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Da milano con la macchina. Tante ore, credo sette, otto, e quasi tutte pilotate da Simone, che è un vero uomo e non si stanca mai.
Io ho guidato un po', in Germania.
Il trucco consisteva nel fatto che le ragazze a bordo dell'auto avrebbero dovuto fidarsi maggiormente di me, piuttosto che di Simone. perchè io sono meno maschio e si immagina che vada pure meno forte. Così, io avrei guidato a 180 senza che le bimbe se ne accorgessero e si mettessero a urlare:" andiamo piano! Ci ammazziamo!".
Ma poi, le gomme nuove, appena passati i 150 si mettevano a fare un urlo di allarme e l'auto tirava da una parte e siccome a parole sì, ma in realtà non vogliamo morire davvero, rallentavo.
La svizzera mi levò il fiato con le valle e i monti e i ruscelli a cascata. Mi venne voglia di fermarmi e farci vacanza. Simone disse che mi sarebbero scoppiati i maroni a starci più di un qualche giorno.
Io pensai che avrei potuto disegnare sassi e boschi e cascatelle. Pensai pure che mi sarei ritrovato a far un disegno romantico che mi avrebbe uggiato, di lì a poco.
La germania ci ha fatto parlare con gli accenti teteschi.
Io mi sono ritrovato a pensare alla storia, come sempre, alla seconda guerra mondiale. Riconoscevo i posti e sapevo dove avevano combattuto gli americani, nelle pianure.
Mi è dispiaciuto per i giovani, per i giovani tedeschi. Mi è dispiaciuto ritrovarmi a pensare ancora alla guerra e a quello che settant'anni prima era successo.
Comunque, è ad Erlangen che siamo andati. Nord di Norimberga. il festival di fumetto più importante della germania.
"Gli innocenti" era nominato come miglior libro straniero, insieme a "Baobab" di Igort e "Isaac il pirata" di Blain.
Io ero sicuro che avrebbe vinto Baobab. O forse Isaac.
Invece ha vinto il mio librino e mi sono ritrovato di nuovo su un palcoscenico a festeggiare.
In quei minuti c'era la partita dell'Italia, che io dovevo vedere per contratto.
Abbiamo scherzato sul palco con il presentatore, ed io ho recitato la parte di un tipico italiano con la passione per il calcio.
Tutti ci hanno creduto e alla fine della premiazione in molti mi hanno avvicinato per parlare del pallone.
Uno a uno. Ahiaiai.
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Il premio era triplice: un attestato, una bella medaglia con il nome ed il titolo del libro e un paniere gigante con due personaggi giganti (Max und Moritz) fatti di pane.
Alla sera, qualcuno ci ha mangiato uno dei tre premi. Indovinate quale.
Sul palco, c'erano degli altissimi disegnatori tedeschi e c'era Ralph Koenig e c'era jacques Tardì.
Koenig ha fatto una lettura illuminante di una sua storia comica, in tedesco, della quale capivo poco ma che mi pareva comunque fantastica.
C'erano le scene proiettate e lui che faceva rumori e lettura.
Funzionava! Tutti seguivano con facilità. L'effetto comico c'era, al cento per cento.
Lo farò anch'io, con le storie verticali. A Lucca, Spero.
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Tardì è una divinità per chi fa i fumetti.
Io l'ho conosciuto da poco, perchè sono ignorante.
Nel pomeriggio, prima della cerimonia dei premi, con i fratelli Coconino stavamo a mangiare una focaccia teutonica in un giardinetto. C'era l'ultimo libro di Tardì, available per la lettura. Era attaccato con un filo di lenza ad altri libri.
L'ho sfogliato e sono quasi svenuto per la bellezza dei disegni. Il libo era in tedesco e non ho potuto leggerlo, ma i disegni erano perfetti.
Alla sera, quando Igort me lo ha presentato, ho potuto dirglielo.
Igort era contento perchè Tardì mi aveva fatto i complimenti per il mio lavoro. Io non me ne sono accorto, perchè ero emozionato.
Igort ha detto che era accaduta una cosa rarissima. Mi ha chiesto se mi rendevo conto di quanto fosse importante questa cosa, che Tardì mi avesse fatto i complimenti.
Io ho detto:"ostia. Si si."
Davanti al maestro, purtroppo, non avevo capito niente, perchè quando accade una cosa importante, difficilmente ci sono.
Però mi ha fatto piacere dopo. Ripensandoci.
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Lucia ha girato un video della premiazione. Mi sono rivisto e ho rabbrividito. Sembro un pazzo nevrotico.
Ma questa è un'altra questione. La prossima volta dovrò stare fermo e calmo. Respirare.
Alla sera c'è stata una festa. C'erano delle ragazze tedesche che ballavano ed una mi ha invitato a ballare, da lontano, facendo grandi gesti con le braccia. Io mi sono messo le mani davanti al viso ed ho scosso la testa come un cocker con l'otite.
Un' ottima figura per la rappresentanza italiana.
Una seconda germana è passata accanto a Lucia che teneva il cesto con il premio di pane. Ha allungato la mano e ne ha staccato un pezzo, forse una gamba, divorandola.
Una terza mi si è avvicinata con passo leggero, mi ha guardato dolcemente e ha sussurrato un "buonanotte" da brividi. Ma io, che sono furbo, sono scappato anche stavolta.
Per la cronaca editoriale da Erlangen: Manuele Fior (mio nuovo amico) e Gabriella Giandelli (mia sempre più amica) hanno dedicato tonnellate di libri. Così abbiamo fatto io e Igort.
Lorenzo Mattotti aveva una mostra in corso che tutti mi dissero essere bellissima. Non sono riuscito a vederla e me ne rammarico. Ello è un grande e tutte le volte che lo incontro mi si accresce la simpatia. Ma questo è un fatto personale. Immagino.