febbraio 19, 2007

Pausa radio

Il gentile Francesco Locane mi segnala che sulle pagine di Radio Città del Capo c'è una mia intervista fatta con lui, in diretta, alcuni giorni fa per il programma Sparring Partner, .
Da qui potete ascoltarla direttamente.
Questo invece è il collegamento alla pagina dell'archivio di Sparring Partner. Tra l'altro vi trovate anche una intervista a Giacomo Nanni, una a Daniele Luttazzi e tante altre ancora.
Buon ascolto.

febbraio 16, 2007

Venerdì mattina

Definitivo: Userò la Carta Moulin du coq.
Ho preso ad utilizzare un poco anche degli inchiostri (acrilici liquidi), per ritocchi fini e colori vivaci.

Trovato il nome per il capitano.

Trovato il nome per il secondo.

Comincia a definirsi un'idea di Quartermastro.

Fatto diversi test di pittura per i personaggi di colore. Tutti insoddisfacenti.

Altri studi

La storia si delinea, i personaggi si chiariscono.
Arrivano i primi nomi.
Alterno dubbi profondissimi a momenti di grande entusiasmo, ma che io ricordi, è sempre andata così.
Sono tornato per un po' a lavorare su una carta differente dalla Moulin du coq, e questi sono i risultati. Sono studi di carattere e vestiario.




La carta Moulin du coq è antipatica perchè non si riesce a togliere il tratto a matita. Non so perchè.
Ma nonostante questo, il modo in cui reagisce al pennarello è una benedizione.
Quindi sono tornato da lei, con la coda tra le gambe.
Questo è il personaggio precedente sulla carta Moulin..

E questo è un pirata di origine irlandese.

Ed uno africano.


Vado avanti.

febbraio 13, 2007

La lezione di questa mattina

Questa è la lezione (una parte de) fatta questa mattina.
Pian piano riprendo la mano.
La cosa difficile è mantenere un disegno di sintesi ed in contemporanea allentare un pochino sulle forme barocche dei vestiti, dei cenci, delle rughe dei visi.
E poi la luce continua a non funzionare, ma funzionerà. Spero (mi dico). Più avanti.
In questo primo disegno di barca (e finalmente ho "la barca", grazie grazie.) ho fatto mille errori. Il più grave è stato l'aver perduto la luce nella parte posteriore della barca.
Nella zona in ombra, infatti, non c'è luce. Magari a qualcuno sembra normale, ma per me è un errore :)

Nel secondo tentativo ho cominciato a ricordare l'importanza di mantenere una chiave tonale omogenea.
Ho steso un fondo ocra tenue tenue, che è andato a virare tutti i colori seguenti.
Purtroppo ho sbagliato la luce/ombra sulla camicia di uno dei marinai e questo mi ha obbligato (anatema!) a mettere delle pennelllate di bianco sull'acquarello: Roba per la quale avrei tagliato la mano ai miei allievi, alla scuola di comics.

Infine ho cominciato a pensare che avrei potuto lavorare "all'antica", mettendo giù una prima versione del disegno soltanto in monocromo (verdaccio, dicesi) per poi tirare fuori i colori con velature successive. Anche questa sarebbe una cosa proibita da fare con l'acquarello, ma la carta Moulin du coq che sto usando regge all'impatto e il risultato è abbastanza buono.
Forse è la via.

Per finire, un gioco di caratterizzazione per un personaggio che risulterà particolarmente spiacevole. E' solo la prima versione. Peggiorerà moltissimo, e resterà giallo di pelle.

Scusate la condivisione. Sono fatto così. Se rompo ditemelo.

Attenzione, argomento sdolcinato



Forse in altra vita fui buono.
Una brava persona che si industriò per il benessere altrui.
Altrimenti non mi spiego la mole di aiuti che mi sono arrivati, in questi ultimi due giorni, per la storia dei pirati.
Ho ricevuto tante lettere con allegati e link a documentazioni preziosissime.
Materiale fantastico, che include l'abbigliamento, le facce, le navi... tutto quello che mi mancava.

Che questo post sdolcinato abbia funzione di profondissimo ringraziamento per tutti quanti. Sapete chi siete, non c'è bisogno che faccia l'elenco :)
Grazie grazie.

febbraio 12, 2007

Tutto difficile


E' tutto difficile nella nuova storia di pirati.
Sono difficili le ambientazioni, gli oggetti, i colori.
Gli oggetti, appunto, ogni cosa che devo disegnare mi è sconosciuta. So, per fare un esempio, che cosa mangiavano nel '700, ma come erano fatti quei cibi? Voglio dire, che aspetto avevano davvero? E i piatti e i bicchieri, le coppe, le caraffe, le tovaglie? Le sedie, il tavolo, gli arredi?
E' la prima volta che mi trovo a lavorare in un'ambientazione della quale non ho una conoscenza personale e diretta. E' molto difficile, ma immagino che altri disegnatori, abituati a fare ricerche e studi di ambientazione, leggendo questo mio lamento se la ridano assai.
Io, invece, gli studi di ambientazione non li sopporto proprio.

E poi, c'è la questione delle azioni, dei movimenti, delle vele, delle posizioni dei marinai e della complessità delle sartie e la forma delle onde nell'oceano e il colore del cielo, del cielo sereno, del cielo nuvoloso...
Va bene. Avrei dovuto studiare di più. Ultimamente mi sono un po' seduto. Devo tornare a fare disegno dal vero, studiare le luci, i colori.
Disegnare, studiare.
Ancora, da capo.

Via dalla provincia

Va bene. Mi arrendo.
Questa mattina le pagine web di "baci dalla provincia" sono esplose.
Ho cercato di rimetterle in sesto, ma non ci sono riuscito.
Quindi ho traslocato: tanto più che ho traslocato davvero, sono mezzo parigino e ho poco da darmi il tono del ragazzotto che se ne sta sulla panchina in provincia.
In provincia, oggettivamente, non ci sto quasi più.
E ragazzotto, ahimè, non lo sono da parecchio.

febbraio 06, 2007

Una storia di pirati

Siamo davanti al Beaubourg. L'appuntamento sta là. Davanti al Beaubourg.
C'è una grande mostra di Hergè, che non andrò a vedere, e piovicchia. Pioggia fine fine gelida. Almeno, a me questa pioggia pare gelida. Ho la febbre.
Il fatto è che ad Angouleme ho straviziato. Un mio amico, sentendo il racconto delle notti al festival ha riso e ha commentato: "Paura e delirio ad Angouleme".
Ha esagerato. Però ho davvero bevuto e fumato e ballato come uno scemo. Un uomo di mezza età con un cappello da scemo che balla come un rapper drogato fino all'alba. Bella scena. Sono contento di non essermi visto da fuori.
Stravizi e balli fino all'alba, quanto basta , per un corpicino come il mio, per uno spirito come il mio, per ammalarsi.
Sono davanti al Beaubourg, con Patrick, il mio nuovo amico gentile e aspettiamo Massimo, il mio amico gentile.
Quando Massimo arriva io esordisco che non farò nessuna storia di pirati. Ne avevamo parlato, nei giorni precedenti, e ora mi sembra importantissimo precisare che ho DEFINITIVAMENTE cambiato idea. Sorry Massimo. Niente storia dei pirati. Lui dice "peccato".
Realizzo, (solo per un momento poi torno a pensare il contrario) che forse non tutto il mondo pende dalle mie decisioni di raccontare una storia o l'altra.

Ad Igort dico la stessa cosa. Lo so che due sere prima gli ho rotto le scatole con questa idea ad ambientazione piratesca e che "sembravo" infervorato. E' tutto passato, gli dico. Se mi risentite parlare di storie di pirati mettetemi le mani sul volto.

Ho chiuso con i pirati. non avevo neppure iniziato. Comunque ho chiuso. HO CHIUSO.

Ho perso l'aereo per tornare in Italia. Colpa della febbre e delle belle figliole che mi distraggono. Mi sono ritrovato sul treno che mi portava all'aereoporto con il foglio dell'orario in mano, a scoprire che quello che sembrava un otto era in realtà un sei, e che l'aereo era partito due ore prima.
Ho scelto un altro volo. Ho scelto in base all'orario. Il sabato, il volo Easyjet da Paris Orly, per Pisa, si effettua in pieno giorno. Questo vuol dire, con un po' di fortuna, le alpi viste dall'alto e poi la costa e le apuane e le navi e il mare. Tutto visto dal cielo.

C'erano delle nuvole che sembravano Pringles. Le patatine Pringles, avete presente? Quando stanno ancora nella scatola, tutte a fettine, adagiate le une alle altre. Queste nuvole erano disposte allo stesso modo, come le Pringles nella scatola.
Al momento dell'atterraggio, scendendo sopra alla base militare di Campo Darby (e pensando sempre alla stessa cosa: riuscire a scorgere le bombe atomiche nascoste nella pineta) l'aereo ha abbracciato un mucchio di queste Pringles, le ha aggirate e ha dato la coda al sole. In mezzo a queste due torri di patatine affettate bianche si è infilata la luce del tramonto e io stavo per impazzire di bellezza. Non mi era mai successo con le Pringles.
Dietro di me due adolescents parlavano di non so quale cazzo di cantante di merda, avevano gli occhi sul corridoio e gli dava noia la luce del sole. Spero che fosse la milionesima volta che attraversavano il cielo in quel modo e che ormai avessero fatto il callo a quella meraviglia. Se così non fosse, mi auguro che i genitori le sopprimano, prima che raggiungano l'età in cui si ha diritto al voto.

E poi a casa, la storia è uscita da sola. Le prime due pagine almeno. Sono diventate "vere" quando ho trovato la voce. E la voce era una preghiera, un Ave Maria di un poveraccio gettato nell'oceano.
E sono venuti i disegni, si è mostrata la carta giusta, i colori si sono presentati da soli.
Va sempre così, ora che ci penso, ma lo dimentico sempre.
E' difficile scrivere stando in un altra epoca. E' così diverso dalle cose che ho fatto finora. Ma quella preghiera mi ha aiutato e ora sono alle prime venti pagine di sceneggiatura e sono contento. Spaventato, contento. Spaventato.
Ci risiamo. E' una storia di pirati.