiamo già piene le ossa. In profondità, dove non arrivano neppure le TAC.
Come si chiama una premessa alla fine?
Postmessa?
Postmessa:
A me dell'uscita del Male non me ne frega una minchia. E manco faccio gli auguri agli autori. So che si divertiranno, si scazzeranno, passeranno ad altro. Non hanno bisogno degli auguri di nessuno.
Le cose vanno così.
Tanti li conosco. Li ho visti, con questi miei occhi quasi vecchi, gioire per l'arrivo di qualche disegno di autore sconosciuto che era andato dove loro non erano riusciti ad andare.
E' una cosa che rode il culo, sapete? io l'ho provata. Fa stare malissimo. Ma se mai questo lavoro, a quelli bravi, lo spazio glielo lasci. Ci patisci, ma glilo lasci. Io l'ho visto succedere.
Ma niente contratti. Nessuna sicurezza.
E' così. E a me, figuratevi, questo sistema piace pure.
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124 commenti:
Grande Gianni.
Grande perché riporti il punto sul raccontare, sull'arte come sempre. Quello che conta è farsi il culo e fare culi a suon di storie e questo l'ho imparato da te e ci credo, lo rispetto, è anche roba mia ormai.
La cosa mi riguarda poco nello specifico, anzi nulla, ma credo fortemente che questi signori che sono il top della satira disegnata in italia, possano usare la loro forza, anche economica, per fare un progetto editoriale, che comprenda anche chiarezza rispetto e giusto compenso.
Comunque a sbavare a 'mediaworld' ci si va tutti e a volte portarsi a casa qualcosa fa anche piacere.
La mia paura è che si faccia i compagnoni solo quando bisogna cacciare il grano.
Temo che dietro il romanticismo un pò fricchettone ci sia un vero calcolo di fare le nozze coi fichi secchi, come sempre.
E' una questione di chiarezza.
Ci sono alcuni di questi giovani che hanno le palle fumanti, e meritano rispetto, questo non vuol dire per forza diventare impiegati del racconto, ma capire il valore di quello che si fa.
Una rivista fatta dai massimi esponenti della satira in Italia non è un giornaletto autoprodotto dove siamo tutti nella stessa barca e speriamo che vada bene.
Io qui vedevo un tot di ipocrisia.
Che Flaviano ha fatto bene ad affrontare.
A. Pazienza (scusa se quando ti leggo spesso penso a lui, ma anche a lui piaceva parlare del lavoro che faceva, e non solo farlo) diceva di non pensare mai ai soldi: magari subito prima (di disegnare) o subito dopo, ma mai durante.
E' questo quello che conta.
Per il resto, per come scrivi, io ti pagherei anche per questi "semplici" commenti.
Ciao
Massimo
a me era venuto naturale inquadrare la polemica come scontro tra generazioni. forse sarò, anzi sicuramente sono, ingenuo e nei commenti postati altrove ho auspicato un dialogo.
la dialettica tra giovane non protetto e vecchio garantito è trasversale a tutto. lo vedo quotidianamente anche da vicino. pur avendo le giovani generazioni, di solito, già in partenza di tutto e di più, spesso sono le più restie a rischiare. mi dicono, ma tu hai il posto fisso. e io rispondo che l'ho avuto a 32 anni. e loro che non l'avranno mai... però mentre ero precario ho rischiato di mio e cercato di dare tutto per costruire quello che sognavo. poi è arrivata la sicurezza.
è un paradosso che si cerchi prima la sicurezza. immaginando che solo dopo si potrà rischiare.
l'attività artistica e autoriale può essere molto rischiosa, a meno che la gratificazione del sé sia il motore unico.
non vorrei però che si frustrassero i più giovani, trattandoli come bambini che non hanno capito. Tra l'altro non sono pochi quelli bravi sul serio, cone lo stesso Flaviano, che ha già un segno maturo (o furbo?).
E allora il tuo invito, Gipi, è quello più brutale ma anche il migliore che si possa fare:
FATEVI VALERE!
Alla fine, però, ricordatevi di rendere omaggio a chi, prima di voi e anche per voi, ha fatto tanto tanto tanto.
non te ne voglio per niente. preferisco di gran lunga chi si scomoda ad analizzare il discorso e, non essendo daccordo, poi mi da le mazzate. se ho reso la cosa pubblica è anche perchè volevo un confronto.
due cose però ci tengo a precisarle:
- non ho detto che in 30 anni non ci sono state riviste come si deve. ci sono state e grandiose anche. ho detto che non hanno mai approfittato del successo per fare un progetto e rendersi indipendenti. ed ora si lamentano della censura. hai presente quando la sinistra al governo non ha fatto la legge sul conflitto di interessi e mo si lamenta? stessa cosa.
- io di vigne ai giornali ne ha mandate tante, a tutti tutti. nessuno anche dopo averle pubblicate mi ha mai rimborsato un cent ed io non mi sono mai osato a dire A. ma quanto deve durare questa storia? i giornali prendono finanziamenti statali. cioè io lavoro (col mio lavoro che è un altro) pago le tasse, queste vanno a sostenere i gornali e quando io lavoro per loro non mi spetta niente? e va tutto bene così?
no, la passione c'è e c'è sempre, non disegno per essere pagato ma so che se non verrò pagato avrò sempre meno tempo per disegnare. alla fine la giornata è fatta di 24 ore, la maggior parte le devo dedicare al lavoro e quelle che passo a fare vignette o fumetti le tolgo al sonno. dopo 6 anni ci ho guadagnato una bella gastrite.
- come ho detto anche nella mia risposta, il sitema di oggi è chiuso, è parecchio diverso da quello di 10 o 20 anni fa. no, se spacchi il culo ai vecchi non succede un cazzo lo stesso, rimani nel limbo lo stesso. su Emme ce n'erano tanti di Giovani che spaccavano il culo. finito emme nessuno li ha più fatti lavorare. chi mette in piedi queste iniziative lo fa per se stesso (parlo dei direttori e vicedirettori che sono anche gli autori poi) non di certo per dare un buon prodotto al pubblico. non c'è scelta per i lettori però poi non lamentiamoci e non incazziamoci se sono tutti catatonici e quando vanno a votare fanno cazzate. ecco, anche la responsabilità assieme al rispetto per il lavoro dell'artista è andata a farsi fottere (la dovresti vedere quella mail che ho ricevuto, di quelle che se gli cambi il nome sopra puoi mandare a tutti), siamo responsabili di quello che facciamo e lo dobbiamo fare con attenzione ed inteligenza...non per spirito goliardico da tressette in taverna.
ciao Gipi.
Daniele:
Per quanto riguarda Mediaworld, è chiaro che quello che hai visto con Red Dead Redemption per xbox in mano, ero io :)
Avrai notato che non ho affrontato l'operazione di riedizione de "il Male" più di tanto. Magari si potrà fare, quando sarà uscito il giornale.
Ho però detto più volte, in pubblico pure, che per me la satira "nuova" la devono fare quelli che sono meglio piantati nel mondo. Vogliamo chiamarli giovani? Io eviterei. Credo che la vera discriminante sia la condizione economica.
Immagino che non comprenderò e non condividerò questa satira "nuova" e tanto trasversale da sfuggire al mio comprendonio di quasi cinquantenne.
Ma quello che sostengo è che questo approccio nuovo e realmente rivoluzionario non penso si possa ottenere se ci si pone con una mentalità omologata al sistema economico.
Spero di essere stato chiaro.
Micgin:
Non mi sembra che nella faccenda ci sia stato un trascurare i giovani autori. Se ho ben capito il nodo era che nella proposta di collaborazione non si parlava subito di accordi e retribuzioni.
Ho insegnato per quasi quattro anni in una scuola di fumetto e mi sono trovato davanti molti allievi che mi chiedevano di indicargli la strada per fare i soldi con i disegni. Rispondevo sempre allo stesso modo: Scegli un altro mestiere.
La ricompensa, in questo lavoro, se te la giochi bene, e se hai tanta fortuna, è la libertà.
Per me quella vale più di qualsiasi contratto.
Non vorrei sembrare poeta idealista, è solo che la penso proprio così.
Flaviano, secondo me l'errore è comunque aspirare ad una istituzionalizzazione delle cose.
Se i "Vecchi" non lasciano posto, si creano posti diversi. Io però ti dico, non ci credo molto a questa cosa dei vecchi disegnatori che tolgono spazio ai giovani.
Per esperienza personale, non l'ho visto succedere.
Ho avuto Serra, e Sabelli Fioretti, e Aloi e Vincino e Vauro e Mannelli come "direttori, quando ho iniziato a lavorare con i disegni. Nessuno mi ha mai sbarrato nessuna strada.
Soldi, cuore a parte, pochi pochi, questo si sa. Però pure quelli, c'erano. pochi, ma c'erano.
A me andava bene.
Poi quella mail, se vuoi mandamela perchè posso capire che la forma possa averti fatto incazzare.
Non succede mica solo a me :)
spè, tutto giusto tutto bello quello che dici, gianni, figurati. come essere in disaccordo?
così: Flaviano produce una marea di materiale gratuito (e di buona qualità) per tante testate che hanno alla base il cuore.
Ma qui, partendo con una testata -IL MALE- riesumata furbamente dalle catacombe emozionali de noantri, stiamo parlando di pura cassa. Non mi concedo mezzo dubbio in merito. E quindi se si tratta di oprazione commerciale, a me mi devi chiamare coi soldi in bocca, sennò aggratise e coll'arte in petto mi dono a chi è mosso dallo stesso spirito.
D'altra parte ce l'ha insegnato propio quella generazione: Prima Pagare Poi Gino.
(vabuò, st'ultima era una cazzata tantoper).
Sempre colla mia testa sotto i vostri piedi ;)
mak
Premessa: Non lo dico per dare ragione, ma perchè è quello che penso.
Testo: Mi hai tolto letteralemnte le parole di bocca. Condivido proprio parola su parola ciò che hai scritto sulla cosa.
Postfazione: Non potendo ribattere, causa condivisione piena (giuro!), saluti da Roberto di Monfalcone.
ok, alludevo alle possibili conseguenze della polemica in corso: ho sempre creduto, credo e crederò sempre nelle potenzialità dei giovani autori. Non vorrei che criticare un loro possibile desiderio di sicurezza possa mettere in secondo piano le loro qualità.
E neanche vorrei che fosse dimenticato cos'hanno fatto Staino & C.
Ricordiamoci come Staino, da esordiente assoluto, sulle pagine di Linus, sia stato tra i protagonisti assoluti della rilettura dei valori del comunismo italiano...
certo, oggi sparare sulla sinistra è quasi un gioco da bambini, vista la situazione...
beh, dove possiamo ritrovare oggi quella verve che Bobo conteneva, anche se non era disegnato bene?
In questo senso gli autori devono farsi valere.
E sono convinto che gli spazi salteranno fuori.
Come del resto è capitato anche a te, che ci hai (pur con qualche pausa...) creduto.
Non lo so Makkox, pensi che possa essere un'operazione commerciale? Va bene, vauro può lanciarla in tv, quindi un numero zero per andare in pari ci sta tutto. Ma poi?
Ripeto che per giudicare l'operazione (che poi non credo mi tocchi di fare questo) si debba aspettare di vedere il giornale.
Magari sono ingenuo, ma conoscendo le persone che ci stanno dentro non riesco a vedermela come una roba dove girano i bei soldoni.
Se ci girano /ci gireranno però, nei giornali si fa il borderò delle pagine e si pagano i collaboratori. Funziona così, no?
Immagino che però, senza aver letto la mail di invito alla collaborazione rischio di dire cazzate.
E comunque, non sono entrato nella discussione per dire la mia su questioni editoriali o di trattamento economico.
Parlavo di una possibile "mutazione antrpologica" (sai a cosa mi riferisco) che riscontravo negli argomenti di Flaviano. (perchè questo rischio di mutazione, probabilmente avvenuta a mia insaputa, lo sento pure dentro di me.)
Anche se il post che ha messo qui mi sembra già diverso assai.
Un abbraccio
Non sono un Autore, e vaffanculo probabilmente non sono più nemmeno tanto giovane.
Ma queste parole mi fanno pensare.
Sento questo discorso come quelle particelle elementari di cui qualche filosofo greco diceva è fatto tutto il mondo.
Una volta ad un suo concerto De Andrè ha detto:
Non credo ci sia nessun merito nel talento, così come non c'è nessuna colpa nel fallimento.
Non posso sperare di esprimermi pensando ai soldi, e non so se ho abbastanza talento da poterci campare.
Ma per qualche motivo a smettere di provare non penso nemmeno.
Sono tra quelli che hanno appoggiato Armentaro su fb, di getto, semplicemente perchè leggere la sua risposta a Caviglia mi era sembrato (e mi sembra, tuttora, a ripensare a quelle parole) liberatorio.
Che a ben vedere ha a che fare con la libertà pure questo.
E pensare che io, che lavoro in moda e pubblicità, coi fumetti c'entro poco. O meglio, c'entro per passione estrema, quella si, ma nient'altro perchè in quell'ambito ancora non mi è riuscito di fare altro che il lettore.
Ancora meno c'entro con la satira, con le vignette.
Condivido in pieno una tua posizione, e cioè che spesso quelle cose non mi fanno ridere per niente, e neanche riflettere. Spesso mi sembra indignazione a tempo determinato, programmata per durare il tempo della lettura della battuta e via. Non serve a niente. E ancor più spesso, più che una voglia di comunicare ed esprimersi, ci leggo una ricerca spasmodica d'attenzione. Della serie "sull'onda di temi attuali e scottanti, cagatemi".
Torno a bomba. Ho trovato le parole di Armentaro liberatorie perchè si scagliano contro un'approssimazione che è OVUNQUE e mi ha sempre mandato in bestia.
Personalmente (quindi nel mio lavoro) il "tu invia e basta" ha rotto il cazzo e trovo giusto che le persone abbiano il coraggio di reagire, pretendendo la giusta misura di dignità, che va di pari passo con la libertà.
A proposito di quest'ultima, anche il mio mestiere (purtroppo assai diverso da quello di disegnando racconta storie) è in grado di darti la libertà se ti sai muovere (persino con i figli appresso). Per "sapersi muovere" intendo anche discutere con chi il lavoro te lo propone, accordarti per i tempi, i modi e i costi.
Credo non si debba confondere chi pretende di essere trattato con dignità con chi ha ceduto definitivamente alla logica del profitto. Nei nostri mestieri, a differenza di molti altri casi, è possibile riservarsi un'area in cui, per pura e autentica passione, le cose si fanno gratis senza porsi il problema. Ma Flaviano ha appena qualche anno meno di me e non posso non condividere il suo scazzo perchè sono ancora freschi i ricordi delle scuole dove questo modus operandi ti veniva presentato come giusto, eterno e immodificabile. Fare il lavoro perchè ti piace è la prima cosa da cui non si può prescindere, ma non deve diventare una leva per spremerti "aggratesi" ogni dannata volta che si presenta una chance.
Infine, massimi sistemi a parte, credo che la situazione specifica di Armentaro sia quella di un ragazzo che ha gia abbondantemente dimostrato di non essere un wannabe come ce ne sono a pacchi, di quelli che fanno due sputi su carta e poi pretendono di essere trattati con i guanti. Avrà fatto e continuerà a fare le cose senza badare ai soldi ma gli auguro di farlo ogni volta per sua scelta, non in quanto unico modo per realizzare qualcosa al di là del proprio sito/blog.
Se tuoi colleghi ben più affermati provano a coinvolgerti in ciò che fanno vorrà pur dire qualcosa e hai ragione di chiedere un compenso. Credo che tutta questa storia per cui chi si azzarda a chiedere soldi per quello che fa è automaticamente un venduto sia una grossolana semplificazione che non depone mai a favore dei "ggggiovani", che non sono tutti bimbiminchia come si vuole far intendere.
Toh, ho dissentito con uno dei miei autori preferiti, che emozione.. :D scusa la lungaggine ma quando scrivo di getto devono abbattermi per fermar-BLAM! BLAM!*
però, però...non voglio ne insistere ne aggiustare il tiro, assolutamente. ma sta cosa che mo sembra che io sono attacato ai soldi...mah
io la maggior parte del lavoro che faccio lo faccio aggratis, per citare una persona con la quale collaboro "tu prendi il doppio di me ma ricordati che 0 per 2 fa sempre zero" è una battuta ovvio. però ci vuole sincerità, chiarezza e rispetto della mia intelligenza. dimmelo: guarda siamo senza soldi se ognuno mette il suo sforzo riusciamo a tirare su la baracca. allora ci sto perchè c'è lo spirito, c'è un progetto di collaborazione. ma dirmi "l'editore" vuole il numero zero, poi con calma penseremo al resto...
evvabbè allora sò editore pure io così...editore...ci sono stati gli editori coi controcazzi e non sono questi.
No, vabè, tu hai capito che mi sta rodendo il culo perché a me manco quella email è arrivata? Ecco, capiamolo, va :)
Cmq il discorso rosicone nasce dalla frustrazione che gli anni di guerra in prima linea nel web (dove gli sputi arrivano chiari e freschi) non ci valgano al fine degli avanzamenti di grado e, approdati al cartaceo, si debba ricominciare tra la truppa a far corvé e piantoni.
La sinistra ogni tanto si duole di aver perso contatto colla gente. Be' la satira ALTA (di sinistra, ma ce n'è altra?) dovrebbe tener conto che chi s'è riuscito a far valere in rete (ché la Rete è GENTE. Gentemmerda pesante che, fuori dal blogghetto dell'Autore, caga il cazzo forte, più che plaudire, e 'sta cosa non gli entra in testa a nessuno), dicevo, i senatori della satira dovrebbero tener conto che 'sti ragazzi reduci dal fronte hanno qualche qualità, cazzo, intesa letteralmente: cioè una componente comunicativa che a molti old school forse sfugge (e manco interessa, boh, e invece potrebbe essere una ricchezza).
Alla fine i ggiovani non si vuole soldi (il discorso non sono i soldi, tu ci sei arrivato eccome, siamo coetanei e vediamo sott'acqua) ma si vuol carezze: esser riconosciuti. A Flaviano te lo compravi con un bravo! vogliamo te! ma per ora non ci son soldi, viecce incontro.
e lui andava, andava...
sai quante volte l'ho fregato io così.
quindi non una mail generica ma un coinvolgimento più caloroso nel progetto?
@McG
Un email personale, occhio: non "furba". Solo "personale", di cuore, dove siano spiegati i come e i perché del progetto. Le finalità, e anche le prospettive di retribuzione per il Giovin Autore.
Insomma: parlami. dimmi. m'hai scelto, spiegami perché.
AMAMI :)
(oh, io fo illazioni su Flaviano. Dico cosa solitamente funge con me)
Caro Gipi,
passo da Mic Gin e di conseguenza passo di qui.
Il fatto che questo mestiere debba essere fatto con coraggio, con il rischio come ha anche detto Michele e che prima di tutto ci si appaghi perchè il raccontare deve essere un bene primario è sicuramente, io credo, una cosa in cui tutti sono d'accordo.
Paragonare i periodi storici secondo me è sbagliato porta via l'attenzione dal problema "oggi".
Il disagio di Flaviano è sintomatico e un po' più profondo e non facile nemmeno da analizzare.
Il problema è anche forse il tarlo in testa del "cosa rimarrà".
Cerco di spiegarmi. Abbiamo due età diverse io 33 e tu un "po'" ;) di più, però entrambi siamo cresciuti con le stesse cose che sono rimaste e che rappresentano i vecchi autori, anche nel teatro e nelle nuove bellissime pubblicità di Armando Testa col suo faccione qua a milano. Oggi ? Oggi i canali televisivi quanti sono ? Oggi le riviste e i giornali con l'aggiunta dei free press quanti sono ? E internet ? Una volta c'era il mare, adesso c'è l'oceano ma con lo stesso numero di pesci. Capisci quello che voglio dire ? Quando i vecchi ragazzi facevano, una risposta da parte del pubblico c'era, in un qualche modo la risposta si sentiva nel bene e nel male. Oggi, forse, l'autore giovane è ancora più frustrato dall'apatia nella risposta e quindi passa molto velocemente a: per lo meno voglio 4 soldi. Che con il tempo si riesca a trovare il proprio posticino , che si riesca a trovare una propria strada ma neanche per emergere, ma per FARE è vero. Ed è il fare di cui tu parli.
Per finire, e scusa la prolissità, questo sfogo di Flaviano non andrebbe attaccato come ha fatto Caviglia nella su risposta, peraltro legittima perchè si è sentito attaccato per primo, ma doveva forse più discuterlo poiché è un uomo di innegabile esperienza e maturità. E come ho già detto è proprio questo che mi ha lasciata un po' perplessa.
elenA
Mentre scrivevo all'infinito MAKKOX forse ha stra centrato il problema ! ;)
Pienamente d'accordo con te.
ciao
Alberto Ruggieri (tuo coetaneo)
mkkx... laura ti ha circuito così...?
massimo caviglia non ha certo la stessa dolcezza...
:-)
Devo consegnare un disegno e quindi non posso rispondere subito a tutte le questioni. Lo faccio dopo.
Però penso che leggere quella lettera sarebbe abbastanza importante. Si può?
E intanto ringrazio tutti quelli che hanno preso parte alla discussione, fino ad ora.
Fa Flaviano, naturalmente, che poteva anche mandarmi a fanculo e non l'ha fatto a tutti gli altri.
Risponderò con cura più tardi.
@micG
Esattamente! hehehe
Laura Scarpa m'ha detto
-SEI BRAVO, ma no poco: più di GIPI!-
praticamente subito dopo discutevamo sulla proposta di 50 euro a tavola. ma io so trattare: mi son accordato per dargliene solo 40.
cmq, appartischerzi, a me e tantissimi cazzoni come me ci compri sul serio colle carezze (sincere).
Poi, data l'età e la storia personale, dopo sei mesi ti rompo il cazzo più di Shylock per i denari.
tutto sta a quanti soldi ti da mamma.
a me ne ha dati un po', abbastanza da star quasi tranquillo, ma non così tanti da dimenticarmi che c'è anche chi mamma non gliene può dare di soldi.
il lavoro dell'editore è pagare, per essere editori e non pagare, siamo tutti editori, e ti dirò, mia mamma più di tanti altri.
per cui, mi paghi, lavoro, non mi paghi, mi faccio i cazzi miei, tanto la gente la raggiungo lo stesso e di più, butto tutto sull'internet e a te "editore" "senza" cassa, non ti faccio mangiare sul lavoro mio.
Ma che facciamo i fumetti per far funzionare le tipografie?
m'importa una sega delle tipografie, delle cartiere, del direttore editoriale, della segretaria di redazione, del grafico impaginatore, dell'affitto della sede, della linea telefonica, della luce, dell'acqua, dei distributori, delle edicole. Per me possono morire di fame anche ora. che vadano a fare i fumetti pure loro, se farli è così bello che ti sfama.
qua mi si vuol dire che i ggiovani (un età compresa tra quali estremi?) quando chiedono i soldi sono berlusconiani, sono modificati dalla comunicazione di massa, sono gente che a parole è in un modo, ma poi, dentro, sono tutti degli arrivisti, che vogliono il lavoro sicuro.
Nella lettera di Flavianoio io vedo una pretesa di dignità, i soldi non c'entrano niente.
Ma mi sa che la dignità è una roba che i vecchi la scambiano per soldi.
Mentre asciuga l'acqua della pittura.
Makkox:
D'accordo cento per cento. Se mi dici, amo molto il tuo lavoro, posso incularti? La risposta è si.
Molti di noi sono fatti così. io sono fatto così.
Poi ci pentiamo, ci ravvediamo a metà strada, ma di solito la parolina magica apre la porta.
Sempre per te, ma davvero non ti chiamarono?
Senility:
La dignità non si può chiedere. La si ha e basta. Non ce la danno gli altri.
Flaviano ha argomentato la sua lettera partendo dal trattamento economico. Dopo la questione è finita sul "siete vecchi non c'avete un cazzo da dire".
Allora, se pensi che il male sia fatto da vecchi che non c'hanno un cazzo da dire e non vuoi farne parte, non ne fai parte. E stop. Indipendentemente dal lato economico.
Se invece c'è una cifra che ti fa dimenticare il ribrezzo che i vecchi autori ti fanno, allora la dignità diviene misurabile in termini economici e si deve usare un altro vocabolo.
Ho fatto un esempio. Non dico che questo sia il ragionamento di Flaviano. Dico che dalla forma del suo intervento, mi appariva fondamentale la questione del trattamento economico.
Se invece il difetto è sentimentale (vedi appunto di makkox) io sono assolutamente (stupidamente e in modo infantile) d'accordo. Siamo tutti deboli da quel lato.
Senility:
dimenticavo. Mica io ho messo la questione in termini di giovani e vecchi. Io ci ho giocato sopra, visto che posso vantarmi di stare proprio nel mezzo.
Gianni,
hai fatto bene a intervenire, per 'stanare' un tot di idee un po' ideologiche (si può dire?) che nella risposta di flaviano c'erano. Come hai detto bene: "secondo me l'errore è comunque aspirare ad una istituzionalizzazione delle cose". Epperò.
Epperò nella risposta di flaviano io ci ho trovato altro: non è una richiesta di "garanzie" (prima pagare, poi lavorare) o di "istituzionalizzazione" (prima contratto, poi parlare). Non ci ho visto, se non in minima parte, un discorso del tipo: o mi pari il culo, o non ci sto.
Il ritratto di "vecchi di sinistra coi soldi che girano" è una visione da fantascienza super-mega-ingenua. Non ricorderò qui la stroria di Mannelli o Scozzari: ggiovani, se non sapete, fatevi raccontare. Non faccio l'avvocato di nessuno - tantomeno chi non conosco - però non mi pare sia l'idea di flaviano.
Quello che trovo spiacevole è il modo con cui è stata presentata la richiesta. E i suoi contenuti. E occhio, non parlo nemmeno di quel che tu chiami "il metodo "tu invia e basta"". Che va benissimo, a volte. Il problema è un altro. E' stato chiesto: tu collabora a un progetto 'vecchio' (Gianni: è il ritorno del Male, non una cosa nata ad hoc...), in cui ti darò il ruolo di 'ggiovane', e manco ti spiego cos'è e perché lo faccio. Del tipo: non ti spiego nemmeno cosa farò, ma ti chiedo di aderire. Perché sono io. E perchè si chiama come quella rivista 'famosa' che era IlMale.
Un lettore qui nei commenti (thomas magnum) ha colto nel segno: qui c'è un livello di approssimazione sconfortante. Inaspettato e irritante. Tanto più da parte di chi ha la storia e la passione vera e la capacità dei 'vecchi'.
Gianni, cazzo: genete come Makkox o Flaviano non sono wannabe, non sono ggiovani in gavetta, non sono impiegati (zombie) della "satira a tempo determinato" (sempre thomas magnum). Non sono gente cui fare promesse...senza dire che cosa prometti. Prometti di spaccare il culo? Come? Perché ci dovrei stare? Cosa sarà il nuovo Male rispetto a quello vecchio, o a Cuore, o a Bile ecc.?
Una volta capiti, ci sta anche il buon vecchio metodo "tu invia e basta" - sui soldi vedrmeo dopo. Ma cazzo: non mi dire che non siamo dalle parti della cooptazione più sgangherata e acritica.
caro Gianni se posso:
Credo che quello che dici denoti un punto di vista da una posizione di privilegio, indubbiamente guadagnata sul campo ma sei un osservatore parziale. Anche io lavoro allo stesso modo e lotto per la mia libertà ma sottoscrivo il fastidio di un'assenza di "professionalità" nel settore. Farà figo e bohemien non pensare al vil denaro e quando si fanno vignette è forse più semplice (almeno per me) ma non è certo il modo di Lavorare, anche e soprattutto perché purtroppo come sappiamo (è triste dirlo e tu hai vissuto una porzioncina di quello che faccio nel mio quartiere, quindi sai che non sono uno scarica barili) siamo in ITAGLIA. Un'italia di gente che spesso promette e poi dimentica, quindi è il caso ogni tanto di dirlo chiaro che alla fine della Fiera questo è un lavoro.
Poi è anche vero che il nostro paese, opportunità editoriali ne offre e non solo il nostro paese per fortuna. Offre anche un'ampia gamma di artisti, autori, praticanti, schiavetti, volponi e ingenui. Quindi alla fine io sono certo che se uno cerca la propria strada, tenendo duro, la trova.
Non mi scandalizzerei tanto perché un giovane guarda al portafogli e non mi scandalizzo più per un commitente che mi dice "manda che poi ci regoliamo" ma dal basso dei miei 33 sono d'accordo che ogni tanto tirare la giacca ai vecchi può avere la sua utilità, a me serve per sentirmi libero.
Pic
Matteos:
Non ho visto la lettera di invito.Quando la vedrò ti saprò dire.
Però continuo a dire che se una cosa ti fa cacare la butti.
IL fatto che non abbiano chiamato Makkox la dice lunga sull'operazione. Il lavoro di Armentaro lo conosco meno, ma quello di Makkox assai bien.
Non chiamarlo è un'assurdità.
Però, lo riscrivo, se era un'operazione di merda, ne stai fuori a prescindere dalla questione contrattuale.
Te ne sbatti le palle e fai il tuo.
Sbaglio?
@gp
non m'hanno chiamato no, non m'hanno.
attorno a me vedevo una MAREA di mezze pippe che dicevano IO sto surMale, IOSTOSULMAAAA...
minchia, poi pure Flaviano che dice NO! e mi toglie anche 'sta poassibilità d'essere il Lutero denoantri.
Allora non è paranoia come dicono all'Istituto, la mia.
e comunque a me non m'hanno chiamato perché poi Mannelli e Scozzari si devono impegnare sul serio.
oggi mi gira a cazzone così, scusa gianni. (apparte il modo, tutto vero eh!)
...comunque, tutto questo parlarne dimostra come siamo lontani,di generazioni intendo, quanto sìano lontani chi considera questo riscontro della rete un "confronto" e chi ci considera solo BULLETTI VIRTUALI CHE FANNO LA CLAQUE....e ho detto tutto
makkox:
Concordo sull'incazzatura tua.
Però ribadisco:
Se l'operazione fa cacare, se non chiamano gente oggettivamente cazzuta, non bastava andargli nel culo (come diciamo dalle mie parti).
Mi sembra che la questione dignità non c'entri proprio nulla.
Fai un'operazione a bischero, non ci sto dentro. fine. Fatevelo voi, il Male, e chiuso.
Le mie argomentazioni non vertono sul fare l'artista squattrinato e non derivano da qualche mio privilegio. Anche se di privilegi, almeno nelle scelte lavorative ne ho.
Quello che ho scritto viene da quella poca esperienza che mi fa dire, ad oggi: questo fa bene. Questo fa male.
Stare in un carrozzone dove non ti riconosci, fa male. indipendentemente da quanto ti paghino.
Lavorare pensando in termini di economia fa male.
Essere liberi, anche con le pezze al culo: fa bene.
Guadagnare di più vendendosi lo spirito: fa male.
Parlo del male a quella roba che ti rimane quando ti chiudono dentro a una bara e che, nell'attuale società dei consumi, vale meno di zero.
gipi:
no non sbagli, la mia risposta era uno sfogo e non ci ho riflettuto più di tanto sulla forma. è vero, avete riesumato un cadavere, non lo condivido, non ne farò parte. punto.
però se questo male ritorna e si muove una macchina produttiva allora queti vecchiacci un qualche potere economico e decisionale di "muovere" le cose ce l'hanno. ce l'hanno e non lo usano per fare progredire questo paese, per promuovere il lavoro dei nuovi (giovani e non) per creare novità e diversità. per svegliare il pubblico.
potrebbero ma non lo fanno e questa cosa mi fa incazzare dabbestia!
a costo di sembrare ridicolo rifaccio per l'ennesima volta l'esempio di Bill Watterson: quando non aveva più niente da dire si è tolto di mezzo, ha liberato spazio sui giornali che è andato ad autori nuovi aprendo nuove carriere. poteva rimanere a ripetersi, a scaldare la sedia e intento comprarsi atolli tropicali come Jim Davis. non l'ha fatto ed il fumetto tutto ne ha guadagnato e si è evoluto.
Tutto giusto! Sia da una parte che dall'altra.
Io mi pongo soltanto una domanda, la "legge bavaglio" è passata al Senato, quindi quelli de "Il MAle", considerando i temi che tratteranno, potranno uscire in edicola?
...
Flaviano:
quell'incazzatura li è sacrosanta. L'ho provata millecinquecento volte.
Insomma, quello che scrivi non fa una piega e, giusto per darsi sempre le arie, io le strisce per Internazionale (esempio) ho smesso di farle appena ho sentito che non funzionavo un gran che.
Insomma, almeno io un posto l'ho liberato :)
Nel frattempo la lettera di invito me la sono procurata da solo.
E' una lettera normale, di invito a un numero zero normale.
Se mi fosse arrivata, l'avrei tirata nel cestino, ma questa è altra storia.
Di solito in quel tipo di inviti non si parla di soldi. E' una chiamata alle armi, con tutta la debolezza che una chiamata alle armi (quando non si hanno, magari, le armi) può rivelare.
Personalmente credo che non ci sia in italia uno spazio per una testata di satira pensata alla "vecchia maniera".
Non c'è spazio non per motivi editoriali ma perchè il mondo è cambiato.
In peggio? Sticazzi. E' cambiato.
Per quello, e lo ridico, aspetto che qualche faccina di culo giovane faccia il salto verso una direzione che non so immaginare.
Ci state provando con i canimukki. Va bene.
La strada, probabilmente è quella.
Per me poi è fondamentale non fidarsi di noi stessi, sorvegliare desideri e vanità, perchè sono convinto che tutta la merda nella quale siamo cresciuti ci sia entrata in tutti i pori.
A tutti.
Nessuno escluso, e che quando si sceglie di aprire bocca, contro un sistema, si deve prendere la responsabilità di togliersi quel sistema dalle vene.
Per me quel difetto di forma che ti ho criticato è una di queste manifestazioni. io ne sono pieno. Ci si deve fare a cazzotti.
Come?
Adottando differenti sistemi economici e di comportamento.
Esempi?
Se fai un lavoro con altre persone dividi sempre in parti uguali. E' una cazzata? Vedi quanto viene applicata.
Non chiedere per un lavoro più di quanto meriti in termini di ore che ci hai speso sopra.
Insomma, io mi do regole di questo tipo.
Perchè siamo tutti malati. Probabilmente è già un gesto rivoluzionario il cominciare a misurarsi la febbre.
Nerosubianco:
Certo che potranno uscire in edicola. E' delle inchieste dei magistrati che hanno paura quei bastardi, mica delle vignette.
@ Flaviano
Condivido pienamente l'ultimo commento (lungo) di Gipi. No ? Mi sembra molto sensato ?
Per me vale e come, visto che le uniche strisce che ho fatto fin'ora erano su intercettazioni o dichiarazioni dei mafiosi... : (
insomma a fare fumetti non ci si riempie di soldi e fica. Grandi, ora me lo dite.
si. lo è, elena.
tenere a bada le vanità è impresa ardua per tutti lo so bene.
l'importante è avere avuto un dibattito e un confronto, poco mi frega se mi si da torto o ragione, ma che non mi si dia del cowboy in cerca di soldi e gloria. questo no.
anche riuscire ad avere un dialogo costruttivo è diventato impresa ardua in questo paese. parlare, a questo ci tengo. subire no.
tanto tanto tempo fa
in una galassia...
Molti non conoscono la ferocia economica che governava la vecchia Hollywood e pensano che quella più mercificata sia l'attuale.
Non è così, l'insofferenza dell'arte assoldata c'era anche allora e 4 artisti visionari (che di soldi non avevano sto gran bisogno) fecero questa cosa qui.
http://it.wikipedia.org/wiki/United_Artists
leggete i titoli prodotti nel tempo.
poi ovviamente, ogni cosa, nasce, evolve, muore e così sia. ma traccia resta.
Ho come la sensazione d'una manifestazione. Una scintilla pura di possibilità inespresse ma impellenti, qui, nell'aria...
ma io son romantico assai e m'illudo facile.
@ flaviano
infatti e ti assicuro che per chi ha un po' di lume, anche se la pensa diversamente da te in certe cose (magari sul modo in cui l'hai fatto etc.)non ti giudica certo per un post scritto. I conti si fanno solo sul lavoro fatto, il lavoro eseguito e tante altre cose. Il fatto che abbia fatto discutere ciò che hai scritto, con toni magari accaldati ma non degenerati vuol dire che qualcosa in seppur minima parte ha fatto.... un po' qua ... un po' là.
Perciò ... torna a fare il tuo lavoro ! Disegna e racconta !!! ;)
@ makkox
ooo come mi piacciono gli inguaribili romantici...
Ci ho impiegato un po' a leggermi tutto.
Sul blog di rrobe scrivevo prima scherzando che nel nostro paese si è tutti bravi a fare i Giovani col culo degli altri. E' una battuta, ma anche no. O, come tutte le battute, parte da un nocciolo di verità. Viviamo in un paese in cui Giovane=non vali un cazzo-devi ancora imparare-ti faccio un favore a farti lavorare. Ergo, la tua prestazione è un regalo cui io, datore di lavoro-offerente-editore, ho diritto. Fare satira o disegnare non è un lavoro, qualcuno dice qua sopra. Vero. Nel senso che chi lo fa lo fa perché accecato dalla passione (che se fosse furbo, farebbe altro. Mai conosciuto disegnatori furbi) e su questa passione gli editori spesso speculano senza ritegno.
Allora facciamo così, non parliamo di lavoro, parliamo di tempo, come dice Gipi. Se io ti dedico del tempo, quel mio tempo ha un valore, sia pur minimo. E se anche mi chiami alle armi beh, perdio, almeno il rancio me lo devi dare, non mi puoi chiamare in prima linea e dirmi pure portati il pranzo al sacco da casa.
Il punto, per me, non è l'indignazione di flaviano - anche un po' scomposta e eccessiva, per la verità. del resto anche questo significa essere Giovani, no? Avere sangue che circola veloce - il punto è che proposte del genere arrivano sempre con quell'aria, come dire, quasi di stare facendo un piacere al ricevente. Non pensando di stare trattando con un professionista o con un pari essere umano. Questo, personalmente, mi irrita, in tutti i settori. Io prima di fare questo mestiere facevo l'architetto. Ho smesso quando nel 2006 acquistai l'almanacco delle opere dei giovani architetti italiani, e vidi che il più Giovane aveva 57 anni.
Qua non è questione di rompere culi, scusami Gipi, ma è questione di diritti, anche. Tu dici ma lo spazio ve lo dovete prendere. Va bene, ma io penso anche che un Vecchio, a un certo punto della sua "carriera", dovrebbe sentire anche una sorta di imperativo morale ad andarsene affanculo. Perché altrimenti i Giovani anziché combattere il Sistema cominceranno a scannarsi tra loro - che infstti è esattamente ciò che accade in italia - facendo proprio il gioco di chi li vorrebbe Giovani Soldati Ubbidienti per sempre. Senza rancio.
Harlock:
e giovani soldati ubbidienti e senza rancio saranno fin quando penseranno che i diritti gli debbano essere dati, invece di strapparli a morsi.
Non c'è nessuno che può pensare per me, o per te, o per un ipotetico Flaviano ics.
E il mio non è un lamento di una mancanza. io non voglio che qualcuno mi attribuisca dei diritti. Non voglio e non mi aspetto che qualcuno mi garantisca niente.
E questo non è il principio di una resa, è il presupposto per una lotta.
Costruire la propria forma, seguendo il proprio sentimento senza attendere che altri lo facciano per te.
Gipi, ti quoto e ti applaudo: "I Vecchi fanno bene a non togliersi di torno. Sono i Giovani che dovrebbero essere più forti e spaccargli la faccia. A suon di innovazione e disegni con i controcoglioni e visioni della vita trasversali e innovative".
E ti assicuro che Flaviano ci sta provando. Assieme a un gruppo di satiri, giornalisti e fumettisti in gamba come Flaviano abbiamo messo in piedi Mamma! una rivista di satira che fa giornalismo a fumetti, e stiamo provando a raccontare storie attraverso i disegni, ma storie vere, cronaca del nostro tempo, informazioni che vogliamo salvare dalla seriosità della stampa "ufficiale". Però da noi gli accordi economici sono chiari: "guadagnare zero O guadagnare tutti", teniamo duro aggratis fino a quando non c'è un minimo di abbonati per pagare tutti un minimo. E le persone sono persone, non vignettifici, da coinvolgere con affetto e amicizia come teste pensanti e cuori pulsanti prima ancora di chiedere i loro lavori come mano disegnanti.
Il tutto è fatto partendo da zero centesimi e un sito web, mettendoci una mano sul cuore per trovare la passione di andare avanti e l'altra in tasca per coprire i buchi economici che si aprono di volta in volta, in attesa di nuovi abbonati.
Qui trovi l'anteprima del nostro ultimo numero, se vuoi dammi un indirizzo postale e te lo mando a casa in versione integrale cartacea:
http://www.mamma.am/anteprima4
E ora la domanda: ci mandi una o due tavole in formato A4 per il prossimo numero della rivista, basate su un fatto di cronaca che ti ha particolarmente colpito? Per il compenso, tu invia e basta, poi vediamo il da farsi :-)
Se la risposta è sì, ti ringrazio di cuore in anticipo per la passione che ti spingerà a contribuire con un tuo lavoro al nostro progetto, e oltre a stimarti come artista, ti stimerò anche come persona, perché apprezzo molto la coerenza tra il dire e il fare.
Se la risposta è no, e tu ora accetti di disegnare solo per riviste che ti garantiscono visibilità o compensi certi o entrambe le cose, come biasimarti? Nei tuoi panni anch'io rifiuterei la proposta di un gruppo semisconosciuto. Ma allora la differenza tra il ragazzo che tempestava di fax la redazione di cuore fregandosene dei soldi pur di partecipare, e l'uomo affermato che non manda nemmeno un disegno alle riviste emergenti forse non sta nella passione, o nel gusto di raccontare, o nel fuoco interiore dell'arte per l'arte, che immagino immutato nel tempo.
Sta nel potere contrattuale dell'autore rispetto alle redazioni.
Sta nel fatto che tu ora hai costruito a colpi di sudore e sangue una dignità professionale che ad altri purtroppo viene negata su carta anche dopo aver raggiunto le massime vette del web (Flaviano è un premio Micheluzzi, mica un cazzone qualunque).
Il punto è stato centrato in uno degli altri commenti: non si devono confondere i soldi con dignità.
E allora, mi domando io, è poi così male se qualcuno con poco potere contrattuale ma tanta passione chiede un pò di dignità e mette in discussione certi meccanismi editoriali che un pò se ne approfittano della passione altrui per trasformare in soldi il frutto di questa passione?
Nel momento in cui la passione artistica acquista un prezzo di copertina, diventa anche un lavoro, un prodotto, una merce, e quindi parlando di lavoro, è così sbagliato se parliamo anche di diritti, di giustizia, o almeno anche di semplice correttezza? E' sempre corretto lo scambio editoriale in cui un giovane autore regala i suoi pezzi in cambio di visibilità?
La mia non è una domanda retorica, mi piacerebbe molto sapere come la pensi riguardo a tutte le cose scritte fin qui.
Un caro saluto.
Ulisse - info@mamma.am
Io mi stavo solo lamentando, Gipi. Mi lamentavo di un malcostume tipicamente italico - sì sì, proprio solo NOSTRO - e ho espsoto la mia incazzatura? Delusione?
Perché nel belpaese è così in QUALSIASI settore. All'estero - scusa se generalizzo - i giovani sono considerati una risorsa da far fruttare, da noi invece solo una risorsa da sfruttare, che è diverso.
Allora è un bel dire "ma voi non dovete farvi sfruttare". Cazzo, d'accordo, condivido, si deve trovare una via e muovere il culo. Però non vorrei che il ragionamento finisse sempre - e qua scusa se estremizzo, ma è per amor di ragionamento - col solito Giovani italiani bamboccioni.
Sticazzi.
Imprenditori italiani ladri, semmai.
Poi, da qua partiamo per fare tutte le lotte che si vuole. MA di questa cosa va preso atto - anche se non deve diventare una scusante - non ci devono essere equivoci su questo.
Tutto qua.
Ulisse:
Cerco di risponderti nel modo più chiaro possibile.
Alla richiesta di farti una tavola ora dico di no.
Perchè non sto disegnando se non per obblighi contattuali (vedi repubblica) e mi sto dedicando ad altre cose, lontano dal tavolo da disegno.
Per dire, gli ultimi mesi li ho passati lavorando a una sceneggiatura cinematografica (aridaje) senza avere idea di quanto mi avrebbero pagato. Sono scemo. lo dissi.
Quando ero disegnante, ho fatto copertine, e storie per cose che volevo sostenere. Senza prendere un soldo. Vedi copertina Vasco Brondi, copertina per Guido Catalano, etc.
Ora io e i fumetti siamo distanti. Solo per quello il mio è un no secco. In altro momento avrei guardato le cose che fate e valutato se fare la pagina o meno.
Nello specifico: quando si fa un numero zero di una rivista, si lavora così. Si tira dentro il materiale inviato e si decide cosa fare (almeno questo è quello che ho visto fare nei giornali di satira degli ultimi anni).
Non dico che sia un bel metodo. non do giudizio. Dico solo come stanno le cose.
Quado i disegni vanno in pagina, dal numero 1, i soldi si prendono.
Funziona così.
Se uno vuol sapere subito quanto pagano per una vignetta (dico una vignetta, non pagine a fumetti) lo chiede.
Se ti rispondono nulla e il progetto non ti interessa, declini.
Se ti rispondono nulla e il progetto ti interessa magari discuti, ti informi per sapere se sei l'unico stronzo che non viene pagato. Se le cose nell'economia del giornale sono eque (nessuno prende una lira) valuti se partecipare o meno.
ma la questione non era questa.
La questione è che se si ritiene il Male un'operazione fallimentare in partenza la questione economica non conta nulla.
E' facile da capire no?
Se mi chiama Feltri per offrirmi di fargli le vignette per Il Giornale io dico di no PRIMA di sapere quanto mi offre.
E dico di NO, pure dopo che mi ha detto una cifra, per quanto esorbitante essa sia.
Secondo me, gli autori più giovani che ritengono gli autori più vecchi ormai bolliti e intenti a produrre un giornale inutile dovrebbero sbattersene le palle e andare avanti con le proprie cose.
Nel dettaglio: la visibilità ha comunque un valore. Quindi si, non è scandaloso che un autore possa pubblicare non a gratis, ma in cambio di una visibilità su un giornale che rispetta e ammira.
ma risiamo al punto di prima: se quel giornale ti fa schifo in partenza, perchè te la meni sui diritti e i compensi?
A me sembra un ragonamento semplicissimo.
@ Ulisse
Scusa, (e non è una provocazione)ma non ho mica capito...
Premio Micheluzzi ? Ecchè vuol dire ? E io ho vinto solo una pesca di beneficenza a 12 anni e non vuol dire che magari Flaviano è più figo di me (come maschio sicuramente)...
ecco questa è una provocazione
Harlock:
mai parlerei di giovani bamboccioni.
Ho scritto tutto il giorno solo per dire che è l'intenzione profonda che deve essere differente.
Il concetto di libertà di fronte a quello di garanzia.
L'idea di lottare per le cose invece della fila in attesa che me le diano.
Ma questo significa, per me, fare un lavoro interiore, dove si riconosce il lato brutto che ci portiamo dentro e si cerca di toglierselo di torno.
per essere, appunto, liberi di battersi per le cose che amiamo.
Come?
Ecco, neppure aspettandosi che altri ci dicano come.
:)
@Flaviano: Una precisazione... Watterson non ha più disegnato, ma è ben lontano dall'essersi tolto dai coglioni. Spopola ancora sui giornali americani e di mezzo mondo. Forse è ancora peggio. Vive di rendita togliendo spazio a giovani autori. Questo non toglie che Watterson sia uno dei migliori disegnatori di strisce del panorama mondiale. Ma non dovrei nemmeno raccontarlo.
Inoltre... già che ci sono scrivo dell'altro.
Mi piace questa discussione. Perchè animata. Sentita. Si vede che l'argomento è stato sotto la neve per tutto l'inverno e ora con i primi caldi sboccia. Ne può venire fuori una bella pianta. Va curata. Da tutti. Dai giovani autori e dai vecchi. Anche se non mi piace questa definizione. Anche se divisi da spazio temporale dovremmo essere, in teoria, e almeno all'inizio, uniti dalla stessa Passione. La "P" maiuscola non è un caso. Spesso si cerca il colpevole della scarsa diffusione della cultura della Vignetta, della Striscia, del Giornalismo Disegnato. Quasi mai si cerca di fare della cultura su questo argomento.
Con la lettera aperta di Flaviano, con la ripubblicazione di Gipi e con interventi di Makkox e altri la state facendo. Di questo ha bisogno la satira disegnata in Italia. Di Cultura. Qui ne vedo e, ripeto potrebbe portare a qualche risultato.
cmq gianni
concordo col ragionamento de "il tuo progetto mi fa cagare quindi inutile anche parlare di soldi".
invece nel discorso gavetta ci leggo un filo di cinismo cicatriziale alla martin eden.
Va bene la competizione giovane leone vs vecchio leone, ma non savana mode. SI spera di vivere in un ambito civile in cui un pacchetto minimo di diritti, perlomeno noi di una certa parte, che li consideriamo acquisiti alla nascita, dovremmo rispettarli. E non parlo di chissaché, si sintetizzano in un solo concetto che incorpora tutto: l'attenzione per il prossimo.
Altrimenti si fanno i ragionamenti propri dell'Altra Parte: chi gliela fa, bene, chi no, amen: è la vita baby.
Io sono per la scuola dura, intendiamoci, alla sensei con la mazza di bambù, ma SCUOLA. Non per la fossa degli affamati su cui far penzolare un osso marcio; lì non s'impara la durezza del lavoro, ma s'apprende la crudeltà, mors tua vita mea.
(infatti il discorso che i vecchi se ne debbano andare affanculo per lasciar posti vacanti non mi suona. Piuttosto dovrebbero insegnare, che ne hanno tanta da dare, e coltivare i talenti embroniali e riempirli di paccheri, sì, anche).
Garlo Cubitosa,
invece con te sono in disaccordo. Poi, quando ti leggo, ti dico pure perché.
EVVAI! Ho visto ora il commento di Ulisse! Anch'io sono un premio Micheluzzi! Esco ufficialmente dalla categoria Cazzoni!
@Gipi: una volta un mio amico al liceo mi ha spiegato il comunismo. Me lo illustrò con la metafora dei 100m piani. Io gli dicevo che il comunismo era una cazzata innaturale, perché non si può livellare tutto e tutti e dire che devono essere tutti uguali - estremizzazioni concettuali di bimbo, ovvio - sarebbe appunto come correre i 100 metri e pretendere che arrivino tutti primi, non è possibile. Il bello è proprio che le persone sono diverse, ci son quelli più bravi e quelli meno.
Lui mi spiegò che il comunismo era invece riuscire ad offrire al maggior numero di persone la POSSIBILITA' di arrivare a correre i 100m. Portarli tutti a un livello minimo per poter gareggiare, come dire. POI in gara ci sta che ci sia quello più veloce, anche molto di più. E quindo il primo, il secondo il terzo ecc.
Questa discorso di 14enni me lo ricordo ancora oggi perché secondo me esprime benissimo il concetto di libertà (il mio merito, il mio potenziale di stracciare gli altri)all'interno di un diritto (la condizione, l'educazione, fai te). Non è libertà vs diritti, ma libertà all'interno dei diritti. Che, sì, *dovrebbero* essere garantiti. Dovrebbero.
Poi mi sveglio e urlo, tutte le volte. :)
(scherzi a parte, era solo per chiarire. in realtà comprendo ciò che dici e, sì, tutto giusto e condivisibile.)
@mak: e come altre volte abbiam detto praticamente la stessa cosa in contemporanea :)
Il discorso dei vecchi affanculo, a ogni modo, era solo per dire che a un certo punto bisognerebbe avere semplicemente la dignità di mollare, punto Non tanto (o non solo) per un discorso di posti vacanti. Faccio un esempio accazzo: Venditti secondo me se smette di far dischi non fa un soldo di danno:)
Harlock, secondo me ti contarddici. Prima parli di libertà, poi dici che (ho capito l'esempio) Venditti se smettesse di cantare non farebbe un soldo di danno. Non farebbe danno a te e a me (Non me ne piace una delle sue canzoni). Ma ad altri credo che porterebbe via anche un ricordo di vita. Il danno allora lo farebbe, se smettesse di cantare. La libertà è in quelli che ascoltano o, come nel nostro caso, di quelli che leggono. Liberi di scegliere cosa leggere. La loro libertà concede a noi di essere liberi di disegnare e raccontare quallo che vogliamo. A meno di fare lavori destinati al cassetto.
@Lele Corvi: l'ho premesso che era un esempio accazzo, dai. Il concetto era: mi piacerebbe vivere in un mondo in cui per esempio i politici o i professionisti 90enni non restassero attaccati alla poltrona o al posto (che , checchè se ne dica, comunque spazio nel mercato ai giovani, lo tolgono) e dove un artista appunto come Venditti - che in passato ha fatto cose anche buone eh- riuscisse ad avere la dignità e il coraggio per togliersi di scena una volta raggiunta la soglia dell'apologia di se stesso. Quando comincia a fare cose mediocri ma ciònonostante non riesce ad abbandonare l'idea di sé e del suo "essere di successo". Che avesse l'onestà di dire "scusate gente, ormai faccio merda, passo".
E non è necessariamente un discorso legato all'età, mi rendo conto.
marcù, sembriamo tanti preti?
Te parli come rasputin che ha smesso il litio.
hehehe
ci mancavano i protozooi e avevi fatto il commento Storia del Mondo.
ti voglio bene, dai
grazie, giannigipi, per aver condiviso le tue considerazioni di satiro-raccontatore di storie...
(ribadisco)
la satira ha fallito, TUTTA!
non frega un cazzo a nessuno se il re è nudo, una risata catartica e tutto rimane come prima. anzi peggio di prima perchè se ci ripensi non fa più manco ridere, solo indifferenza
al potere bisogna cominciar a mostrare i grugni incazzati altro che risate.
(e Luttazzi copia, in italia il più sano c'ha la lebbra)
Makk, hai ragione,ma da fuori sembra che i fumettisti non parlino di denaro, così come i vignettari,roba sconcia. Poi oggi faccio i miei primi 50 , e chi se ne frega . Che cavolo ho scritto ? Boh!
Ps. A me le minchiate che metto nel circondario le pagano , ed ho imparato qui a disegnare male, nella rete :D
per chi ha facebook qui c'è parecchio da leggere!
http://www.facebook.com/notes/flaviano-armentaro/il-male-della-satira-una-risposta-aperta-update/110346609011449
Ho cominciato a leggere il post solo per aggiornarmi su quello che fa "Gipi", uno che racconta storie che mi hanno emozionato sempre e "alla vigliacca" (l'ultima di LMVDM, ad esempio, 'tacci sua...).
Pensavo a una querelle di settore. Roba interessante magari, ma roba di voialtri - "del settore".
Invece !
C'ho trovato tanta roba, e densa, in queste righe. Che danno parole a sensazioni che da tanto tempo mi abitano. Ci sono i Sogni, la Libertà e i Posti dove l'abbiamo rinchiusa, la strana sorte di farsi quasi servi di un'Idea (che per voi forse è una Storia) che però è la tua idea... (e allora che sei: uno schiavo o il più libero di tutti? o entrambi?)
Insomma, ancora una volta, "alla vigliacca", penso e mi emoziono.
grazie
PS: Oh, a uno che riesce a mettere tra parentesi - così, come fosse un riflessione a parte, secondaria - una "bomba" come questa (fanculo alle famiglie. Non fate i figli se questi vi tolgono i coglioni per fare a schiaffi con il mondo) che vuoi dire di sensato? Che io sono anni che mi sento un stronzo perchè lo penso...
Forse, questo: sarà bello, barbone anche io, sapere di condividere la sorte con gente simile. Però tocchiamo ferro, eh?
Bella discussione. Molto probabilmente Il Nuovo Male farà cacare, ma di sicuro vale di più un disegnino di quel che resta di Vincino di tutti i numeri della rivista satirica Mamma. Quindi, carissimi giovani: buttate nel cesso i premi Micheluzzi e cominciate a fare qualcosa di veramente buono. Vedrete che a quel punto ci sarà spazio (e tempo) anche per voi. Finché fate vignette di merda, di che vi lamentate? (ovviamente per giovani intendo quelli di età inferiore ai 46 anni)
Ciao Gianni,
per fretta ho letto solo il post e solo i paragrafi tuoi, non le citazioni dalle varie discussioni, quindi, di certo, starò perdendo dei pezzi importanti di discorso, ma dato che chiudi con una richiesta di sputtanamento, ci provo volentieri. Rischio di dire qualcosa fuori luogo, ma credo di appartenere alla categoria alla quale hai fatto questa domanda, dato che ho 21 anni freschi freschi...
(Non che voglia difendere la mia "generazione", ho seri dubbi su quale sia davvero la mai generazione, a dire il vero, ma forse sarebbe saggio accettare come tale quella anagrafica...).
Bene, ultimamente, sempre più spesso, c'è qualcuno che mi ricorda che dovrei pensare anche al farmi pagare, perché in effetti anche io credo di avere un po' la testa fra le nuvole*. Già questo potrebbe essere significativo... Ma non si può certo dire che io sia quindi del tutto "disinteressata". Non prendiamoci per il culo... Il punto è che, in effetti, ho riflettutto molto su queste cose e ho sviluppato, più o meno, un mio equilibrio. Che, naturalmente, è mio e fa stare bene me, non è ciò che io ritengo "giusto". Per cui lo proverò a spiegare giusto per farti fare, diciamo... una statistica?? ;)
Ciò che ho compreso, dopo anni, è che non riuscirei mai a fare un fumetto diversamente da come dico io. Col disegno in particolare, divento troppo testarda e passionale... Non mi riferisco, ovviamente, alle discussioni in generale (quelle ben vengano), mi riferisco a chi impone perché paga (o potrebbe imporre perché paga). Forse posso disegnare illustrazioni accettando delle gabbie strette, sì, ma raccontare una storia a fumetti SENZA CREDERCI mi farebbe venire davvero da sboccarmi allo specchio (emh, ho reso l'idea?). Ci starei proprio male, tutta.
Ecco, sono un genio. Ho trovato la soluzione, naturalmente, no? ...Il poco tempo che mi resta per il disegno mi fa ampiamente capire quanto possa essere importante essere pagati per fare fumetto, perché significa, in poche parole, poter almeno sperare non solo di poter campare con la tua passione, ma - ecco il punto - poterle dedicare il tempo che le serve, per evolversi come si deve. Io disegno troppo poco, anche a causa della mia scelta, e questo mi pesa da matti.
Ancora studio, quindi parlo solo di potenzialità, ma diciamo che, in futuro, spero di poter campare col video: non che sia un mezzo col quale non mi interessi esprimermi (lo amo, al 100%!), ma... non so... forse è un fatto fisico: con un'inquadratura non ho il rapporto "carnale" che posso avere con una tavola... Va be', ne parlerei per ore, ma questa è una mia personale situazione, quindi stop.
La morale della favola sembra comunque simile alla tua: la libertà prima, il denaro... Il denaro? Forse, poi. Piuttosto autoproduzione e web e basta, sempre. Lo risceglierei tutta la vita. E spero di non cambiare mai - e non lo dico per retorica. Lo lascio volentieri nero su bianco, scritto qui...
Scusami la solita lunghezza...
Spero che la mia "testimonianza" in qualità di "autrice Giovane" possa sputtanarti un po'. :)
* Non sarà mica anche colpa tua? Seguo il tuo blog da quando ho 16, mi sa... Devo essere cresciuta STORTISSIMA!!! :)
ciao Gianni,
ho letto meglio. D'accordissimo su tutto.
Però: io credo che l'umiltà sia cosa buona e giusta per la salute psicofisica individuale, ma credo anche che la propria individuale "salute psicofisica" possa essere accantonata quando c'è da rivendicare un diritto che riguarda molti. Mi sembra che Flaviano stia rivendicando il diritto ad essere considerato un lavoratore prima che un "artista". Non mi pare che stia chiedendo i milioni di euro, nè un approccio più umano e amichevole, come si vorrebbe fare sembrare. Sta chiedendo rispetto nel quadro del primo articolo della costituzione italiana.
Non è una cattiva idea.
Poi basta di chiedere alla Satira di cambiare il mondo. Il Male nacque proprio dalla Crisi dei movimenti degli anni 70! La falsa notizia di Tognazzi capo della BR, che è un capolavoro, vorrei capire dove ha cambiato l'Italia...
abbracci enormi e maschi
"Ditemi che ho torto. Che non è così, e riempite queste pagine di post di ragazzi giovani che mi dimostrino di non essersi persi lo spirito tra gli scaffali di qualche cazzo di Mediaworld."
Sicuramente lo spirito é rimasto fermo allo scaffale del metà prezzo al Mediaworld, anche se qui lo chiamiamo Mediamarkt. In fondo dovrei essere figlio della PS , dell'xBox e "tutte quelle robe col computer".
Trovo divertente che la visione della gioventù di oggi, vista dai quarantenni, sia la stessa che aveva mia padre, mio nonno prima di lui e così via. Quando si dice "il cerchio si chiude".
Ho 22 anni, disegno il più possibile, a volte mi pagano ma il più delle volte non mi pagano. Vivere solo di disegno al momento non é pensabile. Si fa altro per poter sopravvivere, il lavapiatti, l'aiutante, e tante altre piccole cose. I progetti non pagati sono quelli a cui credevo ed é stata una scelta eseguirli. Non saprei dire se sia giusto o meno. Apprezzo Flaviano per aver tirato fuori diverse problematiche che toccano tutti. Parlarne é offrire a chi non conosce, la possibilità di sapere come si possono o si potrebbero gestire anche gli aspetti economici.
Saluti
Micha
CAZZO GIANNI NN FACEVI PRIMA A FARE UN VIDEO?????ECHECCAZZ.....MI CI SO VOLUTE 2 ORE A LEGGERE TUTTO!!!!!!COMUNQUE A PRESCINDERE DA TUTTO NN DO UN GIUDIZIO IN MERITO CI SAREBBE TROPPO DA SCRIVERE...CIAO E UN SALUTO......
io scriverei qualcosa ma:
a) non me conosce nessuno.
b) hanno già scritto tutti tutto.
c) torno a disegnare.
ah ecco. ragazzi vendo una panda a gas del 2001. bella, rossa, come nuova.
Padre nostro che sei nei Cieli, sia santificato il Tuo Nome, venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal MALE. Amen.
Caro Gipi,
anche se non sono un "addetto ai lavori" ma un semplice lettore, mi sembra di riconoscere in questa discussione un qualcosa che conosco bene (per averlo sperimentato in ambito politico) ovvero quel fenomeno tipico dei piccoli gruppi che si trovano a vivere lunghi periodi in una situazione che ne minaccia la sopravvivenza.
A un certo punto, accade che ci si rimprovera colpe che non si hanno e si vedono le piccole meschinità ingigantite.
Non penso che i nostri autori satirici siano dei santi ( ai santi, essendo laico, non credo), ma forse qui si sta dipingendo un quadro un po' deformato. Ad esempio, dove si parla di noti autori strapagati, forse si dovrebbere togliere lo stra- , almeno fino quando non vedremmo su "Class" un servizio sulle ville di Vincino.
Da lettore, guardando semplicemente le edicole, ho visto le riviste scarseggiare nella seconda metà dei '90, quando i ragazzi cominciavano a divertirsi gratuitamente su internet. Se vent'anni fa potevi vendere riviste con le trascrizioni dei monologhi dei comici, oggi, con Youtube, non lo puoi fare.
I tentativi fatti in questi anni, anche generosamente, di portare la satira nelle edicole si sono scontrati con un mutamento del mercato.
In prospettiva, lo sviluppo dei dispositivi di lettura elettronici portatili e di un sistema accettabile di micropagamenti potrebbero permettere (risolvendo così anche un problema cronico della nostra editoria: le difficoltà distributive) a chi avesse un'idea editoriale veramente innovativa e buone capacità imprenditoriali di creare una rivista satirica che possa pagare i propri collaboratori e non sia destinata a bruciarsi in poche uscite.
Mae i Vecchi fanno bene a non togliersi di torno. Sono i Giovani che dovrebbero essere più forti e spaccargli la faccia. A suon di innovazione e disegni con i controcoglioni e visioni della vita trasversali e innovative.
I "giovani" hanno lavorato, io con Flaviano e molti altri autori aggratis come e giusto che sia per 2 anni facendo cose secondo me migliori di quelle che si vedono in giro.
Vedi SCARICABILE
http://scaricabile.blogspot.com/
ora se il lavoro che uno ha fatto per molto tempo gratuitamente (perche qui la discvussione pare incentrata sui soldi) e per passione e fuori dal web l'iniziativa non viene apprezzata un giovane autore quale sono io o è Flaviano be fa bene a chiedere riscontri economici per pubblicare fuori dal web. La parte artistica
ce la siamo fatti da soli gratis.
Se ci propongono (e in modo del tutto vago) progetti diversi be io non disegno gratis per far guadagnare i vari vauro vincino etc disegno gratis per me stesso e i progetti che mi interessano.
Scusatre punteggiature ed accenti e quant'altro ma scrivo di getto e non cio voglia di ricontrollare :D
e poi come dice uno dei vecchi autori
Prima pagare poi disegnare
Madonna mia che discussione seria.
Scusate tutti se mi permetto di intervenire. Non sono un disegnatore di fumetti ne un vignettista, ma in quanto illustratore volevo comunque dire la mia.
Ho il piacere di collaborare con editori quali Minimum Fax, l'Internazionale e La Stampa. Anch'io sono un fesso. Non mi sono mai permesso di preoccuparmi prima del compenso.
Cominciare a collaborare con realtà del genere era per me un piacere ed una rivalsa personale che da sole valevano la pena di passare delle nottate a lavorare, appunto, aggratis. E poi la passione per fare certe cose era, ed è, davvero enorme.
Ma la questione è un'altra. La questione è che io ho, fortunatamente, le spalle coperte. Lavoro a Torino in un'agenzia di pubblicità che mi consente di mangiar pane e companatico. Un lavoro, a dire il vero, che non sento più nelle mie corde. Sto cercando di cambiare le cose, ma questo è un altro discorso. Cerco le piccole soddisfazioni nelle collaborazioni come illustratore e per portarle avanti non mi resta che lavorare nelle ore serali (se non notturne, appunto), dopo le mie belle otto ore di avvilente lavoro.
Devo aggiungere che negli editori di cui sopra nutrivo una forte fiducia che, tempo dopo, è stata ampiamente soddisfatta. Ma non è stato così con altri, purtroppo. Prima della questione economica c'è comunque un rispetto reciproco che deve essere sempre, assolutamente, preso in considerazione. Se si tarda nei pagamenti o mi dici che domani mi paghi e poi non accade, significa che non hai rispetto del mio lavoro. Quindi non va bene. In quei casi, personalmente, ho preferito tranciare il rapporto. Non che non abbia realizzato illustrazioni gratuitamente, per carità. Anzi. Dove credevo in un progetto o sostenevo un'idea, sono stato anch'io il primo a spaccarmi la testa. Quando so che non c'è da beccare una lira, la cosa è diversa. La palla passa a me e ho pieno potere decisionale.
Per chi, invece, crede in questo lavoro, e per chi non ha le spalle coperte, certe cose non possono e non devono esistere. Ad esempio, è impensabile che io lasci il mio lavoro per fare solo l'illustratore (cosa che mi piacerebbe non poco, invece). Impensabile di fare le cose solo per la gloria. Quel tipo di cose si possono fare dai venti ai trent'anni. Dopo, solo facendo i "compiti" a casa, di notte. Oppure se sei ricco di tuo e del resto te ne freghi.
Voglio combattere contro i mulini a vento e sudare per farmi valere. In fondo a 34 anni è come se non fossi ancora uscito dal giro della gavetta eterna. Qui poi entra in ballo anche il discorso delle capacità e del sacrificio, per carità. Però non posso pensare che deve essere una battaglia mortale ogni volta. In questo modo, credo, si svilisce anche questo tipo di lavoro. Non capisco perchè, ad esempio, una persona non possa vivere solo facendo fumetti o illustrazioni (come magari accade altrove). Se tutti cominciassero a lavorare aggratis o per la gloria, si finirebbe ad un gioco al ribasso dove chi ci andrebbe a guadagnare sarebbero sempre e solo gli altri. Questo è un mestiere più aperto e sincero degli altri. Dove DEVI permetterti di pensare che la tua libertà di espressione non deve essere minimamente intaccata da chicchessia. Ma rimane un mestiere come gli altri.
Sono d'accordo con il discorso di Gipi, in realtà. Anche se penso che l'"aggratis" ad un certo punto debba pure finire. E che se per prendere a schiaffi il mondo, devo pensare di rinunciare ad avere un figlio, allora vuol dire che è già il mondo che ha preso a schiaffi me.
E pensare che sono arrivato sul blog per dire a GipiGianni: "Sono un tuo fan scatenato, mi fai un tuo ritratto sulla schiena?"
E poi ci trovo pure Makkox, che normalmente gli avrei detto: "Sono il tuo fan numero uno, mi disegni il tuo cane sulla giugulare?"
E invece guarda cos'è venuto fuori.
Fine pausa pranzo.
Torno a lavorare.
Un salutone a tutti e grazie
per la bellissima discussione.
TRanne pochi fortunati casi tutti disegniamo come secondo lavoro. Qualcuno ha detto che si dovrebbe togliere lo "stra" da strapagati. Con sicurezza posso dire invece che se ne dovrebbe aggiungere un altro strastrapagati è il termine corretto. Qui ne esce un bel quadro del panorama di chi fa vignette. Lavori, anzi no... (i lavori per definizione son pagati) disegni tirati su di notte. Stravolti dal lavoro ufficiale che ci fa portare a casaa pagnotta. LA qualità è per forza bassa. Lavoro sia gratis che a pagamento (a volte lo ammetto pagano pure bene, ma la maggior parte delle volte una miseria). Ma quello che fa girare le balle è che un mio "no" ad un giornale ci sono almeno trenta "si" disposti a lavorare gratis. Ovunque. Giustamente ogni giornale ha le sue evvie ragioni: LAvori inediti, almeno tre/qiuattro vignette, a colori, da ricevere il giorno tal dei tali alla tal ora. Ho visto e vedo gente che butta letteralmente nel cesso il proprio talento per creare disegni orripilanti, con battute orripilanti solo per essere presente su quel giornale perchè in quel giornale c'è il SignorTAlDeiTAli.
Questo è mancanza di cultura. Un collega diceva che spesso chi fa disegni viene considerato un imbecille. Un eterno ragazzino brufoloso che fa ancora disegnini. La stessa figura professionale oltralpe viene diversamente riconosciuta. Continuiamo a spremere i talenti italiani. Gratis. Continuiamo ad abbassare il livello. Continuiamo ad appiattire il tutto. Diamo ragione a chi considera imbecilli. Io non sono un grande disegnatore. Anzi non so nulla del disegno, ma vi assicuro che mi è capitato di disegnare con la mano sinistra (non sono mancino) e in tre secondi e in quel modo sono andato su giornali (che per decenza non nomino).
E' in questa direzione che sta andando la satira in italia? E' questa la qualità dei lavori che si vuole? Non son certo giovane. Son coetaneo dei vari MAkkox e Gipi (Purtroppo non ho anche il loro talento)Disegno da vignette a strisce a pagine intere. Ho avuto la fortuna di disegnare un po' ovunque, ma, credetemi, spesso viene da mollare tutto. Ho avuto la fortuna anche di ricevere alcuni riconoscimenti (minchia...sembra fa fiera del vanto)... si parlava dei vari Micheluzzi o premi di satira sparsi in giro per l'italia. Onestamente, anche se accolti con entusiasmo ed onore, sono ancora in attesa del riconoscimento più grande, quello professionale. Non raccontiamoci balle. Chiunque disegna vuole essere pagato. Può capitare di fare un lavoro senza sapere QUANTO si verrà pagati ma non SE si verrà pagati. Una serie di vignette può capitare, ma sfido chiunque a creare uan storia di (esempio) 100 pagine che può portere via dei mesi di lavoro. Gratis! Non prendiamoci per il culo, per favore.
A meno di farlo come passatempo personale. Se però un editore chiede di pubblicare una storia che ho creato per svago, può andare bene la prima volta... ma,se vogliamo chiamare le cose come stanno, la seconda si chiama sfruttamento.
Poi esiste anche la possibilità del disegnatore benestante. Quello ha tutta la libertà che vuole. Può mandare a cagare editori e disegnatori. Può fare grati anche la cappella sistina con una bic, se gli gira. Può anche chiedere 200.000 euro all'anno per 8 vignette mensili. (!) (Avrò detto cifre a caso?!)
...
Basta và...me ne vò al mare. Saluti a tutti.
Molte si sono dette, molte ancora se ne discuteranno.
Poi tutto svanirà come afa estiva.
Uscirà il MALE.
Uscirà il BENE.
Uscirà anche un BENEoMALE.
E tutti saremo già altrove a rinfrescarci di cazzi nostri.
Chi leggerà Canemucco, chi Frigidaire, chi Cronaca Vera, chi Avvenire con allegato Eva 3000, chi Caballero.
Intanto preparo un numero zero di un qualcosa che avrà un senso per molti, e per me soprattutto.
E visto che non sarà possibile buttare fuori nessuno dei vecchi guardiani del satiro faro, ci conviveremo. Ma ognuno a casa sua, ognuno nella propria rivista.
Così come è sempre stato.
Così come sempre sarà.
e comunque Gianni... preoccupati: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201006articoli/55852girata.asp
Caro signor Gipi, io su questa questione sono d'accordo con te e lo sono sempre stato.
Ho disegnato una vita (breve, per ora) senza mai rendermene conto e, per inseguire quest'odore di libertà, ho abbandonato una 'carriera' avviata e mi sono messo a disegnare.
Ma quanto bisogna essere forti?
La vita che hanno insegnato a me, purtroppo, non è questa e, per quanto possa ribellarmi, resta sempre una parte di me che è sospesa in aria e ne ha le vertigini.
Anche se alla fine finisco per farlo, non mi è facile mandare a fanculo tutto. Forse le palle fumanti non ce le ho. Forse solo chi ha le palle fumanti ha storie da raccontare.
So che, qualunque cosa accadrà, i miei disegni e le mie storie continuerò a farle.
A volte, però, anche la parte che paura non ne ha teme che possa vincere l'altra.
E allora tutti nel Paese dei Finocchi, bastardi! In Francia chiedere un compenso per un lavoro svolto sarebbe la cosa normale. Ma qua siamo in italia, quindi, oltre che scacciare a pedate i Grandi Vecchi, bisogna pure farlo gratis. Questo forse perchè il disegno e il fumetto non vengono riconosciuti come un lavoro vero e proprio a partire da chi questo lavoro lo pratica? Ti dirò, a me di scacciare i grandi vecchi, non me ne importa di meno, perchè credo che ci sia posto per tutti, affanculo gli arrampicatori. Però pure se fai il lavapiatti, la prima giornata di prova te la retribuiscono. E come si fa, così? Come se ne esce? Un minimo di soldi in cambio ci vuole, eccheccazzo. 10 euro per una pizza, non dico 50, o 100, o 3000. Almeno all'inizio, una pizza è meglio che una nonpizza, ti fa sperare che con un po' più di impegno e perseveranza la prossima volta potrai ricevere anche 2 crocchette, 1 fiore di zucca e magari perchè no, le salse per le patatine in omaggio, calderolibeshtiadisatanamaledetto, non so se il messaggio è arrivato.
Dall'ultima video intervista di Repubblica a Romano Prodi si puo' asserire, senza ombra di dubbio, che l'ex primo ministro legge il blog di Gipi e partecipa alla discussione.
Allego il suddetto video per completezza:
http://tv.repubblica.it/copertina/prodi-i-giovani-devono-farsi-spazio-da-soli-il-politico-di-mestiere-deve-essere-cacciato-a-calci/48734?video&ref=HREC1-7
Ciao Gianni,
mi hanno chiesto un parere su questa discussia sul mio blog, e di già che lo scritto lo posto anche qui...
"Il (non)sistema dell'"invia e basta" e le altre prassi descritte da Gipi sono sempre esistite, e in una certa editoria poi è quasi il naturale modo di fare.
È giusto? È sbagliato? Semplicemente è così.
I soldi non fanno schifo a nessuno, ed essere pagati per quel che si fa è sempre cosa buona è giusta, ma questo lavoro(?) in primis marcia ad amore ed entusiasmo.
È così che funziona.
Non ci sono cazzi.
E ciò ti porta a un continuo duellare fra lavori pagati e altri no ma che ti soddisfano assai.
Una cosa bilancia l’altra e la compensa.
Poi tutto nel tempo torna utile, e un disegno fatto aggratis
ma comunque pubblicato può esser un buon biglietto per generare altri lavori.
Poi se la proposta e condizioni offerte non ti girano comunque ok, a volte basta un “no, grazie”, senza troppe pretese di cambiare un modus operandi di fatto immutabile. Come Gianni, anch’io non ho pensione, e dagli esordi bonelliani alle mie strade oblique il mio conto in banca ha preso una trend molto meno allegro, ma il sorriso della mia soddifazione personale è molto più smagliante.
Le paranoie per questo incerto non-sistema sono sempre in agguato, ma a conti fatti è proprio ques’incertezza che mi intrippa ad andare avanti.
La creatività è incerta, gente.
Il bello è questo.
Ti fa sentire libero.
Magari non ricco, ma libero e ricco dentro, che per me è mooooolto più importante.
Insomma anch’io sono un povero fesso che non ha capito nulla di come vanno le cose al mondo, in Italia poi non ne parliamo, ma orgoglioso della sua fessaggine più che mai.
Per me esprimersi sulla carta è il realizzare se stessi e la propria visione del mondo, che nessun portafoglio per quanto divaricato può mai eguagliare.
È un esigenza di vita, un bisogno come mangiare e dormire.
Non è obbligatorio averla, si possono fare anche solo lavori su "commissione" se ciò basta a renderti felice e ad ap-pagarti. Ognuno è fatto a modo suo e l'importante è fare quel che si vuole il più possibile e sentirsi il meno frustrati possibile.
Ma io la sento, e se non la soddisfo sto male.
In egual modo però mi interessa fare anche lavori “esterni”, di cui ho sempre il massimo rispetto, perché sono sempre una sfida per confrontarmi con cose che normalmente magari mai disegnerei, ed è un confronto che fa spesso crescere ed arricchire.
Poi, da buon zappiano (e anche Gianni lo è…) vedo in realtà tutto ciò che faccio come parte dello stesso “disegno universale” che ho in testa, in cui cerco di far rientrare anche i lavori esterni caratterizzandoli e curandoli a modo mio al meglio come i miei lavori da autore completo.
Ma qui sto già divagando, il tempo è poco, e a conferma di quanto detto torno al tavolo a finire una prova per un libro scolastico Mondadori che spero ben pagato, mentre penso ai miei prossimi parti obliqui che lo saranno molto meno. Ma va bene così.
Darci dentro, gente.
Sbattersi.
Sempre.
Questo è il punto, amici.
Non è per niente di moda, ma chi se ne fotte delle mode?"
Un abbraccio ;)
come ha già accennato qualcuno la pretesa di far lavorare i giovani gratuitamente (e i meno giovani per delle paghe misere) riguarda molti settori in Italia .
per chi, come me, è cresciuto nel nord- est dell'Europa questo fatto è inconcepibile. già all'università, da studenti, venivamo, seppur poco, retribuiti durante gli stages estivi.
qui hanno cercato di farmi lavorare gratis.e mi sono rifiutata. ma ho dovuto lavorare per delle paghe misere. perchè, dicevano, si usa così. e perchè la mia laurea non era valida in Italia. allora ne ho preso una seconda, a Roma.
cambio regione di residenza e con una decina di anni di esperienza e due lauree in architettura cerco lavoro. qualcuno mi propone 300/400 euro al mese per una giornata di 8 ore lavorative.qualcun'altro spiega che non mi può assumere perchè con il mio curriculum dovrebbe pagarmi uno stipendio normale e c'è chi lavora gratis.
qualcun'altro ancora racconta che tutti i lavori vengono assegnati a delle "balene" e che quindi è impensabile aprirsi uno studio proprio.
adesso sto dipingendo e mi domando se seguendo questa logica per i primi anni i quadri li dovrò regalare ? (giacchè piacciono)
e già che ci sono:
grazie ancora Gianni per tutto quello che hai detto nelle varie interviste. mi hai aiutato a capire tante cose. non ultima il fatto che anche uno sputo (i vostri sputi sulle panchine anni fa..) ha la sua importanza..eh...
così è.
così è sempre andata.
così sempre andrà.
rassegnati.
immagino sia il ragionamento alla base del concetto di "evoluzione".
Ho letto su un fumetto che il sogno di ogni artista è arrivare a vivere grazie alla propria arte. Discutiamo pure sull'ordine della sequenza e dei tempi, ciò non toglie che questo sia giusto, in un mondo giusto. Quello in cui si cerca di vivere.
"... vedo in realtà tutto ciò che faccio come parte dello stesso “disegno universale” che ho in testa"
Parto da qui, dalla frase di Sergio Ponk.
Così è nella realta di ogni "autore" puro che libero esprime segno e ossessioni varie su fogli sparsi.
Qualche dubbio di tanto in tanto, ma fanno parte del gioco, che comunque non si ferma.
Niente supplementari, niente rigori, partita perpetua.
Chi racconta storie
chi piange su foglie secche che cadono
chi disegna mostri
chi belle fighe
chi pupazzi con peni enormi
comunque tutti a curare il proprio demone grafico mentale.
Permettersi di non scendere a compromessi con nessuno è un lusso condivisibile perchè origina una libertà invidiata.
Invidiata da tutti quelli che continuano a non pensare il medium fumetto come una forma artistica e (talvolta) lavorativa et remunerata simbolicamente.
Ma si disegna comunque, non si molla mai, la maledizione è ossessiva, quasi skizoide ma benevola.
Perchè in fondo ci si accontenta di un quotidiano onesto con se stesso, di un bicchiere di vino e un pugno di riso.
La storia insegna che nessuno lascia poltrone, sedie, sdraio e neanche il posto sul bus alle donne incinte.
Semplicemente ci si affianca come si può, con progetti propri cercando di farsi spazio.
Spingere da soli sortisce effetti limitati.
Meglio se spinti da testate che già raggiungono il grande pubblico (che è e rimane una bestia strana e complessa), che ti fanno girare il segno, il personaggio, lo stile.
Allora la strada cambia pendenza, la salita è meno impossibile pur rimanendo difficile, si galleggia con un bracciolo mezzo sgonfio, si zoppica ma si procede.
Ma non succede mica sempre, anzi, è abbastanza raro.
Prendo Canemucco ad esempio.
Io non conoscevo Makkox manco sulla rete.
Io come il grande pubblico distratto delle edicole.
Makkox ha una possibilità, un giocattolo personale, un veicolo.
Che magari preferiva tenere solo in rete.
Magari no.
Fatto sta che è sul mercato grosso (in crisi, e bla bla bla, però tant'è).
Anche i superamici hanno avuto il trampolino di Coniglio per tuffarsi da una discreta altezza con XY comics.
In passato toccò a Ortolani con Panini.
E Gipi con Coconino ed Igort.
E non c'entra nulla se apprezzo o meno il loro lavoro, quello è soggettivo e non interessa la discussione.
Chi vince l'oro, chi arriva ultimo, non dipende in esclusiva dalla bravura dell'autore, lo decide il pubblico.
E l'Italia di 'sti tempi è quello che è...
Come sempre, mi direte voi... bah, in effetti si sono solo conclamati ed esplosi i sintomi già notati in passato.
Ve ne butto li una delle tante...
Io ho chinato Alan Ford per un po' di tempo.
Mi sono licenziato perchè trattato a pesci in faccia.
Umiliato.
E non ero certo nella condizione di potermi permettere un'alzata di testa del genere, avevo un figlio appena nato ed una moglie in casa a fare la mamma. E nessun aiuto fisicopsichicoeconomico.
Entrate da musicista, quindi altalenanti.
Ho scelto comunque la libertà nel rispetto di quel disegno generale che ho nella testa.
Resettare e ripartire con invenzioni improvvisate ed istintive è un leit motiv ricorrente (credo anche per voi).
Come vedete e giàssapete nessuno è esente da inculate dolorossissime, amen.
Ma claudicante è bello.
Quindi, sempre avanti a testa alta.
I trampolini s'incontrano strada facendo.
Mai cristallizzarsi.
C'è tempo.
baciamo le mani
Laca
io vorrei solo che Gipi mi facesse una storia a settimana
tutto qui
dalla vita non chiedo che un pezzo di terra da curare, una donna da amare e che mi ami e magari far tre figli ed un fumetto di Gipi a settimana
ecco
tutto qui
poi oh, le polemiche va beh, fateci quel che volete, ma sappiate che quando c'è polemica è perchè esiste già un campo di battaglia e cittadini che stanno diventando nemici l'un dell'altro
rileggete i greci
smettete di far cattivo uso del demone polemico
altrimenti quello si trasforma e trasforma
non abbiate paura !
non riesco a leggere tutto, però intervengo in virtù della mie collezioni complete di cuore, comix, clandestino, sandokan e che cazzo altro ancora conservate sulla libreria e gelosamente ricoperte da un panno di cotone per non far ingiallire soprattutto le preziose pagine verdoline. Mi ricordo ancora scritto in piccolo piccolo nell' ultima pagina: foto, disegni e sopratutto soldi non si restituiscono. La diceva lunga.
Erano gli anni di montecchio, del giudizio universale, e delle copertine " hanno la faccia come il culo". Chi non li ha letti si è perso un pezzo di storia, chi non ci è cresciuto non si è fatto le ossa
Mi sono data una regola tempo fa. Lavoro uguale stipendio. Allo stipendio non si puo corrispondere altro che il lavoro, quindi se mi viene chiesto in ordine: di mettere da parte la mia vita privata, la mia sicurezza personale, la mia salute decade il patto. E rifiuto ogni giorno,anche con il mio lavoro precario. E ancora se lavoro è uguale stipendio perchè non dovrei preoccuparmi del compenso? La mia amica fa teatro e sono 6 mesi che l' eti non paga. L' ETI. Lei mi ripete lascia perdere quel lavoro di merda che fai e metti a frutto il tuo talento. No grazie, voglio essere mediocre con 1600 euro in tasca al mese. Non ho la vocazione al martirio. Perchè Gipi fai questa equazione libertà uguale povertà? Quando mai i poveri sono stati liberi? A panza vuota non si ragiona, ti compri chiunque abbia la panza vuota. Soprattutto se non c è un tessuto sociale che lo convinca a resistere anche con la panza vuota. Attualmente gli unici messaggi di resistenza che vedo sono le pubblicita di banca intesa.
Il giovane si incazza con il vecchio? Peccato, perchè il vecchio è veramente bravo. Papà Mannelli sta al disegno come Cavalli sta alla moda. E non mi dispiacerebbe vedere la dimensione lussuosa della sua arte. Fossi in me brandizzerei qualsiasi prodotto a marchio mannelli. o Gipi. Alberghi a Dubai, autovetture, auditorium, accendini, presine per la cucina. E lascerei il giovane alla sua dimensione provinciale,a fare il Male a modo suo, cosi intanto si misura, cresce e non si lamenta contro nessumo. Ma il vecchio ci vorrà andare mai a Dubai? Il vecchio ha la grandeur per diventare maestro del giovane?
Gipi come volete invecchiare? A fare il male? Lo comprerò. Ma io vorrei vedere davvero la dimensione grandiosa della vostra arte, vorrei una casa hollywodiana con i soffitti disegnati da Mannelli, vorrei la tua stazione di New York sulla parete di un auditorium. Non diciamo a Michelangelo che il suo ruolo è adescare i giovani con le caramelle. Lasciategli fare la cappella sistina. E lasciate ai giovani ste cazzatelle del male. Fate girare l arte, dategli valore, portatela nei palazzi lussuosi, abbiate il coraggio.
Non continuate a quarant'anni con la storia della libertà. La libertà dei venti anni è diversa di quella dei 40. La vostra dei venti anni l avete dimostrata. Ora per parlare con autorevolezza al giovane dovete dimostrare la libertà del quarantenne. Ed io sono convinta che voi non avete abbastanza talento per invecchiare senza diventare adulti. Non date via il culo non per libertà ma perchè non siete capaci di darlo rimanendo liberi. Questa sarebbe la lezione che mi piacerebbe avere dai miei vecchi.
tutto molto interessante ma mi viend da dire a buon Gipi: ma che cazzo te ne frega? ti han dato uno spazio, dagli i tuoi disegni e chissene, no? se poi la satira de l'altri fa schifo tanto meglio, la tua si notera' di piu'.
Anonimo del piano di sopra, forse non hai capito che ciò che un autore disegna o scrive è per lui come un figlio da proteggere. Manderesti tuo figlio in un convitto di preti pedofili o all'asilo delle picchiatrici di Pistoia? Credo proprio di no.
Io te l'ho sempre detto che eri bravo, onesto e con un bel fuoco dentro. Vederti continuare così è un piacere enorme. Un abbraccio
Sergio (lo Staino)
Mamma mia. Sono stato via tre giorni. Ci sono tanti post.
Non posso rispondere a tutto, sottolineo solo alcune cose, restando terra terra. No filosofia:
Il male numero zero era un numero zero.
Nei numeri zero si invitano collaboratori. Chi ha voglia manda roba. Se la roba è buona la si mette in pagina. Si presenta a un editore il numero zero e se si riesce a mettere in piedi il progetto, si fa il numero 1.
A quel punto chi sta sul numero 1 viene pagato secondo borderò.
Quindi tutta questa storia a proposito di un numero zero è una follia.
Vecchi e Giovani era argomento utilizzato nella lettera originaria di questo casino. Non credo in questa differenza. L'ho utilizzata in modo ironico.
Non identifico il buono nel giovane o il contrario. Mi sembra una classificazione da marketing.
Continuo ad essere convinto che per essere liberi si deve essere liberi dal sistema economico. Che ci schiaccia tutti, per carità, ma non dovremmo permettergli di entrarci nell'anima. Già ci entra nel sedere. Questo basta e avanza.
Leggendo il post di Sergio Ponchione mi viene da consigliare un trattamento indolore:
Zappa, Frank, a tutto volume. tecnica, abbandono, libertà. Non so spiegare il perchè, ma mi sembra che ci stia a puntino.
Comunque Zappa nell'ultimo periodo della sua carriera pensava seriamente di sostituire i musicisti con il synclavier non riuscendo ad ottenere quello che voleva... i musicisti sbagliano e costano pure troppo...
e il Jazz arriva dall'inferno nella fase 3 della civilizzazione...
Lo zio Frank
ammazza che dibbattito, ahò !
così d'impulso uno come me, aspirante satiro, non può che essere d'accordo con Flaviano, che 'sti 4 ruderi sarebbe ora che si togliessero perchè non fanno ridere più nessuno, o meglio, perchè non hanno più FAME, non hanno più RABBIA, quindi la loro satira non dico che è scesa a livelli forattiniani ma poco ci manca...
poi però i miei 44 anni mi fanno ragionare su quello che dice Gipi, quindi dico ai giovani satiri rampanti che l'unico modo per combattere il MALE, se lo volete combattere, è far crescere un'altra cosa, la VOSTRA cosa, sia Scaricabile, Mamma o chissà cos'altro, perchè trionfi il BENE.
altrimenti, dovete scendere a patti con il MALE e accettare anche che vi sfruttino.
quindi, io da aspirante satro ma ormai non più giovane, mi schiero con il BENE purchè sia CAZZUTO e RINGHIOSO verso ogni forma di potere, anche quello del MALE.
un abbraccio a tutti, è bello vedere quanti condividono la stessa mia Passione (con la P maiuscola, come dice Lele)
Max
P.S. per quanto riguarda poi i concorsi di satira, stendiamo un velo, l'unica utilità che io ho trovato partecipandovi e frequentandoli è la possibilità di conoscere di persona altri pazzi come me che passano il tempo libero a disegnare pupazzi, scoprendo persone meravigliose !
quello che più mi stupisce di tutto ciò, è aver scoperto che molti non vengono pagati, altri pagati da fame, altri vedono il LAVORO del disegnatore solo coma un hobby...
faccio fumetti, spero di continuare a farlo. ho appena avuto 1 figlio, non ho un cazzo di ferie, niente malattia o contributi. Ho vissuto 3 anni in Cina, ora sono tornato in questa stramaledetta Italia. Non so quanto rimarrò fermo qui, ho 1 figlio, una ragazza non siamo ricchi, ma siamo liberi. Io sono libero, e mio figlio lo sarà, e questo gli racconterò. Delle avventure per il mondo che il papà ha vissuto, della casa che non gli lascerò, ma chissà forse anche si ,in fondo i soldi girano sempre. gli racconterò che è bello scoprire, e non sapere sempre tutto...
Thomas Campi
34 anni ( non giovane forse, ma neanche vecchio)
dopo tutti questi commenti leggevo il commento sopra e mi ha fatto pensare..anch'io ora sono qui in italia dopo anni in cina..ma perchè stramaledetta italia?bah per me non fa nessuna differenza,
le dinamiche umane ormai sono uguali,identiche ovunque.
è l'uomo che fa schifo,non è una questione geografica.
ed è proprio come dice gipi,anche la persona piu critica contro il sistema alla fine ci è dentro fino al collo,non vedete che state tutti qui ancora a parlare di stipendi,contributi ecc. ma probabilemente nessuno di noi qui in mezzo ha la libertà.la libertà di fottersene di tutte queste cazzo di cose che vorremmo avere ma che non abbiamo,che il sistema economico ci impone di desiderare,e bisognerebbe convogliare tutta questa tristezza e frustrazione verso le cose che davvero per noi contano,e trasformarle in qualcosa di bello,di vivo.e non stare qui a lamentarci senza cambiare o abbandonare la nostra condizione di merda.
anche se questo può voler dire rimanere poveri e senza una lira.tanto io e forse molti di voi già lo siamo.
chissenefrega.
mila
a me piacciono alcune auto sportive anni 60/70 di grossa cilindrata e non me l'ha imposto nessuno.
mò mi vuoi far sentire in colpa?
libero=povero?
libero su una porsche 911 del '77 è IL MALE?
il sistema economico è frutto del MALIGNO?
mannò, c'è solo la sfiga, a volte, di trattare con gente scorretta.
il soldi non sono il male. gli stronzi sono IL MALE.
"Continuo ad essere convinto che per essere liberi si deve essere liberi dal sistema economico. Che ci schiaccia tutti, per carità, ma non dovremmo permettergli di entrarci nell'anima. Già ci entra nel sedere. Questo basta e avanza"
approvo questa sintesi e la credo condizione senza la quale ogni processo creativo risulti indegno. Per me la dignità del processo creativo risiede in questo, ma la disillusione insegna che è solo un punto di vista idiota
Intervengo in ritardo netto e magari nessuno rispondera, ma credo che la storia del male e tutta una cazzata x che i diritti della testata se non ricordo " male " li ha Sparagna.. e quello col cazzo li che dà.
saluti
La storia ormai è nota e sono d'accordo con Flaviano.
Questa riedizione comunque fa schifo.
Ieri in un bar parlavo di Gipi...non mi piacciono i suoi fumetti, ho sfogliato story-bord in libreria e...non ci siamo! Il mio amico conviene sui fumetti ma - dice - quando fà altro è un buon talento...".
Ed eccomi qua su questo blog a capire chi è, o almeno a farmi un'idea.
Pazienza, in verità diceva "PRIMA PAGARE POI DISEGNARE...!"
Trovo questi scambi pieni di retorica e degni che so di " Uomini e Donne"? Il bene/il male il ricco il povero/l'affermato/l'emergente...
Parliamo piuttosto del DILETTANTE cui frequentemente si accompagna anche la PRESUNZIONE (che non è rabbia e ambizione ma ASSENZA di TALENTO e pretesa di riconoscimento.
Ci sono poi "gli emergenti": hanno circa 50 anni, ma non hanno iniziato tardi a disegnare/scrivere/recitare...SUONARE!!!...no! lo fanno almeno da 20anni con scarsi e invisibili risultati...
Quelli che si devono levare dai coglioni sono quelli che hanno poco da dire, lo fanno male e in totale assenza di talento.
Il talento ha sempre avuto risposte adeguate sul mercato sotto tutti i punti di vista.
Mentre la micragna culturale ammala il singolo e impiastra generazioni!
...abbiate il coraggio di cambiare mestiere se a 50anni non ci pagate 1 bolletta col lavoro d'autore.
Cambiate mestiere se a 50 risultate ancora "emergenti".
E soprattutto non lavorate gratis, perchè non rende liberi!
..."Un medico" di De Andrè dovrebbe essere un riferimento di buon senso.
...Gipi?!niente niente sei 'no gnoccolone?... come se disce a Roma
Marta
Parlando in queste settimane con varie persone che avevano pure lasciato commenti su questo blog mi sono accorto di una cosa:
Nessuno aveva capito una sega di quello che intendevo dire. Colpa mia. Devo essermi espresso male.
Riassumo in bignami :
Penso che per fare satira si debba essere liberi, anche e SOPRATUTTO dai condizionamenti del mercato e dalla RELIGIONE (pure inconscia) del profitto.
SATIRA. Parlavo di SATIRA. Ok?
So che è gratificante ergersi a (finti) paladini dei poveri giovani sfruttati. A (finti) nuovi combattenti della lotta di classe dei disegnatori.
Lo capisco, ma con quello che ho scritto io non c'entra una sega.
Ok?
Non ci torniamo ancora su, vero?
Alla dolcissima Marta vorrei solo ribattere con alcune domande:
1: Cosa è "Story Bord ?" (sic)
2: Perchè a Pazienza non lo lasciate stare? So che in Italia piacciono i morti, ma farli "parlare" quando e come vi pare non mi sembra corretto.
Per la precisione: "Prima pagare poi disegnare" Pazienza non lo diceva. Lo disegnava.
3: chi sono 'sti 50enni che non riescono a pagare le bollette etc. etc.? Mi fai qualche nome?
4: cos'è uno gnoccolone?
Uno story bord (sic) è una grafic novel venuta male!
Uno gnoccolone è una persona buona per “militanza”… frequentemente condita di retorica “buon sensista”;
Pazienza “disegnava non diceva” è una puntualizzazione inutile.
(Comunque il rif. era al commento di un blogger più su!)
Ma veniamo ai 50enni: chi sono quelli che non pagano le bollette con la pittura, l’illustrazione, la musica, la recitazione? Tutti quei “ secondo-lavoristi in ambito “ artistico”: atelieristi; turnisti; tenutari di corsi di formazione per “imparare a disegnare/colorare/parlare col cuore/recitare di spalle/sentire con gli occhi…
Quelli che hanno i baronati del presenzialismo..ci sonoin tutti i festival…
Quelli che si prestano ad allungare la mano ai premi “opera prima” della Comunità economica europea perché qualcuno li ha segnalati ( poi non fanno più niente! ..Ah giusto per precistare spesso le associazioni che gli elargiscono i premi glieli tolgono…in un unico gesto!Principio cardine della Truffa...)Uh! di esempi quanti ce ne sono...tanti sono "scappati" anche a Parigi: lì ne dovresti aver conoscuiti diversi (ma non parlo di te non ti conosco!...ma se vuoi ti fornisco un "reseau")
Ma tu hai precisato di riferirti alla Satira in senso stretto: la maiuscola è d’obbligo…il mio punto di vista è che per fare satira è necessario essere “ antimilitanti” (Popper), ma frequentemente è si è più infarciti di retorica che di senso critico, e con/per/da/su/in umano narcisismo ci si crogiola nei blog delle “sole opinioni a favore"… La satira?…io...io... sono preoccupata per Luttazzi!!!!
E' freddino a Parigi?
Marthe
ho letto a pezzi e bocconi tutta la conversazione in particolare le risposte di Gipi perchè mi piace (anche se poi non ti voglio inculare..): edificanti incoraggianti! Per il resto: che fatica! in genere per risparmiare le energie non parlo, mi limito a pensare, in effetti è molto strano che io invii un commento.
marthe è tipico clichè pure lei. Quelli che sanno tutto di come vanno i festival, dei meccanismi e delle persone che li frequentano, ma dei film che ci si proiettano, delle mostre, dell'arte che li riempie non capiscono un cazzo perchè capiscono solo di teoria, di parole, di persone, di soldi, anche se sanno dare un significato alla parola "antimilitante". Non è sche sono scemi, è ci vuole un po' per farsene una ragione, ma in generale l'importante è che li sgancino loro i soldi, appunto.
abbracci a tutti
Igghi
Marthe: non lo so com'è a Parigi. Io sono tornato in italia da un anno e mezzo.
Per il resto, non lo so , ho come l'impressione di non entrarci nulla con le cose che scrivi. Ma va bene uguale, dai.
Ciao a tutti,
scusate se mi inserisco solo ora, ma scopro in questo momento l'esistenza di questo interessante discorso.
Ringrazio innanzitutto l'umanità di Gipi che ha centrato una questione vitale sul senso delle cose.
C è chi disegna per passione, chi per denaro (c è n è tanti) chi per i propri figli, chi, come i writers, per la gente che passa in quella strada..
L'editore e lo stampatore no. Non si fanno per esprimere qualcosa. Il tipografo o tanti altri mestieri logoranti non si fanno perchè si ha qualcosa dentro che si vuole trasmettere.
Nessuno fa il camionista di giorno e il tipografo di notte, per passione.
Lo stesso vituperato ''editore'', investe soldi in un mercato che, nella maggior parte delle volte si rivela fallimentare.
Questo, i cosiddetti ''giovani'' che scrivono qui, fingono di non saperlo.
Fingono di non sapere anche che, disegnare, è un piacere. E' un piacere che migliaia, o addirittura milioni di persone ti possano leggere. Oltretutto è un valore economico in se'.
Fingono di non sapere che, si inizia a guadagnare, in qualsiasi lavoro, quando il tuo lavoro fa guadagnare anche altri. Altrimenti NON puoi chiamarlo lavoro.
Sono consapevole di attirarmi occhiate storte nel dire queste cose, ma non chiedo a nessuno di darmi ragione o credito per le mie affermazioni. Lo faccio gratuitamente per esprimere un mio pensiero, e per chiedere rispetto di tutte quelle professioni insostituibili che non sono sotto gli occhi dei riflettori come quella del disegnatore, e che molti a mio avviso, in questo blog, hanno dato prova di non considerare tali.
E per quei disegnatori che, pubblicati alcune volte, si sentono ''praticamente delle rockstar'' quando l'umiltà è la prima delle doti, prima ancora del disegno.
E con questa chiosa noiosissima e da vecchio, vi mando scherzosamente a cagare!!!
Non so, gipi.
Mi pare di aver letto qualche tempo fa che hai (avevi?) uno studio di grafica, video editing etc., con commissioni anche piuttosto importanti. Non so come vada ora, immagino che tu sia ormai un autore a tempo pieno, ma se è a partire da questa base che lavoravi gratis, il tutto suona un po' fasullo. In ogni caso, a meno che uno non giunga a prostituire il proprio lavoro per ottenere commissioni, trovo del tutto legittimo che desideri monetizzare la propria professionalità. Anche se a qualcuno darà fastidio accostare questo vocabolo a quello di creatività. A me, sinceramente, no.
Daniela: il mio studio di grafica sono io. L'atelier dove esercito è una stanza di 2 metri per 3,5.
la mia casa di produzione video, la Santamariavideo invece sono io, con vari amici che fanno gli scemi con me, quando capita e hanno voglia, nei video.
Dai video non è mai uscito un soldo, non ci ho mai provato neppure a farne uscire. Mi sembrava importante nn provarci neppure.
E comunque, ridiciamolo per la seimillesima volta: io parlavo di come porsi nei confronti della satira.
E seimila.
E si, io sono di quelli che non penserebbero mai di "monetizzare la loro professionalità".
Ma sono vecchio e contemporaneo controvoglia.
Il mondo, invece è di quelli che trovano normale "monetizzare etc.", quindi il problema è solo mio.
Avete vinto. ok?
Ora la chiudiamo questa discussione?
quello spirito di cui gipi parla non aleggia sopra le acque, ma ha bisogno di un ambiente concreto per irrobustirsi. che non sia fatto per forza di garanzie, ma almeno di limiti. Se siamo vivi è perchè la nostra atmosfera si è data dei "limiti", ossia la temperatura oscilla di circa un ottantina di gradi dalla più fredda alla più calda, non di più. se il clima fosse libero di oscillare senza limiti, non ci sarebbe modo per la vita di sviluppare una forma continuativa di adattamento. non ci sarebbero storie da tramandare, ma incidenti a vicolo cieco. e io non credo che l'arte sia un incidente.l'arte può prendere coscienza di sè grazie ad un incidente, ma resta qualcosa d'altro. Lo spazio libero di cui parla gipi in estrema analisi può coincidere col Terrore. In uno spazio libero da ogni limite l'uomo e il percorso dell'uomo non è che un incidente. gipi fa bene a dire le cose come stanno. è bene ricevere l'opportunità, è male pensare di avercela garantita. Invia e basta (e, tra parentesi, spera). Lotta,emergi, hai solo la tua fame e quel che riesci a strappare con le tue armi: è attraverso una vita da topi che si diventa uomini.Gipi ha ragione, il punto è questo, ti dice come funziona il sistema. e ti dice, ma non so se credergli, che in fondo questa giungla gli piace. ma vorrei chiedergli, e vorrei che non mi rispondesse quelle frasi zen del tipo "non sono ancora diventato un uomo": quando, dopo una vita topi, ci si rende conto di essere uomini, quella stessa vita, con le sue leggi misere, com'è che riusciamo adirittura a farcele piacere?
Gipi, dimmi che hai smesso di fumare, ti prego !
karol
XFlaviano
Vorrei sol far presente la mia opinione.La polemica di Flaviano può anche avere un senso ,finchè non mi sono andato a spulciare le sue vignette e Scaricabile, che a mio parere fanno proprio poco ridere e di sicuro non fannoi riflettere.
Io ci provo da anni(www.traumfabrick.splinder.com) e so che vuol dire detto da un editore:Tu manda e no ti preoccupare.
Io continuo a mandare a preoccuparm e a fare il barista con la ferma convinzione che quando non avrò più la "fame" mi ridurrò come i vecchi che tanto bene sono descritti nel tuo commento.
Matteo.
"Brividi. Sentire parlare di commissioni e di settore per questo lavoro mi fa una paura bestia.
Mai, neppure per un secondo, ho mai considerato il disegnare, il raccontare storie, il fare strisce di satira un appartenere a un settore, o di dovervi rientrare.
Mai ho pensato in termini di "commissioni", sempre e solo in termini di opportunità di espressione. Spazi di libertà.
E mai ho pensato ai buoni rapporti. Con nessuno. Ci sono le storie. La voglia di raccontare. La cosa, per me, finisce qui."
Salve a tutti, sono una disegnatrice che cerca di lavorare facendosi pagare. Per me nel concetto di lavoro rientra sempre e comunque il concetto di retribuzione,è una questione di dignità e professionalità e questo a parer mio non toglie nulla al fuoco sacro della cretività ed alla voglia di esprimersi...anche gli artisti morti poveri avrebbero preferito mangiare poco che non mangiare affatto.
Sono felice di leggere di Giovani che iniziano a denunciare il mal costume del "non parliamo di compensi per ora"...nessuno vuole diventare una Star,ma essere presi per il culo proprio no,mi spiace.
L'economia è un mondo arido e lontano anni luce dalla travolgente passionalità del disegno e della narrativa, verissimo ma allora perchè pubblicare con editori che mangiano economicamente sui voli di fantasia autoriali?per non parlare della distribuzione...
Tornando alla citazione e tolgo il disturbo. In Particolare questa parte qui : "Mai ho pensato in termini di "commissioni", sempre e solo in termini di opportunità di espressione. Spazi di libertà."
Ora, sempre con gentilezza, invito ad osservare che di libertà espressiva ne abbiamo tanta -basta leggere questo post e il lungo stuolo di commenti- ed è qui su internet.
Se davvero è solo questione di "opportunità di espressione. Spazi di libertà" perchè Gipi non offri gratuitamente in un Blog le tue opere?...
"Mai ho pensato in termini di "commissioni", sempre e solo in termini di opportunità di espressione. Spazi di libertà."
Significa che la prima cosa che chiedo quando mi propongono un lavoro non è quanto mi pagate (quella è la seconda) ma è di quanta libertà dispongo.
Questo nel mio caso significa (per esempio) che non mando matite per l'approvazione quando faccio illustrazioni e non permetto che il mio lavoro sia sindacato nel dettaglio.
Io faccio una cosa. Libero di rifiutarla ma non di rompermi le palle sul processo creativo.
Però, subito dopo chiedo quanti soldi ci sono.
Questione importante: se non c'è la libertà come primo punto non chiedo neppure quanti soldi ci sono, perchè la cosa finisce lì.
Dignità.
Per me la dignità non si misura con l'economia. Che ci posso fare? sono fatto così. Non misuro me stesso con quel metro.
Fallo tu, sono sicuro che ti troverai benissimo. Sei in maggioranza.
Il mondo è tuo.
Disegni gratis sul blog... mmm forse il fatto di aver sempre messo immagini ad alta risoluzione stampabili da chiunque sul web significa qualcosa?
Forse il fatto che praticamente chiunque mi abbia chiesto di utilizzare un mio disegno per iniziative positive ha sempre avuto il permesso di farlo, pure?
Oppure la dignità impone di mettere immagini di 200 pixels per 200 altrimenti qualcuno potrebbe utilizzarle alla faccia tua, ledendo la tua dignità di disegnatore professionista iscritto all'albo?
Vedo che molti disegnatori fanno questo.
Quando insegnavo molti allievi avevano paura che qualcuno gli potesse (via web) rubare "la roba".
Sintomatico.
Sembra che nessuno voglia comprendere il centro del discorso. Io so perchè succede, ma non ho più voglia di provare a spiegarlo. Purtroppo.
E comunque te lo ribadisco: non voglio far parte di una categoria. Non percepisco nessuno come mio collega. Se ci fosse un sindacato dei disegnatori metterei una bomba alla sede.
Valentina, scusami. Ho visto la tua pagina web con i disegni. Dimentica quello che ti ho scritto.
Dimentica me.
"Valentina, scusami. Ho visto la tua pagina web con i disegni. Dimentica quello che ti ho scritto.
Dimentica me."
Non ho capito bene il perchè di quest'ultima risposta...e vorrei capire.
Ad ogni modo non rigiriamo la questione digniità come è più comodo. Non penso affatto che la dignità "umana" sia misurabile economicamente ma che ad un lavoro svolto sia doveroso corrispondere una dignitosa e meritata remunerazione, mi pare ovvio.
"E comunque te lo ribadisco: non voglio far parte di una categoria. Non percepisco nessuno come mio collega. Se ci fosse un sindacato dei disegnatori metterei una bomba alla sede."
Perchè ,allora, parlare di un altro disegnatore che cerca di lavorare come ritiene più giusto,giudicandolo?
Non voglio sembrare offensiva ma preciso.
La mia irriverenza si riferiva ad opere in quanto storie e complesse espressioni di se.
Tutti i disegni messi a diposizione sul web pronti per essere stampati ti fanno di certo onore,ma non parlavo di questo.Men che meno giudicherei la tua nobiltà d'animo non conoscendoti personalmente da anni. La provocazione aveva a che fare con una affermazione ben precisa.
Non credo che i Giovani chiedano grettamente "quanto mi pagate" come prima cosa. Personalmente a me brillano gli occhi per ogni possibilità data, ma storco il naso quando la possibilità si rivela uno sfruttamento.
Stà al Giovane decidere se accettare o no di essere sottopagato, non pagato o se pagare per essere pubblicato,vero.
Ma deve avere la possibilità di chiedere un compenso senza essere messo sott'accusa di arroganza.
E poi... perchè dimenticarti?
Spett. Gipi
per prima cosa chiedo scusa ai loro autori se non leggo i 115 commenti precedenti: sono davvero troppi, e immagino che ci sia pure una discussione in mezzo alla quale io potrei aggiungere veramente poco.
Vorrei però ringraziarla di cuore per il piacere che mi ha fatto leggere (per caso, mentre facevo una ricerca su tutt'altro) il suo commento circa settori, sindacati e altro da una storia raccontata bene.
Condivido questa posizione da anni, da quando a Torino intorno al '97, mi arrabattavo a imparare a disegnare fumetto e illustrazione, e incontravo autori pubblicati che collo sguardo luminoso verso l'orizzonte fieri di contribuire alla creazione di un sindacato di operatori del settore, quello di cui sopra.
E parlo da disegnatore che i fumetti ha dovuti metterli da parte per nessun altra ragione che non essere abbastanza creativo o costante.
E disegno da quando ho scoperto di avere il pollice opponibile.
Non mi sono mai illuso che un mercato non fosse giusto nei miei confronti, ma sono stato certo di avere avuto poco da esprimere attraverso quel mezzo: probabilmente sono troppo disordinato e emotivo per articolare storie. O pomposo! Me ne rendo conto quando mi rileggo!
Comunque, per mantenermi ho fatto l'illustratore. E avevo un contratto se pur modesto, e lo stesso mi piaceva un sacco. Ma mi piaceva di più essere libero di esprimermi, anche se all'epoca non sapevo neppure cosa e cambiai ancora, rinunciando a un sacco di cose.
Sono certo che si possa fare i fumettari e camparci e avere un contratto e essere pure bravi.
Tuttavia tanti autori che ammiro, fossero stati privi di un contratto solido e con fondo pensione, sarebbero probabilmente rimasti dei grandi autori.
Invece, se io avessi avuto un contratto del genere, sarei rimasto un mediocre fumettaro pubblicato.
E pace se, finito a fare il pittore, gli interlocutori, curiosamente più spesso quelli Anziani che quelli Giovani, continuano a parlarmi di settore, associazioni (invece che di sindacati) e balle varie.
Finirò pure io a fare il barbone, quando le già poche e faticate idee mi andranno in sciopero.
Anche quando non ci riesco, penso che la cosa che conta, sia raccontare una storia in modo onesto il meglio possibile senza preoccuparsi del resto.
Leggere quindi un autore che mi commuove e fa ridere come lei pensarla come scrive, mi fa veramente, veramente piacere.
Tra l'altro, di nuovo per caso: mi hanno regalato 2 anni fa soltanto il primo fumetto che abbia letto suo, dopo aver dimenticato quasi del tutto che in Italia si facessero fumetti.
Insomma, grazie ancora, le auguro tutto il meglio.
Secondo me fa bene il giovane autore a metter le cose in chiaro da un punto di vista contrattuale. Anche tu, Gipi, hai fatto ovviamente benissimo a accettare condizioni diverse per motivi personali che vanno rispettati.
Luca
Ca**o, sì. Io ho voglia di spaccare il c**o a tutti, metaforicamente parlando, si capisce.
E' grave dottò?
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