febbraio 23, 2005

La stanza (parte2)

Oggi altre due tavole.
Comincio a sbloccarmi e pian piano succedono cose buone.
In questa vignetta si vede il cortile esterno della stanza.
Fino ad un attimo prima c'erano una decina di cani che abbaiavano come pazzi.
Si sono zittiti di colpo.

Questa è la tavola dove questo succede.

febbraio 22, 2005

Ci siamo

Ho iniziato la storia nuova.
In un pomeriggio ho fatto tre tavole.
Sono di formato piccolo, procedo velocemente.
In questi giorni brutti, stare dentro i disegni è un vero sollievo.
Non smetterei mai, vorrei disegnare di continuo.

Ma non si può.
Ci sono cose importanti da fare.
Mio padre è via da un mese.

Questa è una delle vignette della storia.

E questa è la stanza, come appare per la prima volta ai protagonisti della vicenda.

Vado avanti.

febbraio 20, 2005

Igort e me

Il mio fratello Igort mi ha scritto una nota riguardo alla mia opinione sulle note musicali nel fumetto. Previa autorizzazione, eccola qua riportata:

IGORT
Ho letto le tue annotazioni sul fumetto: io non sono d'accordo sulle note
musicali, che io uso, come i grandi punti esclamativi o gli effetti
cinetici. Sono parte del cartoon. FUMETTO puro, a me piacciono e evocano
tante cose. Magari non rendono la musica. Ma il linguaggio è fiction.


Questa è la mia risposta. Igort era nel giusto e quindi dovetti spiegare in modo più serio la mia opinione.

ME
Capo, riguardo alle note nei fumetti, neppure io sono d'accordo con me stesso.
Lo so che le note possono funzionare, dipendono dal contesto e dallo stile e il tipo di racconto.
Nella mia storia le note fluenti starebbero male perchè la musica punk/HC che fanno i ragazzi risulterebbe ammorbidita e addolcita da una scrittura di note. Inoltre, nella nostra band nessuno sapeva cosa fosse una nota scritta.
Certo che in un fumetto ad ambientazione più morbida, con jazzisti e Billie Holiday l'effetto di trasporto vellutato delle note risulta assolutamente indicato.


Questa mattina, per telefono, la piccola discussione è andata avanti e abbiamo convenuto che potrebbero esserci scritture di note adatte ad ogni contesto, cambiando la scrittura, con un tratto aggressivo, senza pentagrammi disegnati etc.

E' forse questa discussione una stupidaggine?
E' possibile, però a me da l'idea di come si possa avere una attenzione seria verso ogni aspetto del racconto a fumetti. Anche nei riguardi di particolari che potrebbero essere definiti secondari.
Questa è la morale.
Stop.

Napoli Comicon 2005

Gli amici editori di Coconino mi hanno appena informato che "Appunti per una storia di guerra" è nominato nella categoria "migliore opera a fumetti" al festival Comicon di Napoli.
Sono contento, anche se sarà dura spuntarla.
Uno dei concorrenti è Blankets del buon Craig Thompson.
Un libro molto importante.
Non conosco gli altri concorrenti al premio.

Comunque, la nomina è già una cosa importante.
Sono contento.

febbraio 18, 2005

Viva i disegni

Viva i disegni, quando vengono.
Ho trovato il tratto giusto e ora sembra tutto in discesa.
Viva i disegni, che riescono a farmi star bene sempre, anche in questi giorni brutti assai.
Viva i disegni.
Con questo nuovo modo posso disegnare direttamente a penna.

Fare la matita solo nelle cose più difficili o nelle scene composite.

E quando si disegna di getto succedono cose buone.
Qui Spigolo (il cantante) saluta.

E qui c'è uno che ha sbattuto il naso.

In questo disegno, finalmente si suona.

febbraio 17, 2005

Il problema/i problemi

Il problema con la nuova storia (La stanza) è che essa è lunga.
Più lunga di ogni altra cosa che scrissi in passato.
E i personaggi che la popolano recitano e si atteggiano e fanno cose che i personaggi delle storie precedenti non hanno mai fatto.
Questo, per esempio, ride a scemo.


Insomma: tante tante pagine da fare. Tantissime espressioni, una miriade di gesti.
Sono a caccia di un disegno che sia agile e velocissimo. Perchè non ci voglio morire di vecchiaia ne "La stanza".


Tra le cose difficilissime (per me) da fare, ci sono le ragazze. E poi la musica, i ragazzi che suonano, che scherzano e fanno rumori con il sedere. (sì, questi personaggi sono piuttosto scemetti).
E poi sarà a pseudocolori, con esigenze di pittura alle quali non posso permettere di rallentare il lavoro.
Mi riuscirà?

Voglio avere un disegno spensierato. Leggero.
Come ho disegnato la chitarra del chitarrista qua sopra.
Quella, secondo me, è la via.

febbraio 10, 2005

Una scena

I ragazzi della storia immaginaria hanno due motorini.
Stanno andando verso la stanza, a suonare.
Il cielo è giallo, ma a loro (e a me) sembra assolutamente normale.


Questo è il disegno grande.

febbraio 07, 2005

La stanza

Sto facendo altri studi per la storia nuova.
I ragazzi del gruppo suonano in una vecchia stalla in mezzo ai campi coltivati.
Questa è la casa, vista dal lato sud.

Negli anni passati questo posto ospitò un allevamento di cani spinoni.
"La stanza" è il titolo provvisorio.

febbraio 04, 2005

Il gruppo

Mi è venuta in mente una storia nuova.
Ho fatto i primi disegni.

Siamo in una casa in campagna.
In quella che era una stalla è stata ricavata una sala prove dove suona un gruppo di ragazzi.
Suonano male. Si divertono molto.
Vicino alla casa passa una strada con una grande curva.
Ci sono altri ragazzi che vanno a sentire il gruppo che suona.
So poco altro di loro, per adesso.
Non voglio fare cagate come note musicali che svolazzano sulla tavola o altre (a mio avviso) inefficaci traduzione della musica in disegno.
Quindi dovrò inventare qualcosa per rappresentare il frastuono.
Non sarà facile.

Comunque:
Questo è il chitarrista, in due prese diverse.



Sono stato a Parigi, dopo il festival di Angouleme.
In un negozio bellissimo che si chiama Sennellier ho comprato degli acquarelli nuovi, grandi così e potenti. Pure una carta mai vista, che non si imbarca mai e che permette dei giochi di sovrapposizione di colore (e acqua) fino ad ora impensabili.
Voglio dipingere usando poco tratto nero, e quel poco sarà sottile.
Vorrei tirare su le forme solo con le pennellate.
Forse la storia sarà a colori. Se sarà, naturalmente.
Non si sa mai.