marzo 28, 2011
The party
Mentre mi trastullo con il cinema Nanni lavora. Questo è l'ultimo figliolo nato.
marzo 27, 2011
Un attimino
C'è un salotto con un tavolo dove sta cenando un gruppo di raffinati di sinistra.
Si spalanca una porta. Entra uno sconosciuto con un passamontagna che mette un ordigno sul tavolo.
E' una bomba a tempo, lo si capisce dal timer che porta numeri rossi.
"Tra un attimino questa bomba esploderà!". Grida il passamontagna.
"Tra un attimino?" Ripetono i presenti.
"Un attimino?!". "Ha detto un attimino?"
Vogliono sincerarsene.
Santo cielo, ha detto veramente un attimino?
Si.
Ridono.
Bum.
Si spalanca una porta. Entra uno sconosciuto con un passamontagna che mette un ordigno sul tavolo.
E' una bomba a tempo, lo si capisce dal timer che porta numeri rossi.
"Tra un attimino questa bomba esploderà!". Grida il passamontagna.
"Tra un attimino?" Ripetono i presenti.
"Un attimino?!". "Ha detto un attimino?"
Vogliono sincerarsene.
Santo cielo, ha detto veramente un attimino?
Si.
Ridono.
Bum.
marzo 18, 2011
la mia bandiera
Noi quella notte eravamo finiti in Versilia.
Al margine meridionale della Versilia in verità, perché quel tratto di costa, per noi, aveva confini ulteriori e mai ci saremmo avventurati nella Versilia alta, nella Forte dei marmi dei ricchi, per esempio.
Ci fermavamo prima, a Torre del lago.
Avevamo ballato e bevuto e fumato e fatto cazzate a non finire nella discoteca vicino al mare prima e sulla spiaggia, con il rumore delle onde nel buio, poi.
Al ritorno, andando verso Pisa, in quel periodo, chiunque tornasse dalle feste del litorale si fermava a farsi cappuccio e cornetto ad un bar che si chiamava Bar Notturno, e noi non eravamo certo dotati di un carattere tale da fare eccezione.
Il Notturno stava aperto tutta la notte e verso le tre, le quattro del mattino, c'erano transessuali e delinquenti e ubriachi fuoriusciti, magari incazzati neri, da qualche discoteca, di quelli che se li guardavi ti ritrovavi a litigare e fare a schiaffi in un secondo.
Noi entrammo e di quell'entrata, ad essere sincero, non ricordo nulla.
Poi c'era un televisore acceso e Ale "il nasuto" (lui lo ricordo) si ritrova (appunto) con il naso in su a fissare immagini in bianco e nero di una roba fumante.
Io e gli altri ridiamo e abbiamo la schiuma del cappuccio sulle labbra e le brioche che, appena fatte, sono la cosa più buona del mondo.
Fa calduccio e si sta bene nel bar, mentre fuori s'appresta all'arrivo il babbo natale con le sue renne gelide.
Per quanto mi riguarda, non mi distinguo dagli amici ne per la condizione alcolica ne per l'amore per il cappuccino e la sua schiuma, presente anche sul mio labbro superiore a fare un baffo bianco. E non mi distinguo neppure nel guardare allo schermo del televisore, adesso, dove sono arrivato seguendo il profilo del nasuto, su, fino agli occhi e all'arcata delle sopracciglia, sorprendendomi per la loro inclinazione inusuale a fare la forma tipica delle sopracciglia di chi si sia improvvisamente fatto triste.
Perché è triste il nasuto in questa notte di riparo dal gelo, con il cornetto tanto buono che lui stesso (ora ricordo) in seguito volle dedicargli addirittura una canzone chitarra e voce?
Perché è triste lui, mosso da quella muscolare gioia di vivere che non gli permette momenti di melanconia o di sofferenza per la disgrazia altrui? Cosa succede?
Dalla fronte del nasuto vado a mettere gli occhi sulla trasmissione della RAI.
C'è un treno che fuma. Non un treno a vapore, non fraintendete. Non è il locomotore a fumare. E' un vagone.
Ora mi viene a mente che già una volta avevo visto un vagone fumare. Ero bambino allora e mi aveva fatto tanta impressione. Mi aveva fatto impressione anche il nome del treno che portava quel vagone, lo avevo sentito pronunciare tante volte, era diventato quasi un modo di dire, quasi uno stile: "Italicus".
Ricordo anche che anni dopo dalla ferrovia lo vidi dal vero quel vagone abbandonato. Stava sui binari, non vorrei dire cazzate, non ricordo con precisione, ma sulla ferrovia tra Firenze e Bologna mi sembra. Da qualche parte, dopo Prato, verso i paesi di Benigni, credo. Lui dovrebbe ricordarlo.
C'era questo relitto di vagone con le costole di fuori, tetto squarciato. Nero di bruciato e ruggine sopraggiunta poi. Ci stette per anni e più volte lo vidi. Un giorno, non ci fu più. C'era il suo binario morto, senza niente sopra.
Siamo al bar Notturno di Torre del lago. Notte vicinissima al natale.
C'è questa trasmissione che parla di un treno che è scoppiato. Saltato in aria, bomba, chiaro, in un tunnel. Dice la televisione che il danno è stato ancora maggiore proprio perché l'esplosione è avvenuta in una galleria. Ricordo di aver pensato che dovevano averlo fatto apposta.
Qualcuno dice: "vai, un'altra". E tutti pensiamo alla stazione di Bologna. Io aggiungo ai pensieri la storia a fumetti che Andrea Pazienza ha fatto, per quella stazione.
Quella storia, nella prima parte almeno, ci somiglia un po': Un mezzo tossico preso da questioni di spaccio e consegne e ritiri e soldi che si alambicca il cervello per trovare il modo di fare la giornata e pensa a come e quando e chi, e lo fa alla stazione di Bologna, alle dieci e qualcosa del due agosto del millenovecentottanta e salta in aria, lasciando i suoi problemi a metà di un balloon.
Negli anni a venire, tutte le volte che sono passato da Bologna, con il treno, ho sempre avuto in mente la frase "Bomba alla stazione di Bologna". Queste parole le sentivo come se qualcuno me le sussurrasse all'orecchio.
Arrivavo con il treno, fischiavano le ganasce dei freni sulle ruote di ferro originale ed io guardavo al finestrino le pensiline, le persone in attesa di salire ed ecco: siamo a "bomba alla stazione di Bologna". Mi si è cambiato il nome del posto, proprio.
L'ultima volta che sono passato da quella stazione, un anno fa, stavo andando ad incontrare il produttore del mio futuro primo film. Pensate voi quanti pensieri potevo avere per le bombe di trent'anni prima, eppure mi sono girato, ho cercato (gli occhi l'hanno cercato, sopratutto, come avrebbero fatto per un vizio o un tic) il vecchio orologio fermo alle dieci e qualcosa ed ho sentito la solita frase: sono arrivato a "bomba alla stazione di Bologna".
Poi sono entrato in un hotel con cinque stelle.
Quella notte di tanti anni prima, con i nostri baffi bianchi, uscendo di nuovo nel freddo del 23 dicembre del 1984, stringendoci nei giubbotti per farci più fini al vento ghiaccio dell'alba, parlammo di quanto si doveva essere merde per mettere una bomba in un treno di pendolari, di notte, gente che torna a casa propria, in Italia, dalla Germania, proprio sotto natale.
Credo che a quel punto qualcuno abbia acceso una sigaretta ed abbia detto una frase come "siamo in Italia" e poi, probabilmente, venne fatta una lista cinica e in quella lista c'erano treni e piazze e stazioni, pure un aereo. Credo che a quel punto (vado ad ipotesi di memoria) ci sia presa una rabbia inesprimibile, senza destinatario, una rabbia che trovava spazio e si perdeva tra le righe di pagine di verbali e assoluzioni di mandanti e rimandi e spese processuali a carico dei familiari delle vittime.
Erano gli anni ottanta. Le cose esplodevano, la gente moriva.
Io sono cresciuto allora. Forse è per questo che, per quanto mi piacerebbe (Dio solo sa quanto mi piacerebbe) non riesco a fare pace, e festa, con la mia bandiera.
marzo 05, 2011
Voglio comprarmi una persona
Nanni e io. Again.
Lui all'animazione e io al sonoro come si suole.
Anche stavolta ognuno ha fatto quello che voleva all'insaputa dell'altro. Anche stavolta Giacomo mi ha sorpreso e fatto felice.
Lui all'animazione e io al sonoro come si suole.
Anche stavolta ognuno ha fatto quello che voleva all'insaputa dell'altro. Anche stavolta Giacomo mi ha sorpreso e fatto felice.
febbraio 21, 2011
Per Internazionale
Da molti di questi traggo forti dolori al fianco.
Con altri mi perdo, sopratutto quelli online, spippolando tra notiziucole delle quali mi importa poco o nulla e delle quali, ho spesso l'impressione, importi poco o nulla ai redattori stessi.
Leggendo Internazionale invece imparo sempre qualcosa.
John Berger, per dire, l'ho conosciuto là.
Che sarebbe come dire: Gesù Cristo, l'ho incontrato in quel bar.
Insomma, quel bar diventa luogo sacro.
Questo per dire che se anche ultimamente riesco a disegnare poco o niente, che il film si sta portando via il mio sistema nervoso (me lo restituirà, poi?) quando mi chiamano da Internazionale per chiedermi dei disegni, dico sempre di si. Quasi sempre di si.
Per l' ultimo numero ho fatto un Berlusconi al posto suo e due disegni su un articolo che parlava del Kamasutra.
Sono quelli che accompagnano questa dichiarazione d'amor.
Con altri mi perdo, sopratutto quelli online, spippolando tra notiziucole delle quali mi importa poco o nulla e delle quali, ho spesso l'impressione, importi poco o nulla ai redattori stessi.

John Berger, per dire, l'ho conosciuto là.
Che sarebbe come dire: Gesù Cristo, l'ho incontrato in quel bar.
Insomma, quel bar diventa luogo sacro.
Questo per dire che se anche ultimamente riesco a disegnare poco o niente, che il film si sta portando via il mio sistema nervoso (me lo restituirà, poi?) quando mi chiamano da Internazionale per chiedermi dei disegni, dico sempre di si. Quasi sempre di si.
Per l' ultimo numero ho fatto un Berlusconi al posto suo e due disegni su un articolo che parlava del Kamasutra.
Sono quelli che accompagnano questa dichiarazione d'amor.
febbraio 12, 2011
Se
Se fossero stati poveri.
Se invece di champagne fosse scorso Tavernello, uscito dalla bocca dell'erogatore in plastica (e senti, erogatore, come suona, pensalo al gusto di bicchiere di plastica ed accostalo poi ad un "flute").
Se si fosse arrivati alla villa (no, non alla villa, alla roulotte) con l' Apecar invece che con l'audi otto clima, 22 gradi, gran sedile morbidone, vetri nero fumo.
Se i tre vecchi si fossero comprati Cialis e Viagra con le collette alla stazione e con le insistenze dei semafori rossi, piuttosto che con i proventi degli affari del Mibtel. Se le ragazze, avessero messo piede su un tappetaccio trovato in discarica (e ripulito, certo) e avessero dovuto trovar posto tra un frigo da campeggio e un tavolino di roulotte in formica marrone (non scivolando, piedi di loto, tra i saloni, scusi dove posso trovare il presidente? Di là. Grazie. Un sorriso.)
Se alla voce, alla canzone, fosse stata, non un' Apicella, ma una matrigna con pezzola secca secca per fame e non per dieta dissociata e la sua bocca, alla prima "A" della canzone, apertasi, avesse rivelato numero sei denti d'oro più due in totale di otto, dei quali sei d'oro (appunto) e due di nascita, e se le ragazze di diciassette anni, quasi diciotto fossero state non brasiliane, quindi quasi negre, insomma, d'altro mondo (fino a poco tempo prima ancora sottosviluppato e quindi, nella mente di chi si misura in conto in banca ancora, a tutti gli effetti, terzo mondo sottosviluppato) e quindi, insomma, negre, quasi negre. Va bene, quasi, lo concedo, se fossero state invece italiane, della città natale, proprio bianche come il latte scremato uht pastorizzato.
E se i tre vecchi, con i loro cazzi scuri (non chiari come quelli che si trovano a volte in occidente, peni chiari) se i tre vecchi si fossero presi per proprio diletto in mano le natiche e le vulve delle giovani italianissime chiarissime e si fossero appartati poi, dopo averle fatte ballare, al ritmo dei chitarri e strusciatisi fino al punto di dire basta strusciarcisi, vieni con me.
E se in cambio di questi accoppiamenti tra vecchi neri e bianche fragranti italianine, le femmine in erba si fossero aggiudicate che so, lezioni di chitarra Gipsy o cucina macedone.
Se fosse stato questo il loro sogno, delle ragazze dico, imparare la cucina macedone o montenegrina e saperla accompagnare con il conseguente giro di chitarra.
Se fosse stato quello il loro sogno, invece che diventare soubrette veline ballerine attrici. Che ognuno infine c'ha i suoi gusti e chi l'ha detto che vada bene farsi passare degli sconosciuti tra le gambe ai fini di successo nel mondo infame dello spettacolo e non lo sia per apprendere ogni segreto del Pindzhur (che è un antipasto composto da pomodori e peperoni e melanzane fritti o cotti al forno molto apprezzato in Macedonia).
Ecco, se la situazione fosse stata questa: delle giovani italiane, che desiderose di accedere agli impenetrabili segreti della cucina macedone, per ottenere ciò fossero andate a farsi trombare (scusate il parolone) da tre rom quasi ottantenni, ecco, dico, se fosse stata questa la situazione, quale sarebbe stata, lo chiedo a voi, sostenitori della libertà individuale misurabile solo ed esclusivamente in disponibilità economica. Lo chiedo a voi, quale sarebbe stata infine, vedendo traballar quella roulotte, di notte, luce giallognola attraverso la plastica delle finestre e voce di secca secca cantante che si sparge per il campo intorno. Quale sarebbe stata, chiedo, la vostra reazione?
febbraio 11, 2011
Ricompensati
Sono un ammiratore del lavoro di Giacomo Nanni.
Da sempre credo, dalla prima volta che lo incontrai, a Ravenna, che aveva delle pagine di una storia in mano, una roba mai vista.
Oltre ai fumetti Giacomo ha cominciato, non da molto, ad aggiungere delle animazioni alle bellissime storie che pubblica su Ilpost.
Non mi ricordo chi ha avuto l'idea di fare una cosa insieme. probabilmente entrambi. Probabilmente qualcuno lo ha proposto per primo, ma davvero non ricordo chi.
Una mattina, verso le cinque, mi sono svegliato di colpo con delle parole in testa. Le ho scritte, pronunciate e messe in micromusica e le ho mandate a Giacomo.
Lui avrebbe fatto un'animazione su quelle parole e quella musica.
C'era un accordo non scritto e non detto, credo, che doveva suonare più o meno così: io scrivo cosa mi pare, ci faccio il suono che mi pare e tu ci fai il disegno e l'animazione come ti pare e nessuno dei due dirà niente all'altro.
E' andata così.
Da quel giorno, settimane fa, ci siamo sentiti solo una volta.
Oggi mi è arrivata l'animazione completa.
Si intitola "Ricompensati", con l'accento nel punto giusto per intendere "due che saranno ricompensati".
Ne faremo altre.
Da sempre credo, dalla prima volta che lo incontrai, a Ravenna, che aveva delle pagine di una storia in mano, una roba mai vista.
Oltre ai fumetti Giacomo ha cominciato, non da molto, ad aggiungere delle animazioni alle bellissime storie che pubblica su Ilpost.
Non mi ricordo chi ha avuto l'idea di fare una cosa insieme. probabilmente entrambi. Probabilmente qualcuno lo ha proposto per primo, ma davvero non ricordo chi.
Una mattina, verso le cinque, mi sono svegliato di colpo con delle parole in testa. Le ho scritte, pronunciate e messe in micromusica e le ho mandate a Giacomo.
Lui avrebbe fatto un'animazione su quelle parole e quella musica.
C'era un accordo non scritto e non detto, credo, che doveva suonare più o meno così: io scrivo cosa mi pare, ci faccio il suono che mi pare e tu ci fai il disegno e l'animazione come ti pare e nessuno dei due dirà niente all'altro.
E' andata così.
Da quel giorno, settimane fa, ci siamo sentiti solo una volta.
Oggi mi è arrivata l'animazione completa.
Si intitola "Ricompensati", con l'accento nel punto giusto per intendere "due che saranno ricompensati".
Ne faremo altre.
gennaio 18, 2011
Da 2:50
Il film è "La notte di San Lorenzo" dei fratelli Taviani.
Per me è un capolavoro e questa scena qui, a partire dal minuto 2:50 non è dimenticabile.
La pietà, come si deve.
Per me è un capolavoro e questa scena qui, a partire dal minuto 2:50 non è dimenticabile.
La pietà, come si deve.
Comunicato
Si avvisano tutte le persone presenti nel video qui collegato che la lavorazione per lo speciale girone dell'Inferno (maiuscolo, in grassetto) a Voi destinato, è quasi terminata.
Coinciderà, salvo imprevisti, con la vostra morte naturale.
Distinti saluti.
La direzione.
Coinciderà, salvo imprevisti, con la vostra morte naturale.
Distinti saluti.
La direzione.
dicembre 10, 2010
Una regressione
Non riesco più ad usare le penne con le quali ho lavorato negli ultimi sette anni.
Le forme stilizzate e spigolose che mi sono state accanto per tutto questo tempo mi sembrano ora roba morta e fasulla.
Disegno a matita e tiro tratti di getto, da artistoide, il contrario di quel che predicavo in giro.
E mi diverto come non mi divertivo da tanto tanto tempo.
Questo uscirà domani su Repubblica, per esempio.
Le forme stilizzate e spigolose che mi sono state accanto per tutto questo tempo mi sembrano ora roba morta e fasulla.
Disegno a matita e tiro tratti di getto, da artistoide, il contrario di quel che predicavo in giro.
E mi diverto come non mi divertivo da tanto tanto tempo.
Questo uscirà domani su Repubblica, per esempio.
dicembre 09, 2010
Nel giorno dell'Immacolata Concezione
L'idea non è mia. Lo dico subito.
Questo testo è stato ispirato dalla lettura di un articolo di Massimo Mantellini su Il Post, che a sua volta riportava una frase di Jeff Jarvis.
La frase (in inglese) era questa:
“I can use Visa and Mastercard to pay for porn and support anti-abortion fanatics, Prop 8 homophobic bigots, and the Ku Klux Klan. But I can’t use them or PayPal to support Wikileaks, transparency, the First Amendment, and true government reform.”
Non sto a tradurla, vi racconto invece cosa è successo ai miei soldi, proprio ieri, nel giorno dell'Immacolata concezione.
Sono andato, ignaro di quello che stava accadendo nel mondo, carta di credito in mano e occhiali sul nappo, davanti al mio compiutero adorato per fare una donazione a Wikileaks.
Il perchè volessi fare ciò diciamo che adesso non ci interessa, d'accordo?
Volevo farlo.
Ma il sistema di pagamento Visa mi ha sgridato: "Ehi! Non puoi mandare soldi a Wikileaks" mi ha risposto. "E' sconveniente."
"Lo avete deciso voi?" Gli ho chiesto.
"Si."
Hanno risposto.
Avrei potuto spiegare che quei soldoni erano miei che me li ero guadagnati al freddo sull'Aurelia con una parrucca presa da Stefan in capo, ma quelli erano solo affari miei.
Quindi ho chiesto se potessi spendere soldi in alte attività, per altri siti web e per altre persone.
"Certamente!" mi hanno risposto, "senza problemi, mica le abbiamo bloccato la carta!".
A quel punto ero però senza idee, che io mi sveglio con una idea al giorno.
Avevo deciso di spendere quei soldi e, come capita ai consumisti, ormai era come se non esistessero più, anzi, come se non fossero mai esistiti. Cosa avrei potuto farci?
Accidenti.
Ho scritto una lettera al mio amico Roberto Recchioni.
Gli ho chiesto dove avrei potuto spendere i miei risparmi sul web, utilizzando il circuito Visa, senza che mi sgridassero, visto che non potevo farlo con Wikileaks.
Lui è stato molto gentile e poco dopo nella mia casella di posta avevo una bella lista di siti web dove potevo tranquillamente utilizzare la mia amata carta di credito senza correre il rischio di essere sgridato da qualcuno.
Questa la sua risposta (e non siete obbligati a cliccare sui collegamenti. Vi basti la descrizione di Roberto. )
Per ora questi, al volo.
Presto degli altri.
Ne sto cercando uno vietnamita in cui le ragazze si fanno vomitare in bocca da dei cani.
Con la tua Visa, ci sostieni merda e piscio:
http://www.theshithole.com/
http://peepeegalore.com/link. php?s=PG&r=sexyeva&p=3&c=ban
Puoi pagare per vedere della ragazze torturate in maniera consensuale:
http://www.kink.com/k/?c=1
Puoi vedere tua nonna che si fa sfondare il culo:
http://idealgranny.com/
O tuo nonno che lo sfonda a qualcuna:
http://maxhardcoreporn.com/
Ecco, grazie Roberto.
Ora ho i cani davanti al computer che aspettano le vietnamite.
Ma Wikileaks no. Quello non glielo faccio vedere.
Questo testo è stato ispirato dalla lettura di un articolo di Massimo Mantellini su Il Post, che a sua volta riportava una frase di Jeff Jarvis.
La frase (in inglese) era questa:
“I can use Visa and Mastercard to pay for porn and support anti-abortion fanatics, Prop 8 homophobic bigots, and the Ku Klux Klan. But I can’t use them or PayPal to support Wikileaks, transparency, the First Amendment, and true government reform.”
Non sto a tradurla, vi racconto invece cosa è successo ai miei soldi, proprio ieri, nel giorno dell'Immacolata concezione.
Sono andato, ignaro di quello che stava accadendo nel mondo, carta di credito in mano e occhiali sul nappo, davanti al mio compiutero adorato per fare una donazione a Wikileaks.
Il perchè volessi fare ciò diciamo che adesso non ci interessa, d'accordo?
Volevo farlo.
Ma il sistema di pagamento Visa mi ha sgridato: "Ehi! Non puoi mandare soldi a Wikileaks" mi ha risposto. "E' sconveniente."
"Lo avete deciso voi?" Gli ho chiesto.
"Si."
Hanno risposto.
Avrei potuto spiegare che quei soldoni erano miei che me li ero guadagnati al freddo sull'Aurelia con una parrucca presa da Stefan in capo, ma quelli erano solo affari miei.
Quindi ho chiesto se potessi spendere soldi in alte attività, per altri siti web e per altre persone.
"Certamente!" mi hanno risposto, "senza problemi, mica le abbiamo bloccato la carta!".
A quel punto ero però senza idee, che io mi sveglio con una idea al giorno.
Avevo deciso di spendere quei soldi e, come capita ai consumisti, ormai era come se non esistessero più, anzi, come se non fossero mai esistiti. Cosa avrei potuto farci?
Accidenti.
Ho scritto una lettera al mio amico Roberto Recchioni.
Gli ho chiesto dove avrei potuto spendere i miei risparmi sul web, utilizzando il circuito Visa, senza che mi sgridassero, visto che non potevo farlo con Wikileaks.
Lui è stato molto gentile e poco dopo nella mia casella di posta avevo una bella lista di siti web dove potevo tranquillamente utilizzare la mia amata carta di credito senza correre il rischio di essere sgridato da qualcuno.
Questa la sua risposta (e non siete obbligati a cliccare sui collegamenti. Vi basti la descrizione di Roberto. )
Per ora questi, al volo.
Presto degli altri.
Ne sto cercando uno vietnamita in cui le ragazze si fanno vomitare in bocca da dei cani.
Con la tua Visa, ci sostieni merda e piscio:
http://www.theshithole.com/
http://peepeegalore.com/link.
Puoi pagare per vedere della ragazze torturate in maniera consensuale:
http://www.kink.com/k/?c=1
Puoi vedere tua nonna che si fa sfondare il culo:
http://idealgranny.com/
O tuo nonno che lo sfonda a qualcuna:
http://maxhardcoreporn.com/
Ecco, grazie Roberto.
Ora ho i cani davanti al computer che aspettano le vietnamite.
Ma Wikileaks no. Quello non glielo faccio vedere.
novembre 23, 2010
Stan Lee, Steve Ditko, Michelangelo. Tutti incazzati con me.
E' successa una cosa che voglio raccontare.
Mi arriva da fare un disegno per Repubblica.
Funziona così: mi arriva una email con un articolo. mi chiama il mio capo a Repubblica e mi dice una scadenza.
Non mi dice ingombri, spazi, non da indicazioni di sorta. Sono tanti anni che lavoriamo insieme. Non c'è bisogno.
Leggo l'articolo e so di doverlo illustrare.
E' l'intervista all'autore del volume "Mainstream", Frédéric Martel.
Il volume parla di tante cose, immagino. Nell'estratto che arriva a me per il lavoro, si parla di cultura alta e bassa, di mainstream e popolare. Facciamola breve. Si tratta, per quel che ho capito io, di rappresentare una sorta di equivalenza tra cultura di massa e cultura d'elite.
Non so cosa voglia dire ma so che mi viene questa idea qui.
Mi arriva da fare un disegno per Repubblica.
Funziona così: mi arriva una email con un articolo. mi chiama il mio capo a Repubblica e mi dice una scadenza.
Non mi dice ingombri, spazi, non da indicazioni di sorta. Sono tanti anni che lavoriamo insieme. Non c'è bisogno.
Leggo l'articolo e so di doverlo illustrare.
E' l'intervista all'autore del volume "Mainstream", Frédéric Martel.
Il volume parla di tante cose, immagino. Nell'estratto che arriva a me per il lavoro, si parla di cultura alta e bassa, di mainstream e popolare. Facciamola breve. Si tratta, per quel che ho capito io, di rappresentare una sorta di equivalenza tra cultura di massa e cultura d'elite.
Non so cosa voglia dire ma so che mi viene questa idea qui.
Il disegno esce sul giornale.
Due giorni dopo mi arriva una segnalazione.
"Gipi!" mi dice la segnalazione "Sei una merda, hai copiato questo artista che ora sarà incazzato nero!"
Questo artista si chiama Giuseppe Veneziano.
Ha dipinto questo.
Wow! Penso, quando vedo il dipinto. Un altro uomo ragno in braccio a una femmina!
Non so perchè ma al principio l'idea che due persone che non si conoscono abbiano disegnato una cosa simile, mi fa piacere. Mi fa piacere pensare che anche altri hanno immaginato un uomo ragno inerme e sdraiato in braccio a una donna.
Poi rispondo alla segnalazione spiegando che mi occupo solo di artisti morti e quindi non conoscevo l'esistenza e l'opera di Giuseppe Veneziano e che casomai avrebbero dovuto incazzarsi, nell'ordine, Michelangelo, Stan Lee e Steve Ditko.
Naturalmente vado a vedere i suoi dipinti (di Veneziano) e scopro che di Uomini Ragni ne ha fatti moltissimi. Io ne ho fatto uno solo, e qui la mia ingenua contentezza per la condivisione delle idee scema un pochino.
Rispondo pure che in effetti io questa cosa l'ho copiata, naturalmente, ma non dal pittore vivente: dal maestro morto. Insomma, se qualcuno deve prendersela a male, dovrebbe essere Michelangelo, anche conosciuto, in casa mia, come "The God".
Nella versione originale, è opportuno sottolinearlo, in braccio alla Madonna c'è Gesù Cristo".
Mi si risponde invece che il pittore vivente è molto conosciuto (se andate sul suo sito trovate anche un testo dell'onorevole Sgarbi che ne parla) e che quindi io sia un ignorante nel campo dell'arte contemporanea, che avrei dovuto conoscerlo.
Ora, il problema è che io, come detto, mi interesso solo ai pittori morti o a quelli che per scelta o talento sembrano già morti, insomma fuori dal tempo o che fanno opere "monumentali" come direbbe il mio amico David Tindle.
Dove "monumentali" non indica una dimensione ma una collocazione fuori dal tempo, dal momento, dall'attualità maledetta.
Quindi, mi dispiace un casino ma io questo pittore non lo conoscevo. Di giovani pittori moderni conosco solo Ozmo, perchè giocavamo al computer insieme, da giovanotti.
Poi succede un altra cosa buffa. Guardando i dipinti di Veneziano trovo anche una Madonna con bambino Hitler.
Ora non la trovo più ma c'è. Andate sul suo sito web e cercatela.
Ecco. Qualche giorno fa, mentre ero al telefono e giochicchiavo con la tavoletta grafica, avevo fatto questo:
Ho salvato l'immagine con il titolo "Madonna con bambino Adolfo".
Ora la domanda è: Cosa mi sta succedendo?
Perchè in una settimana mi sono ritrovato a fare due disegni già esistenti, più o meno, come soggetto?
La risposta che mi sono dato, alla fine, è che le idee, le intuizioni, le furbate, l'essere acuti, nell'arte non contano un cazzo.
Non sono nulla.
Chissà quanti altri hanno fatto Madonne con bambino Adolfo. E' normale, è una cazzata. Un'idea furbina, un po' figa. Ma se anche fosse geniale (e non lo è, e sia maledetto questo termine abusato, da me pure) non varrebbe una minchia.
Perchè è solo una cazzo di idea. Una "trovata".
(Parlo della mia idea, sicuramente Veneziano può spiegare le sue motivazioni in modo assolutamente ineccepibile).
Ora fate questo.
Prendete questa immagine (o andate sul luogo, se potete) e guardate (ma guardate davvero) il viso di Maria.
Guardate la tenerezza del guancino e l'inclinazione infinitesimale dell'asse degli occhi.
Il cencio in capo. Guardate quello. Finitevici gli occhi su.
E piangete, cani, se siete ancora in vita, dopo.
Poi fermatevi e ripetetevi: E' di marmo. E' di marmo. E' di marmo.
E riflettete sulla miseria di noi moderni.
novembre 18, 2010
Dodici coniglioni neri
In pratica il dottore chiede se fumo. Rispondo si. Cioè, dico, ho smesso. Da quanto, mi chiede. Un mese. Quindi "fuma", scrive.
E questi episodi, quando si sono verificati, quante volte? Chiede.
Lo dico.
La conclusione è che vista l'età, il mio esser fumatore, i sintomi descritti, la ricorrenza di questi, le probabilità che io abbia la malattia brutta sono molto alti.
Quanto alti?
Alti.
Quindi? Chiedo.
Quindi deve fare questo esame.
Questo esame faccio e per avere il risultato devo aspettare due settimane. Poi le settimane diventano tre ed io ogni sera, andando a letto, penso che stavolta ci siamo. Che questa volta il male mi ha beccato e immagino dodici coniglioni neri che mi portano via e rimpiango ogni secondo di questa vita e chiedo scusa al passato tutto.
Invece no (lo dico subito poi continuo a raccontare, che non voglio mica fare la suspence su questa cosa) i risultati sono arrivati ieri e la risposta è negativa. Quella malattia lì, non ce l'ho.
Sono sempre fortunato.
Però ho avuto proprio paura. Anche per questo non ho risposto alle lettere di chi mi scriveva per progetti futuri. M'ero convinto che non avrei visto i cani in giardino a settembre. Chiedo scusa a tutti per avere avuto tanta paura. Scusa sopratutto a chi (nella storia dell'uomo) ha fatto gli stessi esami ed è stato meno fortunato di me.
E scusa a chi mi è stato vicino in queste settimane e s'è ritrovato ad avere a che fare con una specie di cadavere prematuro.
Grazie a chi ha pregato Joe Pesci per me.
Ma veniamo alle cose dei vivi.
La paura fa fare autoritratti, perchè si ragiona su quel che si è, su cosa si è fatto e su cosa si doveva fare. La paura genera anche un sacco di buoni propositi, che svaniscono all'istante appena la paura s'è sconfitta. Se si è un disegnatore (o lo si era) questi processi si esplicano in disegni.
Infine, archiviate le lagne penose, ecco un paio di aggiornamenti:
L'ultimo terrestre, il film, si avvia verso l'inizio della lavorazione. Il terrore sale. La voglia pure.
Ci sono trattative per portare sullo schermone anche "Appunti per una storia di guerra", ma siamo agli inizi, è un segreto e ci sono di mezzo i francesi.
Da più di un mese non fumo più e quindi prima o poi potrò mettermi al lavoro sul mio romanzo "Smettere di fumare fumando". Intanto scrivo racconti brevi.
Ho smesso anche Facebook. Quasi in contemporanea. Poi ho visto il film e sono stato molto fiero di aver chiuso l'account. Ora si tratta di non riaprirlo proprio mai mai mai più.
Come con le sigarette. Ora si tratta di.
Per finire:
Ho seguito la vicenda della giornalista del corriere che ha fatto lo sciopero della fame. Ho sopratutto seguito l'onda di solidarietà digitale sul web.
Ci sarebbe da farne una bella discussione ad averne voglia. Ma credo che la cosa più importante sia stato l'aver imparato che gli squali sono mammiferi.
Ringrazio per questo.
E questi episodi, quando si sono verificati, quante volte? Chiede.
Lo dico.
La conclusione è che vista l'età, il mio esser fumatore, i sintomi descritti, la ricorrenza di questi, le probabilità che io abbia la malattia brutta sono molto alti.
Quanto alti?
Alti.
Quindi? Chiedo.
Quindi deve fare questo esame.
Questo esame faccio e per avere il risultato devo aspettare due settimane. Poi le settimane diventano tre ed io ogni sera, andando a letto, penso che stavolta ci siamo. Che questa volta il male mi ha beccato e immagino dodici coniglioni neri che mi portano via e rimpiango ogni secondo di questa vita e chiedo scusa al passato tutto.
Invece no (lo dico subito poi continuo a raccontare, che non voglio mica fare la suspence su questa cosa) i risultati sono arrivati ieri e la risposta è negativa. Quella malattia lì, non ce l'ho.
Sono sempre fortunato.
Però ho avuto proprio paura. Anche per questo non ho risposto alle lettere di chi mi scriveva per progetti futuri. M'ero convinto che non avrei visto i cani in giardino a settembre. Chiedo scusa a tutti per avere avuto tanta paura. Scusa sopratutto a chi (nella storia dell'uomo) ha fatto gli stessi esami ed è stato meno fortunato di me.
E scusa a chi mi è stato vicino in queste settimane e s'è ritrovato ad avere a che fare con una specie di cadavere prematuro.
Grazie a chi ha pregato Joe Pesci per me.
Ma veniamo alle cose dei vivi.
La paura fa fare autoritratti, perchè si ragiona su quel che si è, su cosa si è fatto e su cosa si doveva fare. La paura genera anche un sacco di buoni propositi, che svaniscono all'istante appena la paura s'è sconfitta. Se si è un disegnatore (o lo si era) questi processi si esplicano in disegni.
Questo è bene. Non disegnavo per disegnare da un sacco di tempo. Ci sono voluti i coniglioni neri per ridarmi la voglia. Il risultato è nullo, ma poco importa. l'importante è aver rimesso la mano sul foglio.
Di autoritratti me ne sono fatti un po', non voglio metterli tutti perchè sono brutti. Voglio mostrarvi invece la conclusione del percorso.
Quando si comincia a farsi autoritratti si finisce con l'avvicinarsi alla verità. Quindi quello che trovate qui, è l'ultimo disegno. Quello definitivo. Quello dove indosso la cravatta.
Infine, archiviate le lagne penose, ecco un paio di aggiornamenti:
L'ultimo terrestre, il film, si avvia verso l'inizio della lavorazione. Il terrore sale. La voglia pure.
Ci sono trattative per portare sullo schermone anche "Appunti per una storia di guerra", ma siamo agli inizi, è un segreto e ci sono di mezzo i francesi.
Da più di un mese non fumo più e quindi prima o poi potrò mettermi al lavoro sul mio romanzo "Smettere di fumare fumando". Intanto scrivo racconti brevi.
Ho smesso anche Facebook. Quasi in contemporanea. Poi ho visto il film e sono stato molto fiero di aver chiuso l'account. Ora si tratta di non riaprirlo proprio mai mai mai più.
Come con le sigarette. Ora si tratta di.
Per finire:
Ho seguito la vicenda della giornalista del corriere che ha fatto lo sciopero della fame. Ho sopratutto seguito l'onda di solidarietà digitale sul web.
Ci sarebbe da farne una bella discussione ad averne voglia. Ma credo che la cosa più importante sia stato l'aver imparato che gli squali sono mammiferi.
Ringrazio per questo.
novembre 11, 2010
Internazionale
Sul prossimo numero di Internazionale un mio racconto, illustrato da Giacomo Nanni.
Per il resto, fiato sospeso, ancora per un po'. Poi spiego.
settembre 30, 2010
Invasioni
Con Andrea Vignali, il mio socio in animazione, abbiamo iniziato a lavorare all'inizio di agosto.
Era il momento di andare in vacanza. Per quanto mi riguarda ero stanchissimo.
Andrea, che è più giovane e forte di me, aveva una forma migliore, per fortuna.
Da La7 ci hanno chiesto una sigla animata per la nuova edizione de "Le invasioni barbariche", il programma di Daria Bignardi.
Un mese di tempo per farla. Volevano qualcosa con i pirati.
Essendo un furbone, ho pensato di fare tutta l'animazione ad acquarello, a colori.
Ho immaginato di prendere delle persone a lavorare, nella mia fantasia avrei disegnato solo i fotogrammi chiave e poi i miei lavoranti avrebbero fatto le intercalazioni.
Alla fine ho fatto tutto da solo, perchè ho un disegno sbilenco e avrei impiegato più tempo a trasmetterlo a qualcuno (farlo disimparare a disegnare, in sostanza) che a farlo da solo.
Solo Annina mi ha aiutato, ricalcando e ripulendo disegni. Lavoro noioso e infame.
Essendo un furbone ho usato un procedimento che mi faceva lavorare il doppio: ho disegnato e animato in Toon Boom, al computer, con la tavoletta grafica, poi ho stampato tutti i disegni e li ho ridisegnati e colorati a mano.
Lavorando in HD il mac destinato al compositing sveniva in continuazione e solo la pazienza infinita di Andrea ha permesso di non tirare tutto dalla finestra.
Alla fine ce l'abbiamo fatta. A modo nostro, a momenti, ci siamo divertiti pure. Se avessi una seconda vita mi piacerebbe fare un'animazione lunga, senza essere costretti nei limitatissimi tempi televisivi. Tenere le inquadrature a lungo, giocare con luci e pause e movimenti. Una seconda vita, appunto, ci vorrebbe.
Il promo della trasmissione sta andando in onda da una decina di giorni.
Le invasioni barbariche comincerà domani sera.
Sarà disponibile anche in streaming, su facebook.
Qui, trovate le istruzioni per seguirla.
Spero che la'animazione vi piaccia.
Faccio gli auguri a Daria e agli autori per la trasmissione.
settembre 29, 2010
Carpi e Ferrara
Venerdi 1 ottobre alle 21 Essedice al Teatro comunale di Carpi.
A seguire, alle 22, incontro del pubblico con me medesimo, o quel che ne resterà dopo lo spettacolo, a cura di Luciano Tamagnini.
Il giorno dopo, Sabato 2, ancora Essedice ma a Ferrara, al Festival di Internazionale, in Piazza Castello.
Qui il programma del festival per informazioni più accurate e altre cose belle da seguire.
A seguire, alle 22, incontro del pubblico con me medesimo, o quel che ne resterà dopo lo spettacolo, a cura di Luciano Tamagnini.
Il giorno dopo, Sabato 2, ancora Essedice ma a Ferrara, al Festival di Internazionale, in Piazza Castello.
Qui il programma del festival per informazioni più accurate e altre cose belle da seguire.
settembre 28, 2010
Oodoov
L'ultimo post risaliva a luglio. Accidenti, non mi ero accorto.
Ecco quindi qualche aggiornamento sulla situazione.
Il film.
E' stato annunciato dalla produzione (e la produzione è Fandango), e quindi , finalmente, ne posso scrivere.
Da tanti mesi sto lavorando a questo progetto cinematografico.
Da quando Fandango ha fatto l'annuncio alle agenzie di stampa sono uscite tante notizie, alcune piuttosto confuse.
Di seguito i dati sicuri:
Il film è tratto da "Nessuno mi farà del male", libro di Giacomo Monti che mi folgorò.
Il film è stato scritto e sceneggiato da me.
Il film sarà pure diretto da me.
Il film non sarà un film d'animazione, ma un film con le persone vive.
Il titolo del film è "L'ultimo terrestre".
Se tutto andrà bene uscirà entro il 2012.
Non ci sono ancora nomi per attori/attrici.
Non dirò una parola sulla trama. Ma c'è il libro di Monti, per gli investigatori.
Questo è tutto.
Aggiornamento triste:
La storia "I vandali" è sospesa. Si è fermata, da sola, in questi mesi perchè non riuscivo a disegnare come si deve. Avevo altri mille pensieri e il disegno è fidanzato geloso. Non puoi dedicarle mezzo pensiero soltanto. Giustamente, si risente.
Quindi sta in un cassetto. Forse un giorno ne uscirà. Altrimenti entrerà nel cimitero delle storie mai finite.
Pronta per (non) entrare (mai) nel famoso volume "Inizi" che il mio amico Francesco tanto vorrebbe vedere stampato.
Facendo i conti siamo sulle 160 pagine di roba morta in gioventù.
Aggiornamento tristissimo:
In questi mesi ho cresciuto un cane. Mi sono affezionato come non avrei mai immaginato di potermi affezionare a una bestia e qualche giorno fa una macchina di merda me l'ha ammazzato.
Mi dicono che non si può distruggere l'umanità e quindi questo è.
E.
E chiudo con una cosa buffa. Questa (p)recensione parla del mio film, del quale, tranne me e la produzione nessuno conosce i dettagli (intendo, la storia, il tono, gli intenti).
Secondo me, una (p)recensione così, a priori, è una cosa che (oltre a avermi fatto ridere mezz'ora) porta troppo bene.
Un voodoo al contrario.
Praticamente un Oodoov.
Buon divertimento.
Ecco quindi qualche aggiornamento sulla situazione.
Il film.
E' stato annunciato dalla produzione (e la produzione è Fandango), e quindi , finalmente, ne posso scrivere.
Da tanti mesi sto lavorando a questo progetto cinematografico.
Da quando Fandango ha fatto l'annuncio alle agenzie di stampa sono uscite tante notizie, alcune piuttosto confuse.
Di seguito i dati sicuri:
Il film è tratto da "Nessuno mi farà del male", libro di Giacomo Monti che mi folgorò.
Il film è stato scritto e sceneggiato da me.
Il film sarà pure diretto da me.
Il film non sarà un film d'animazione, ma un film con le persone vive.
Il titolo del film è "L'ultimo terrestre".
Se tutto andrà bene uscirà entro il 2012.
Non ci sono ancora nomi per attori/attrici.
Non dirò una parola sulla trama. Ma c'è il libro di Monti, per gli investigatori.
Questo è tutto.
Aggiornamento triste:
La storia "I vandali" è sospesa. Si è fermata, da sola, in questi mesi perchè non riuscivo a disegnare come si deve. Avevo altri mille pensieri e il disegno è fidanzato geloso. Non puoi dedicarle mezzo pensiero soltanto. Giustamente, si risente.
Quindi sta in un cassetto. Forse un giorno ne uscirà. Altrimenti entrerà nel cimitero delle storie mai finite.
Pronta per (non) entrare (mai) nel famoso volume "Inizi" che il mio amico Francesco tanto vorrebbe vedere stampato.
Facendo i conti siamo sulle 160 pagine di roba morta in gioventù.
Aggiornamento tristissimo:
In questi mesi ho cresciuto un cane. Mi sono affezionato come non avrei mai immaginato di potermi affezionare a una bestia e qualche giorno fa una macchina di merda me l'ha ammazzato.
Mi dicono che non si può distruggere l'umanità e quindi questo è.
E.
E chiudo con una cosa buffa. Questa (p)recensione parla del mio film, del quale, tranne me e la produzione nessuno conosce i dettagli (intendo, la storia, il tono, gli intenti).
Secondo me, una (p)recensione così, a priori, è una cosa che (oltre a avermi fatto ridere mezz'ora) porta troppo bene.
Un voodoo al contrario.
Praticamente un Oodoov.
Buon divertimento.
luglio 01, 2010
La storia "Vandali" si è rimessa in moto, con sospiro di sollievo della mia editrice, che sento fin da qua.
C'è una grande scena di battaglia dove ho cambiato stile di disegno (l'ho cambiato un po', almeno).
Un giorno, seguendo una notizia di cronaca che mi aveva colpito molto ho scritto questo articolo per Il Post.
E ieri ho girato questa intervista esclusiva con il figlio di un notissimo mafioso degli anni settanta (che poi ha smesso di essere mafioso).
Non tocco sigarette da dieci giorni e questo è l'effetto numero uno. Non posso stare fermo nemmeno un secondo, e quindi devo partorire cazzate a ciclo continuo.
Ora devo fare un po' di illustrazioni e nel frattempo moio dar cardo.
Saluti.
giugno 19, 2010
Wanted
Sto cercando quest'uomo. Ha circa trent'anni.
In queste immagini i capelli sono rasati, ma adesso potrebbero essere più lunghi. La carnagione e gli occhi sono chiari. E' piuttosto magro e credo che l'altezza non superi il metro e ottanta.
Ha un carattere chiuso. Parla poco. Non è simpatico.
Se qualcuno pensa di conoscerlo, di averlo incontrato o addirittura di essere lui, mi mandi un messaggio. Ci sono 1000 dollari di ricompensa.
Non fate caso all'abbigliamento. Nelle immagini a colori precedenti indossa l'uniforme del posto dove lavorava. L'aspetto attuale potrebbe essere completamente diverso. Non fatevi sviare da questo dettaglio.
Aiutatemi a trovarlo.
Ci sono 1000 dollari in palio.
giugno 10, 2010
Il ritorno del Male? Non ce n'è alcun bisogno.
Vado a visitare il blog di un amico, Daniele Marotta. Trovo un articolo che mi incuriosisce. Una polemica a proposito del ritorno del giornale satirico "Il Male".
La discussione nasce da un confronto tra Massimo Caviglia e Flaviano Armentaro. Per il proseguo della lettura devo specificare che Massimo Caviglia è Vecchio, mentre Flaviano Armentaro è Giovane. Insomma, una discussione tra un autore Vecchio e un autore Giovane.
La questione mi si rivela con la lettura dello scmabio di email tra l'autore Giovane e l'autore Vecchio, a proposito della pubblicazione sul nuovo Male.
Le riporto qua, visto che l'autore Giovane l'ha resa pubblica.
Il testo inizia con la voce dell'autore Giovane. La versione originale è consultabile qui:
la riporto qui sotto, per comodità:
update!
la risposta di Massimo e la mia controrisposta. poi basta tediarvi con queste cose.
Quanta ipocrisia, retorica e malafede in quello che scrivi, a cominciare dal "lusingato e onorato", dagli abbracci e gli "in bocca al lupo", solo per arrivare agli sputi in pubblico.
Io non ho mai approfittato di avere alle spalle qualche bulletto virtuale che fa la claque e commenta sul blog senza ascoltare l'altra campana.
Se il tuo metodo per emergere e' quello del giovane cowboy che spara alla schiena del vecchio, hai sbagliato bersaglio: Vauro e gli autori di satira con cui stiamo preparando il Male non sono Berlusconi e i suoi ministri. Semplicemente, ognuno di noi ha un modo diverso di fare satira e - nonostante il piacere di promuovere le iniziative gia' esistenti (chiedi a Mamma e Scaricabile, prima di sputare veleno) - non puoi chiederci di non fare il giornale che vorremmo. E non si tratta di poltrone o di soldi ma di un progetto, qualcosa che vogliamo creare e condividere tra noi e con gli altri.
Ho sempre appoggiato le nuove iniziative e i nuovi autori, ma ognuno di noi vede la satira a modo suo, altrimenti Mamma, Scaricabile e Metro si sarebbero gia' intrecciati da tempo. Invece c'e' chi preferisce leggere piu' testi, chi piu' illustrazioni, chi piu' giornalismo, chi piu' vignette, chi piu' storie, e ognuno aderisce a questo o quel progetto secondo i propri gusti. Anche i lettori.
Hai accusato la vecchia guardia della satira di avere piu' colpe di Berlusconi, ma e' una tesi ridicola e falsa: innanzitutto perche' nei salotti non ci siamo mai andati (leggi bene i nomi dei partecipanti al progetto), e poi perche' abbiamo sempre rischiato con i nostri editori cause milionarie e conti in rosso.
Sarebbe facile dare la colpa ai lettori che non comprano le centomila copie di un giornale di satira come all'estero, ma abbiamo sempre continuato a farla onestamente, senza livellare al basso. Non e' facile, né è cosa da grandi numeri, quindi e' assurdo che tu pretenda garanzie da ministero con ferie e contributi pagati. Sappi che non abbiamo mai chiesto per prima cosa a un editore "quanto ci paghi" ma "quanta liberta' abbiamo di scrivere e disegnare quello che ci pare contro ogni potere". Se al Male ci saranno degli utili li divideremo, ma se e' la prima cosa a cui pensi hai sbagliato lavoro.
E nessuno voleva farti ombra, anzi il contrario.
Per me la polemica e' chiusa, ma immagino che a te serva tenerla aperta per avere ancora un po' di visibilita'.
ciao Massimo
non si tratta di lusinghe e poi insulti e sputi. io sarei veramente onorato di disegnare accanto a voi, ma su una rivista nuova, con un nome nuovo e con contenuti nuovi, con un modo di fare satira più fresco (e su Scaricabile qualche prova l'abbiamo data)
non su un cadavere riesumato.
il pubblico, soprattutto quello pagante, si merita di più che roba trita e ritrita
quello che vi si chiede è di supportare queste iniziative non di pescarci dentro e prendere come riempitivo.
questo no, questo fa male. impoverisce.
se il progetto del nuovo Male è così sentito allora andrebbe trattato diversamente, non mandando mail sbrigative a contatti pescati da scaricabile, svilendo il lavoro di redazione di quei quattro o cinque autori che hanno messo in piedi la rivista di cui anche tu hai goduto per 33 numeri.
ne tantomeno offrendo forfait vaghi. non credo che abbiate difficoltà a reperire i fondi, anche mettendoceli di tasca propria, per anticipare i pagamenti agli autori.
questo mi fa incazzare!
scegliete una squadra di autori e trattateli con rispetto! con la stessa riverenza che riservate a Bucchi, Vauro o Luttazzi.
la scusa del "vi diamo la possibilità di farvi vedere al grande pubblico" ormai non regge più. ne avete abusato. cosa è rimasto degli autori che hanno pubblicato su Emme? qualcuno gli ha dato altre possibilità?
se non ci rimane neanche il rispetto tra di noi e il rispetto per l'intelligenza dei lettori allora è finita, è proprio finita.
Premessa
questa mattina mi è arrivata una mail di Massimo Caviglia che mi chiede di collaborare al numero 0 del Male assieme a Vauro, Vincino, Scozzari, Liberatore, Mannelli, Perini, Bucchi, Riondino, Willem, Luttazzi (senza però parlare di contratti o prezzi, tu invia e basta!). L’ipotesi di pubblicarci sopra mi si era già palesata nei giorni precedenti per via di un’altra iniziativa di satira nella quale sono coinvolto e che non vi sto a spiegare ora. Quindi i pensieri che mi girano in testa lo fanno da parecchi giorni e il livore che mi contraddistingue in quanto persona repressa esplode con l’arrivo della suddetta mail.
Ho deciso di rispondere pubblicamente, non me ne voglia Massimo, ma ho bisogno queste cose di esternarle e so bene che facendolo mi farò terreno bruciato per eventuali collaborazioni e commissioni future nel settore. Ma va bene così, se devo fare questo mestiere voglio farlo in un ambiente che mi piace. Di fare la comparsata accanto a dei grandi artisti e poi ogni giorno continuare a rodermi il fegato per portare il pane a casa, non me ne viene niente.
Caro Massimo
ti ringrazio, sono lusingato ed onorato di avere la possibilità di pubblicare accanto a cotanti e cotali maestri. Io con i fumetti tuoi e di Disegni su Comix e Totem ci sono cresciuto ed anche con i favolosi ritratti sgradevoli di Mannelli e le genialate di Scozzari e Liberatore. È da li che viene la mia passione per il fumetto, è li che si è costruito il mio senso dell’umorismo ed anche il mio pensiero critico. Sono stati anni fantastici, voi, Bergonzoni, Luttazzi, Fazio, Guccini, Totaro e tutti gli altri.
Ma sono passati anni, tanti, ed oggi la satira versa in uno stato pietoso. Nenache il Fatto è riuscito a risollevarne le sorti, pur avendone la possibilità, con il suo inserto satirico ha ripiegato su una comicità sciacquata. Di chi è la colpa di tutto questo? Di Berlusconi? Del PD? Della censura? No, la colpa per me è vostra! Avete avuto 30 anni a disposizione per fare in modo che la voce satirica del nostro paese diventasse forte ed indipendente ed invece vi siete accontentati di collaborazioni laterali e dipendenti dai direttori di giornali. Emme è stata l’ultima vittima illustre, eppure Vincino, Staino, Vauro e tutti i soliti noti continuano a saturare qualsiasi media, giornali, televisione, addirittura diari e quaderni per la scuola.
Non schioda nessuno! E a quanto vedo non c’è neanche la voglia di farlo in futuro. Ecco e allora non siete poi così diversi dai nostri governanti che tanto critichiamo e che sono li mandato dopo mandato sempre gli stessi, a fare e dire sempre le stesse cose.
Le iniziative di satira ad oggi ci sono, Mamma e Scaricabile per fare due nomi tra i migliori, ci collabora un parco autori numeroso e pieno di spirito d’iniziativa, c’è voglia di fare e di innovarsi. E voi che avete la possibilità in quanto personalità del settore cosa fate? Invece di promuovere ed aiutare queste iniziative mi andate a riesumare una rivista morta e sepolta da anni? Ma che bisogno ce n’è? Per puntare sui nomi conosciuti e vendere copie in più? È questo lo scopo della satira?
Vi dico una cosa, per un Bucchi (non me ne voglia, prendo a caso) che viene strapagato dai giornali ci sono 50 altri vignettisti che non vengono pagati, a cui si chiede collaborazioni “a buon rendere”, che sono costretti a lavorare nei call center o come commessi ma che nel tempo libero si dedicano con passione alla satira, perché è qualcosa più forte di loro e non gliene frega un cazzo di non essere pagati.
Quello che ci vuole oggi non è il Male, quello che ci vuole oggi è innovazione, freschezza, cattiveria tanta, quella di chi la crisi se la vive sulla gobba non di certo di chi presenzia ai salotti di viale Mazzini o di chi si è comprato case su case con i cachè dell’Unità, di Repubblica, del Foglio. E c’è bisogno che voi alziate la voce per sostenerci e promuoverci, non di certo per faci ombra, fin quando sarà così non ci sarà possibilità di crescita per la satira.
Un abbraccio ed un in bocca al lupo per la vostra nuova avventura.
Ecco. Questo è quello che ho letto questa mattina e che mi ha portato a scrivere quanto segue.
E ora è il momento delle premesse.
Premetto che dal nuovo Male non ho avuto alcun invito a collaborare e che questo mi ha fatto quasi piacere, visto che conosco personalmente alcuni degli autori coinvolti e immagino che abbiano ricordato la mia posizione riguardo al mio rapporto con la satira
Insomma, preferisco raccontare storie.
Seconda premessa: Molti degli autori che pubblicheranno su Il male, di solito, non mi fanno ridere. Per niente. Non mi fanno neppure riflettere.
Terza premessa: Credo che riesumare il Male sia una scosa che non andrà da nessuna parte, ma credo pure che le cose non si fanno per andare da qualche parte o perchè abbiano successo, si fanno perchè si ha voglia di farle, perchè ci piace. E questo dovrebbe bastare.
Quarta premessa: sono molto legato ad alcuni degli autori del male, a Mannelli in particolare, che è un mio maestro di visione del mondo. A Vincino, che imitai, senza volerlo, ai tempi di Cuore e dal quale appresi come si possa amare il disegno, anche da grandi, come lo ama un bambino. A Scozzari, che porto nel cuore e nel cervello, anche se lo prenderei a puntate nel viso molto spesso e che ho pure sgamato a prendermi per il culo in pubblico. (Ho un passo leggero, quando voglio. E orecchie enormi.)
Ce ne sono altri, ma non importa.
Dopo le premesse torno alla questione. Ho deciso di scriverne perchè ho letto posizioni concordanti con quella di Armentaro anche da parte di miei amici e questo mi ha rattristato. Ne scrivo anche perchè le argomentazioni dell'autore Giovane mi fanno rabbrividire. Mi fanno rabbrividire anche molti dei commenti a supporto della sua tesi che ho potuto leggere su Facebook.
A proposito di FB. Avrei voluto rispondere là, sulla discussione aperta da Armentaro (l'autore Giovane) ma non ho potuto farlo, perchè non ci siamo mai inviati la richiesta di amicizia.
Tra l'altro, da un mese e più, il mio account di Fb stava chiuso. L'ho riaperto solo per leggere la discussione. Speravo di poter intervenire.
Comunque, detta discussione la trovate qui.
Per quanto mi riguarda, ho iniziato a lavorare con una tale smania di comunicare che ai soldi proprio non ci pensavo mai. Ho lavorato per Cuore, Boxer, Il Clandestino, Blue, altri.. sempre con lo stesso entusiasmo e sempre scoprendo "dopo" quanti soldi mi avrebbero pagato (quando mi hanno pagato).
Per dire, la prima volta che mandai le mie vignette a Cuore ne spedii una ventina, via fax e manco ci avevo messo un recapito per rintracciarmi, fu una mia collega (grazie Simona) del lavoro dove stavo allora a farmi scrivere almeno un numero di telefono, nell'ultima pagina inviata.
Mi ricordo che le chiesi "e perchè?" quando mi disse di farlo.
Ero giovane. Ero, al tempo, anch'io, un autore Giovane. Facevo altri lavori per campare.
Nella lettera di Armentaro a Caviglia riconosco quelle cose che tanta angoscia mi danno in questi tempi moderni. Parto dalla forma, che tanto è importante, secondo me, e tanto rivela. I termini usati.
Li cito, scusate se il testo risulterà prolisso:
"questa mattina mi è arrivata una mail di Massimo Caviglia che mi chiede di collaborare al numero 0 del Male assieme a Vauro, Vincino, Scozzari, Liberatore, Mannelli, Perini, Bucchi, Riondino, Willem, Luttazzi (senza però parlare di contratti o prezzi, tu invia e basta!). "
Ecco, il metodo "tu invia e basta" è sempre esistito. Per quanto mi riguarda, spesso, lavoro ancora così.
Iniziai a lavorare per Repubblica senza sapere quanto avrei preso, idem per Internazionale, idem per tutti i libri che ho fatto con Coconino. Ho sempre scoperto "Dopo" questa cosa.
A volte sono stato più contento, a volte meno. Ma ho sempre fatto così. Lo so: io sono scemo e voi siete furbi. Ma io sono fatto così e sono convinto che (per me) essere fatto così sia propedutico alla creazione artistica.
Questo è un discorso complesso, potremo affrontarlo in futuro, volendo, ma adesso c'è già abbastanza carne al fuoco.
Naturalmente, visto che misuriamo il mondo con i nostri occhi soltanto, quando vedo applicare "l'altro" metodo, storco la bocca. E parecchio.
"..ho bisogno queste cose di esternarle e so bene che facendolo mi farò terreno bruciato per eventuali collaborazioni e commissioni future nel settore."
Brividi. Sentire parlare di commissioni e di settore per questo lavoro mi fa una paura bestia.
Mai, neppure per un secondo, ho mai considerato il disegnare, il raccontare storie, il fare strisce di satira un appartenere a un settore, o di dovervi rientrare.
Mai ho pensato in termini di "commissioni", sempre e solo in termini di opportunità di espressione. Spazi di libertà.
E mai ho pensato ai buoni rapporti. Con nessuno. Ci sono le storie. La voglia di raccontare. La cosa, per me, finisce qui.
Possa perdonarmi l'auotre Giovane se faccio questo odioso lavoro di analisi delle singole frasi. Immagino che possa risultare fastidioso.
Ma credo che sia importante riflettere su questo.
Armentaro si lamenta che non ci siano state negli ultimi trent'anni, delle riviste di satira come si deve. Rimprovera gli autori Vecchi di stare al loro posto, pagati fior di quattrini e impedendo ai Giovani di farsi strada.
Mae i Vecchi fanno bene a non togliersi di torno. Sono i Giovani che dovrebbero essere più forti e spaccargli la faccia. A suon di innovazione e disegni con i controcoglioni e visioni della vita trasversali e innovative.
Ma se i Giovani vedono questo mestiere come qualsiasi altro mestiere. Se richiedono di avere il culo parato, di dar da mangiare alle famiglie (fanculo alle famiglie. Non fate i figli se questi vi tolgono i coglioni per fare a schiaffi con il mondo) come possono sperare di trovare un altro passo?
Quando i cromosomi sono modificati sono cazzi. Quando non si riesce (e non si riesce, leggetevi i commenti di approvazione all'esposizione di Armentaro, per vederlo da soli) a ragionare in termini extra-economici allora quale spirito rivoluzionario e trasversale si può sperare di avere?
Sei un autore Giovane, ti chiama il Male a disegnare? Bene.
Pensi che ti offriranno un paginone intero da riempire ogni settimana? Male. Questo non accadrà.
Devi spaccare il culo agli altri. E potrai stare certo che gli autori Vecchi non molleranno il loro spazio, magari pure riempendolo con delle stronzate e facendoti girare i coglioni, perchè così è. E allora?
Sono Vecchi. Devi sopprimerli.
Non ci sono garanzie. No ferie pagate. Nessun indennizzo per malattia o invalidità in questo mestiere. Non si sapeva? io lo sapevo da quando ero un ragazzino.
Non ci ho mai pensato. ora ho 46 anni, senza alcuna prospettiva di pensione e finirò barbone, se il cervellino smetterà di raccontarmi storie.
E va bene così. Vaffanculo.
Questo lavoro, se lo si fa con lo spirito giusto, può darti quella cosa impagabile che si chiama libertà. E' l'unica cosa che conta. L'unica.
L'aspetto terribile è che questa vicenda mi ha ancor più fatto rendere conto di quanto lo spirito di tanti Giovani sia mutato. Di come abbia vinto la religione dell'economia. Di quanto profondamente sia ormai radicata.
Anche in chi la nega, nelle parole, ma la osserva nei comportamenti, nelle argomentazioni.
Ditemi che ho torto. Che non è così, e riempite queste pagine di post di ragazzi giovani che mi dimostrino di non essersi persi lo spirito tra gli scaffali di qualche cazzo di Mediaworld.
Fatelo, per favore, sputtanatemi.
Altrimenti continuerò a pensare quello che ho scritto come titolo dell'articolo: che del Male non c'è alcun bisogno, ne abbiamo già piene le ossa. In profondità, dove non arrivano neppure le TAC.
Come si chiama una premessa alla fine?
Postmessa?
Postmessa:
A me dell'uscita del Male non me ne frega una minchia. E manco faccio gli auguri agli autori. So che si divertiranno, si scazzeranno, passeranno ad altro. Non hanno bisogno degli auguri di nessuno.
Le cose vanno così.
Tanti li conosco. Li ho visti, con questi miei occhi quasi vecchi, gioire per l'arrivo di qualche disegno di autore sconosciuto che era andato dove loro non erano riusciti ad andare.
E' una cosa che rode il culo, sapete? io l'ho provata. Fa stare malissimo. Ma se mai questo lavoro, a quelli bravi, lo spazio glielo lasci. Ci patisci, ma glilo lasci. Io l'ho visto succedere.
Ma niente contratti. Nessuna sicurezza.
E' così. E a me, figuratevi, questo sistema piace pure.
La discussione nasce da un confronto tra Massimo Caviglia e Flaviano Armentaro. Per il proseguo della lettura devo specificare che Massimo Caviglia è Vecchio, mentre Flaviano Armentaro è Giovane. Insomma, una discussione tra un autore Vecchio e un autore Giovane.
La questione mi si rivela con la lettura dello scmabio di email tra l'autore Giovane e l'autore Vecchio, a proposito della pubblicazione sul nuovo Male.
Le riporto qua, visto che l'autore Giovane l'ha resa pubblica.
Il testo inizia con la voce dell'autore Giovane. La versione originale è consultabile qui:
la riporto qui sotto, per comodità:
update!
la risposta di Massimo e la mia controrisposta. poi basta tediarvi con queste cose.
Quanta ipocrisia, retorica e malafede in quello che scrivi, a cominciare dal "lusingato e onorato", dagli abbracci e gli "in bocca al lupo", solo per arrivare agli sputi in pubblico.
Io non ho mai approfittato di avere alle spalle qualche bulletto virtuale che fa la claque e commenta sul blog senza ascoltare l'altra campana.
Se il tuo metodo per emergere e' quello del giovane cowboy che spara alla schiena del vecchio, hai sbagliato bersaglio: Vauro e gli autori di satira con cui stiamo preparando il Male non sono Berlusconi e i suoi ministri. Semplicemente, ognuno di noi ha un modo diverso di fare satira e - nonostante il piacere di promuovere le iniziative gia' esistenti (chiedi a Mamma e Scaricabile, prima di sputare veleno) - non puoi chiederci di non fare il giornale che vorremmo. E non si tratta di poltrone o di soldi ma di un progetto, qualcosa che vogliamo creare e condividere tra noi e con gli altri.
Ho sempre appoggiato le nuove iniziative e i nuovi autori, ma ognuno di noi vede la satira a modo suo, altrimenti Mamma, Scaricabile e Metro si sarebbero gia' intrecciati da tempo. Invece c'e' chi preferisce leggere piu' testi, chi piu' illustrazioni, chi piu' giornalismo, chi piu' vignette, chi piu' storie, e ognuno aderisce a questo o quel progetto secondo i propri gusti. Anche i lettori.
Hai accusato la vecchia guardia della satira di avere piu' colpe di Berlusconi, ma e' una tesi ridicola e falsa: innanzitutto perche' nei salotti non ci siamo mai andati (leggi bene i nomi dei partecipanti al progetto), e poi perche' abbiamo sempre rischiato con i nostri editori cause milionarie e conti in rosso.
Sarebbe facile dare la colpa ai lettori che non comprano le centomila copie di un giornale di satira come all'estero, ma abbiamo sempre continuato a farla onestamente, senza livellare al basso. Non e' facile, né è cosa da grandi numeri, quindi e' assurdo che tu pretenda garanzie da ministero con ferie e contributi pagati. Sappi che non abbiamo mai chiesto per prima cosa a un editore "quanto ci paghi" ma "quanta liberta' abbiamo di scrivere e disegnare quello che ci pare contro ogni potere". Se al Male ci saranno degli utili li divideremo, ma se e' la prima cosa a cui pensi hai sbagliato lavoro.
E nessuno voleva farti ombra, anzi il contrario.
Per me la polemica e' chiusa, ma immagino che a te serva tenerla aperta per avere ancora un po' di visibilita'.
ciao Massimo
non si tratta di lusinghe e poi insulti e sputi. io sarei veramente onorato di disegnare accanto a voi, ma su una rivista nuova, con un nome nuovo e con contenuti nuovi, con un modo di fare satira più fresco (e su Scaricabile qualche prova l'abbiamo data)
non su un cadavere riesumato.
il pubblico, soprattutto quello pagante, si merita di più che roba trita e ritrita
quello che vi si chiede è di supportare queste iniziative non di pescarci dentro e prendere come riempitivo.
questo no, questo fa male. impoverisce.
se il progetto del nuovo Male è così sentito allora andrebbe trattato diversamente, non mandando mail sbrigative a contatti pescati da scaricabile, svilendo il lavoro di redazione di quei quattro o cinque autori che hanno messo in piedi la rivista di cui anche tu hai goduto per 33 numeri.
ne tantomeno offrendo forfait vaghi. non credo che abbiate difficoltà a reperire i fondi, anche mettendoceli di tasca propria, per anticipare i pagamenti agli autori.
questo mi fa incazzare!
scegliete una squadra di autori e trattateli con rispetto! con la stessa riverenza che riservate a Bucchi, Vauro o Luttazzi.
la scusa del "vi diamo la possibilità di farvi vedere al grande pubblico" ormai non regge più. ne avete abusato. cosa è rimasto degli autori che hanno pubblicato su Emme? qualcuno gli ha dato altre possibilità?
se non ci rimane neanche il rispetto tra di noi e il rispetto per l'intelligenza dei lettori allora è finita, è proprio finita.
Premessa
questa mattina mi è arrivata una mail di Massimo Caviglia che mi chiede di collaborare al numero 0 del Male assieme a Vauro, Vincino, Scozzari, Liberatore, Mannelli, Perini, Bucchi, Riondino, Willem, Luttazzi (senza però parlare di contratti o prezzi, tu invia e basta!). L’ipotesi di pubblicarci sopra mi si era già palesata nei giorni precedenti per via di un’altra iniziativa di satira nella quale sono coinvolto e che non vi sto a spiegare ora. Quindi i pensieri che mi girano in testa lo fanno da parecchi giorni e il livore che mi contraddistingue in quanto persona repressa esplode con l’arrivo della suddetta mail.
Ho deciso di rispondere pubblicamente, non me ne voglia Massimo, ma ho bisogno queste cose di esternarle e so bene che facendolo mi farò terreno bruciato per eventuali collaborazioni e commissioni future nel settore. Ma va bene così, se devo fare questo mestiere voglio farlo in un ambiente che mi piace. Di fare la comparsata accanto a dei grandi artisti e poi ogni giorno continuare a rodermi il fegato per portare il pane a casa, non me ne viene niente.
Caro Massimo
ti ringrazio, sono lusingato ed onorato di avere la possibilità di pubblicare accanto a cotanti e cotali maestri. Io con i fumetti tuoi e di Disegni su Comix e Totem ci sono cresciuto ed anche con i favolosi ritratti sgradevoli di Mannelli e le genialate di Scozzari e Liberatore. È da li che viene la mia passione per il fumetto, è li che si è costruito il mio senso dell’umorismo ed anche il mio pensiero critico. Sono stati anni fantastici, voi, Bergonzoni, Luttazzi, Fazio, Guccini, Totaro e tutti gli altri.
Ma sono passati anni, tanti, ed oggi la satira versa in uno stato pietoso. Nenache il Fatto è riuscito a risollevarne le sorti, pur avendone la possibilità, con il suo inserto satirico ha ripiegato su una comicità sciacquata. Di chi è la colpa di tutto questo? Di Berlusconi? Del PD? Della censura? No, la colpa per me è vostra! Avete avuto 30 anni a disposizione per fare in modo che la voce satirica del nostro paese diventasse forte ed indipendente ed invece vi siete accontentati di collaborazioni laterali e dipendenti dai direttori di giornali. Emme è stata l’ultima vittima illustre, eppure Vincino, Staino, Vauro e tutti i soliti noti continuano a saturare qualsiasi media, giornali, televisione, addirittura diari e quaderni per la scuola.
Non schioda nessuno! E a quanto vedo non c’è neanche la voglia di farlo in futuro. Ecco e allora non siete poi così diversi dai nostri governanti che tanto critichiamo e che sono li mandato dopo mandato sempre gli stessi, a fare e dire sempre le stesse cose.
Le iniziative di satira ad oggi ci sono, Mamma e Scaricabile per fare due nomi tra i migliori, ci collabora un parco autori numeroso e pieno di spirito d’iniziativa, c’è voglia di fare e di innovarsi. E voi che avete la possibilità in quanto personalità del settore cosa fate? Invece di promuovere ed aiutare queste iniziative mi andate a riesumare una rivista morta e sepolta da anni? Ma che bisogno ce n’è? Per puntare sui nomi conosciuti e vendere copie in più? È questo lo scopo della satira?
Vi dico una cosa, per un Bucchi (non me ne voglia, prendo a caso) che viene strapagato dai giornali ci sono 50 altri vignettisti che non vengono pagati, a cui si chiede collaborazioni “a buon rendere”, che sono costretti a lavorare nei call center o come commessi ma che nel tempo libero si dedicano con passione alla satira, perché è qualcosa più forte di loro e non gliene frega un cazzo di non essere pagati.
Quello che ci vuole oggi non è il Male, quello che ci vuole oggi è innovazione, freschezza, cattiveria tanta, quella di chi la crisi se la vive sulla gobba non di certo di chi presenzia ai salotti di viale Mazzini o di chi si è comprato case su case con i cachè dell’Unità, di Repubblica, del Foglio. E c’è bisogno che voi alziate la voce per sostenerci e promuoverci, non di certo per faci ombra, fin quando sarà così non ci sarà possibilità di crescita per la satira.
Un abbraccio ed un in bocca al lupo per la vostra nuova avventura.
Ecco. Questo è quello che ho letto questa mattina e che mi ha portato a scrivere quanto segue.
E ora è il momento delle premesse.
Premetto che dal nuovo Male non ho avuto alcun invito a collaborare e che questo mi ha fatto quasi piacere, visto che conosco personalmente alcuni degli autori coinvolti e immagino che abbiano ricordato la mia posizione riguardo al mio rapporto con la satira
Insomma, preferisco raccontare storie.
Seconda premessa: Molti degli autori che pubblicheranno su Il male, di solito, non mi fanno ridere. Per niente. Non mi fanno neppure riflettere.
Terza premessa: Credo che riesumare il Male sia una scosa che non andrà da nessuna parte, ma credo pure che le cose non si fanno per andare da qualche parte o perchè abbiano successo, si fanno perchè si ha voglia di farle, perchè ci piace. E questo dovrebbe bastare.
Quarta premessa: sono molto legato ad alcuni degli autori del male, a Mannelli in particolare, che è un mio maestro di visione del mondo. A Vincino, che imitai, senza volerlo, ai tempi di Cuore e dal quale appresi come si possa amare il disegno, anche da grandi, come lo ama un bambino. A Scozzari, che porto nel cuore e nel cervello, anche se lo prenderei a puntate nel viso molto spesso e che ho pure sgamato a prendermi per il culo in pubblico. (Ho un passo leggero, quando voglio. E orecchie enormi.)
Ce ne sono altri, ma non importa.
Dopo le premesse torno alla questione. Ho deciso di scriverne perchè ho letto posizioni concordanti con quella di Armentaro anche da parte di miei amici e questo mi ha rattristato. Ne scrivo anche perchè le argomentazioni dell'autore Giovane mi fanno rabbrividire. Mi fanno rabbrividire anche molti dei commenti a supporto della sua tesi che ho potuto leggere su Facebook.
A proposito di FB. Avrei voluto rispondere là, sulla discussione aperta da Armentaro (l'autore Giovane) ma non ho potuto farlo, perchè non ci siamo mai inviati la richiesta di amicizia.
Tra l'altro, da un mese e più, il mio account di Fb stava chiuso. L'ho riaperto solo per leggere la discussione. Speravo di poter intervenire.
Comunque, detta discussione la trovate qui.
Per quanto mi riguarda, ho iniziato a lavorare con una tale smania di comunicare che ai soldi proprio non ci pensavo mai. Ho lavorato per Cuore, Boxer, Il Clandestino, Blue, altri.. sempre con lo stesso entusiasmo e sempre scoprendo "dopo" quanti soldi mi avrebbero pagato (quando mi hanno pagato).
Per dire, la prima volta che mandai le mie vignette a Cuore ne spedii una ventina, via fax e manco ci avevo messo un recapito per rintracciarmi, fu una mia collega (grazie Simona) del lavoro dove stavo allora a farmi scrivere almeno un numero di telefono, nell'ultima pagina inviata.
Mi ricordo che le chiesi "e perchè?" quando mi disse di farlo.
Ero giovane. Ero, al tempo, anch'io, un autore Giovane. Facevo altri lavori per campare.
Nella lettera di Armentaro a Caviglia riconosco quelle cose che tanta angoscia mi danno in questi tempi moderni. Parto dalla forma, che tanto è importante, secondo me, e tanto rivela. I termini usati.
Li cito, scusate se il testo risulterà prolisso:
"questa mattina mi è arrivata una mail di Massimo Caviglia che mi chiede di collaborare al numero 0 del Male assieme a Vauro, Vincino, Scozzari, Liberatore, Mannelli, Perini, Bucchi, Riondino, Willem, Luttazzi (senza però parlare di contratti o prezzi, tu invia e basta!). "
Ecco, il metodo "tu invia e basta" è sempre esistito. Per quanto mi riguarda, spesso, lavoro ancora così.
Iniziai a lavorare per Repubblica senza sapere quanto avrei preso, idem per Internazionale, idem per tutti i libri che ho fatto con Coconino. Ho sempre scoperto "Dopo" questa cosa.
A volte sono stato più contento, a volte meno. Ma ho sempre fatto così. Lo so: io sono scemo e voi siete furbi. Ma io sono fatto così e sono convinto che (per me) essere fatto così sia propedutico alla creazione artistica.
Questo è un discorso complesso, potremo affrontarlo in futuro, volendo, ma adesso c'è già abbastanza carne al fuoco.
Naturalmente, visto che misuriamo il mondo con i nostri occhi soltanto, quando vedo applicare "l'altro" metodo, storco la bocca. E parecchio.
"..ho bisogno queste cose di esternarle e so bene che facendolo mi farò terreno bruciato per eventuali collaborazioni e commissioni future nel settore."
Brividi. Sentire parlare di commissioni e di settore per questo lavoro mi fa una paura bestia.
Mai, neppure per un secondo, ho mai considerato il disegnare, il raccontare storie, il fare strisce di satira un appartenere a un settore, o di dovervi rientrare.
Mai ho pensato in termini di "commissioni", sempre e solo in termini di opportunità di espressione. Spazi di libertà.
E mai ho pensato ai buoni rapporti. Con nessuno. Ci sono le storie. La voglia di raccontare. La cosa, per me, finisce qui.
Possa perdonarmi l'auotre Giovane se faccio questo odioso lavoro di analisi delle singole frasi. Immagino che possa risultare fastidioso.
Ma credo che sia importante riflettere su questo.
Armentaro si lamenta che non ci siano state negli ultimi trent'anni, delle riviste di satira come si deve. Rimprovera gli autori Vecchi di stare al loro posto, pagati fior di quattrini e impedendo ai Giovani di farsi strada.
Mae i Vecchi fanno bene a non togliersi di torno. Sono i Giovani che dovrebbero essere più forti e spaccargli la faccia. A suon di innovazione e disegni con i controcoglioni e visioni della vita trasversali e innovative.
Ma se i Giovani vedono questo mestiere come qualsiasi altro mestiere. Se richiedono di avere il culo parato, di dar da mangiare alle famiglie (fanculo alle famiglie. Non fate i figli se questi vi tolgono i coglioni per fare a schiaffi con il mondo) come possono sperare di trovare un altro passo?
Quando i cromosomi sono modificati sono cazzi. Quando non si riesce (e non si riesce, leggetevi i commenti di approvazione all'esposizione di Armentaro, per vederlo da soli) a ragionare in termini extra-economici allora quale spirito rivoluzionario e trasversale si può sperare di avere?
Sei un autore Giovane, ti chiama il Male a disegnare? Bene.
Pensi che ti offriranno un paginone intero da riempire ogni settimana? Male. Questo non accadrà.
Devi spaccare il culo agli altri. E potrai stare certo che gli autori Vecchi non molleranno il loro spazio, magari pure riempendolo con delle stronzate e facendoti girare i coglioni, perchè così è. E allora?
Sono Vecchi. Devi sopprimerli.
Non ci sono garanzie. No ferie pagate. Nessun indennizzo per malattia o invalidità in questo mestiere. Non si sapeva? io lo sapevo da quando ero un ragazzino.
Non ci ho mai pensato. ora ho 46 anni, senza alcuna prospettiva di pensione e finirò barbone, se il cervellino smetterà di raccontarmi storie.
E va bene così. Vaffanculo.
Questo lavoro, se lo si fa con lo spirito giusto, può darti quella cosa impagabile che si chiama libertà. E' l'unica cosa che conta. L'unica.
L'aspetto terribile è che questa vicenda mi ha ancor più fatto rendere conto di quanto lo spirito di tanti Giovani sia mutato. Di come abbia vinto la religione dell'economia. Di quanto profondamente sia ormai radicata.
Anche in chi la nega, nelle parole, ma la osserva nei comportamenti, nelle argomentazioni.
Ditemi che ho torto. Che non è così, e riempite queste pagine di post di ragazzi giovani che mi dimostrino di non essersi persi lo spirito tra gli scaffali di qualche cazzo di Mediaworld.
Fatelo, per favore, sputtanatemi.
Altrimenti continuerò a pensare quello che ho scritto come titolo dell'articolo: che del Male non c'è alcun bisogno, ne abbiamo già piene le ossa. In profondità, dove non arrivano neppure le TAC.
Come si chiama una premessa alla fine?
Postmessa?
Postmessa:
A me dell'uscita del Male non me ne frega una minchia. E manco faccio gli auguri agli autori. So che si divertiranno, si scazzeranno, passeranno ad altro. Non hanno bisogno degli auguri di nessuno.
Le cose vanno così.
Tanti li conosco. Li ho visti, con questi miei occhi quasi vecchi, gioire per l'arrivo di qualche disegno di autore sconosciuto che era andato dove loro non erano riusciti ad andare.
E' una cosa che rode il culo, sapete? io l'ho provata. Fa stare malissimo. Ma se mai questo lavoro, a quelli bravi, lo spazio glielo lasci. Ci patisci, ma glilo lasci. Io l'ho visto succedere.
Ma niente contratti. Nessuna sicurezza.
E' così. E a me, figuratevi, questo sistema piace pure.
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